domenica 8 settembre 2024

Novel Food: «Gli insetti? Li mangeremo

 

Novel Food: 

«Gli insetti? 

Li mangeremo. 

Lo dice la storia, 

non la politica»

«Sta passando l’immagine di come l'attuale maggioranza stia difendendo il Paese da quella che viene presentata come un’aggressione esterna, da parte dell’Europa, dalla quale è necessario difendersi». A tu per tu con Alberto Grandi, storico e professore universitario, autore di un recente libro sulle paure alimentari del passato.

Novel Food: «Gli insetti? Li mangeremo. Lo dice la storia, non la politica»

In questo 2023 di cui abbiamo superato la poco la metà è stato, ed è tuttora, uno dei trending topic principali: il novel food. Gli alimenti a base di insetti e la carne coltivata su tutti hanno fatto discutere molto (non solo a livello italiano), negli ultimi mesi. Qualche anticipazione c’era stata già a fine 2022, poi l’anno di fatto si è aperto, ed è proseguito, all’insegna di una battaglia del Governo contro i cosiddetti “cibi del futuro”. A supporto di una difesa della tradizione gastronomica nostrana che, in fondo, ci sa tanto di mero populismo. Non tanto per l'ideale in sé, di cui comunque si può discutere, quanto per i toni utilizzati. Parlando fin troppo spesso per termini assoluti, come se una cosa (la novità) dovesse necessariamente escludere l’altra (la tradizione).

Novel Food: «Gli insetti? Li mangeremo. Lo dice la storia, non la politica»

Gli insetti entreranno nella nostra alimentazione?

Fatto sta: se da una parte i cibi a base di insetto (ottenuti per lo più da polveri di grillo, locusta e larve della farina) stanno timidamente facendo capolino nei primi supermercati e panetterie, quello della carne coltivata da noi è un mercato troncato sul nascere per via del provvedimento del Governo a divieto di produzione, importazione e commercializzazione di ogni prodotto di questo genere. Il tutto mentre in Olanda stanno continuando studi e sperimentazioni, negli Stati Uniti hanno già iniziato la vendita in alcuni store della California, così come a Singapore.

Novel Food: «Gli insetti? Li mangeremo. Lo dice la storia, non la politica»

Carne coltivata: un mercato bloccato in Italia

In Italia i più sembrano essere attanagliati da un timore comune: quello di veder “tradita” la tradizione gastronomica nostrana a favore di cibi nuovi, i quali soprattutto per la multiculturalità arrivano a interessare pur la nostra identità. La nostra quotidianità. Una fobia (tutta italiana? Tutta Europea?) resa populismo dai vertici politici e dalle grandi associazioni di categoria, per raccogliere quanto più sostegno e consenso possibile tra le masse. Eppure, a ben vedere, non pare niente di nuovo, ma è come se la storia si ripetesse. 

Novel food: quando gli insetti erano pomodori e patate

Quella stessa storia di cui, 500 anni fa, fu protagonista il pomodoro. Arrivato in Europa dalle Americhe dopo l’apertura delle prime rotte commerciali tra i due Continenti, l’ortaggio per quasi 200 anni venne considerato velenoso (in quanto qualcuno ne mangiò le foglie, in grosse quantità sì tossiche) influenzando la percezione comune che si ebbe del nuovo arrivato. Al punto che per lungo tempo la pianta venne usata solamente a fini ornamentali. 

Vittima di pregiudizi fu anche la patata, così come il cacao, solo per fare un altro paio di esempi. A distanza di qualche secolo, si tratta (chi più chi meno) di alimenti centrali della nostra alimentazione. Addirittura il pomodoro è tra i simboli della dieta mediterranea. La storia si ripete? Con le dovute differenze sì, siamo di fronte a una sorta di deja vù culturale, sociale a alimentare, di cui però in pochi hanno consapevolezza. Lo spiega anche Alberto Grandi, professore dell’Università di Parma che Insegna Storia delle imprese, Storia dell'integrazione europea e autore di libri. L’ultimo dei quali, “Storia delle nostre paure alimentari” più attuale che mai, sulle fobie alimentari del passato e di come queste abbiano influenzato la società dalla quale tali timori sono nati e si sono poi sviluppati. 

Novel food, Alberto Grandi: «Timori? 

Alimentati da Governo e Coldiretti»

Timori un tempo, consuetudini oggi. Abbiamo parlato con Alberto del tema novel food (che, nella storia, ci sono sempre stati), e di quante analogie ci siano tra ciò che è stato e ciò che è ora. 

Professore, recentemente ha scritto un libro su come le paure alimentari in passato abbiano caratterizzato la società. Vede delle analogie tra ciò che è stato e ciò che è oggi?

«L’analogia è l’elemento di continuità. I cibi nuovi creano sempre diffidenza, sia siano nuovi perché magari figli di un’invenzione recente, vedi carne coltivata, sia perché arrivino da lontano, vedi gli insetti. Questo è il filo conduttore della questione e niente è cambiato rispetto al passato. E parlando nello specifico dell’Italia, è difficile introdurre un alimento nuovo nella nostra tradizione. C’è però anche l’effetto opposto: i cibi nuovi creano attrazione in quanto novità, ma ciò lo vediamo quasi esclusivamente nelle nuove generazioni». 

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