venerdì 15 agosto 2014

Analisi sensoriale strumento dell'internazionalizzazione

Analisi sensoriale strumento 
dell'internazionalizzazione

L'apprezzamento dei prodotti alimentari italiani all'estero è direttamente correlato
con la capacità del consumatore di "leggere" il codice sensoriale del cibo o della bevanda che gli viene proposta cogliendone la straordinaria complessità e relazionando il percepito alla storia culturale e tecnologica del prodotto, nonché al territorio di origine. Un percorso davvero complesso nel quale molti potenziali clienti si smarriscono facendoci perdere affari preziosi.
Per ovviare all'inconveniente l'analisi sensoriale risulta provvidenziale non solo nella fase di verifica del livello di gradimento finalizzato alla selezione dei prodotti da dirigere su un determinato mercato, ma anche e soprattutto per comunicare l'alimento o la bevanda agli utenti in modo efficace.
Di tutto ciò e di molto altro si è parlato a Napoli, all'Università Federico II, in un convegno organizzato da Consvip, aperto dal direttore del dipartimento di Agraria Paolo Masi e moderato dal presidente dei formatori della Campania Alfredo Losi.
Nell'intervento introduttivo il presidente di Consvip, Raffaele Fabbrocini, facendo appello allo storico generato da oltre vent'anni di operatività della società, ha messo in evidenza come alla base dell'internazionalizzazione ci sia la formazione, sia dell'esportatore, sia dell'importatore e sia dell'utente finale. In questo percorso, per i prodotti alimentari, l'analisi sensoriale diventa strategica per garantire il successo dell'operazione.
Dello stesso avviso si è dimostrato José Luiz  Tejon Megido, guru dell'agribusiness in Brasile e direttore del dipartimento di agroindustria della prestigiosa Università Espm di San Paolo. Il relatore ha messo in evidenza come il potenziale di esportazione dei prodotti italiani in Brasile sia enormemente più ampio di quello registrato al momento attuale, sia per la presenza di trenta milioni di discendenti di nostri connazionali, sia perché l'Italia rappresenta comunque ancora l'eccellenza mondiale per la gastronomia, la moda e lo stile di vita.
Gli oltre sessanta imprenditori campani presenti in sala hanno vissuto la giornata come una vera boccata di ossigeno intrattenendosi al termine con i relatori fino a pomeriggio avanzato, per chiedere lumi, per provare a fare progetti. E questa è stata la fase più bella: potrebbe nascere un centro di eccellenza sensoriale sulla costiera amalfitana, nuove certificazioni per i prodotti tradizionali e innovazioni importanti nell'ambito della collocazione sui mercati della frutta e della verdura, ma soprattutto l'opportunità di andare a esplorare il Brasile.

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