Carne coltivata all'infinito. Ora la scienza garantisce cellule staminali immortali
La Fondazione Veronesi scende in campo e, grazie ad una scoperta rivoluzionaria statunitense, ricorda che la carne coltivata non è sintetica. La nuova tecnica potrà essere applicata alle cellule staminali del muscolo dei bovini e anche a quelle di altri animali come, ad esempio, quelle di polli e pesci. Non sarebbe pericolosa per la salute
La produzione di carne coltivata fa passi da giganti grazie all’ultima scoperta scientifica pubblicata sulla rivista ACS Synthetic Biology: grazie ai progressi della tecnologia, infatti, ora è possibile coltivare cellule staminali immortali del muscolo dei bovini. La tecnica è stata messa a punto nel Centro per l’Agricoltura Cellulare dell’Università statunitense “Tuft” e potrà essere applicata anche alle cellule staminali del muscolo di polli e pesce.
Cellule staminali immortali, Redi (Fondazione
Umberto Veronesi): «Importante progresso»
E a commentare questa nuova scoperta è stato Carlo Alberto Redi, presidente del Comitato Etica della Fondazione Umberto Veronesi: «È un importante progresso ma il vero limite alla diffusione della carne coltivata da agricoltura cellulare, che è bene sottolineare - dice Redi - non ha nulla di sintetico, non è tecnologico ma culturale». Un vero e proprio invito a rivedere la decisione presa poche settimane fa dal ministro Lollobrigida, coadiuvato dalla Coldiretti, nel vietare la produzione, importazione ed esportazione della carne da laboratorio nel nostro paese.
Cellule staminali muscolari bovine
immortalizzate, la nuova scoperta
Le tecniche di agricoltura cellulare hanno ancora parecchi limiti, e uno di questi è che durante la replicazione le cellule tendono a invecchiare e non garantiscono più le stesse caratteristiche delle cellule iniziali. Il gruppo di ricerca americano ha, però, ora sviluppato una tecnica per usare nella produzione di carne le cosiddette cellule staminali muscolari bovine immortalizzate (iBSC), cellule che possono crescere rapidamente e dividersi centinaia di volte, potenzialmente all'infinito senza mostrare segni di invecchiamento.
La scoperta del gruppo americano sulla carne coltivata è un importante progressoRedi (Fondazione Umberto Veronesi): «La coltivazione
della carne è una necessità per la salvaguardia del pianeta»
Redi, intervistato dall’Ansa, ha poi voluto sottolineare come «la carne coltivata non è pericolosa, è un’innovazione che permette di superare alcune delle limitazioni pratiche attuali - prosegue il presidente del Comitato Etica della Fondazione Umberto Veronesi - e può dare un contributo importante per l'abbattimento dei costi, facilitare la produzione su larga scala e coltivare cellule di altri animali, come pollo e pesci».
Si stima che tra il 18 e il 20% dei gas serra siano dovuti alle emissioni dei miliardi di animali che alleviamo in modo intensivo, a cui si deve aggiungere l'uso di farmaci e la distruzione di foreste per dare spazio ai pascoli e, per questo, secondo Redi «la coltivazione della carne è una necessità inevitabile per la salvaguardia del pianeta. C'è un problema di sostenibilità da risolvere e non rinviabile». E, infine, l’appello alle istituzioni: «Dobbiamo fare qualcosa e non si possono fare affermazioni false o senza senso, è necessario che si spieghi il perché delle scelte politiche. Serve una discussione seria».
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