giovedì 7 agosto 2014

I GIOVANI STUDIANO IL VINO NELLE UNIVERSITA’

VINO: I GIOVANI LO EVITANO IN DISCOTECA
 MA LO STUDIANO NELLE UNIVERSITA’

Secondo una indagine lsmea-AcNielsen sui consumi extradomestici in spuntini, aperitivi
e soprattutto nei dopocena fuori casa dei giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni, dopo gli analcolici (19%), vengono scelte nell’ordine le bibite alcoliche di diversa natura (21%), la birra (16%) e per ultimo in vino solo nei 7,3% dei casi.
E’ quanto è emerso dalla Tavola Rotonda su “Vino, benessere e salute” organizzata da Coldiretti e Città del Vino, nel corso della quale è stato evidenziato che si tratta di un dato che conferma l’ultimo rapporto del Centro Studi Fipe-Confcommercio realizzato per conto del Sìlb (Sindacato Italiano dei Locali da Ballo) nei bar di discoteche, night club e sale da ballo. Secondo il rapporto il consumo di vino in valore in questi locali è addirittura inferiore a quello dei succhi di frutta: la quota di fatturato da alcolici rappresenta il 30,6% del totale del quale il volume d’affari generato dal vino è pari a circa un decimo (3,5%) addirittura più basso di quello generato dai succhi di frutta (6,2%). 
D’altra parte secondo i dati dell’Associazione Italiana Sommelier su un totale di poco più di 30 mila iscritti, il 40 per cento è costituito da giovani che sempre più si iscrivono ai corsi di formazione professionale per diventare Sommelier. Una tendenza confermata dal fatto che nell’ultimo anno sono stati circa 15.000 i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni coinvolti nel progetto speciale di sensibilizzazione “Vino e Giovani” promosso dal Ministero per le Politiche Agricole anche nelle Università con corsi, convegni e degustazioni guidate. Si tratta di analisi che - affermano Coldiretti e Città del Vino -confermano, anche tra i giovani, le profonde differenze nel consumo generico di alcolici e quello equilibrato di vino, che vanno riconosciute con campagne selettive che devono accompagnare il rigore nei confronti degli abusi con la formazione per sviluppare la conoscenza e la capacità critica di scelta. 
Un consumo consapevole, fondato sulla conoscenza, significa nuove sfide e nuove opportunità di crescita per il vino Made in ltaly che deve far emergere - ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni -le sue specifiche identità rappresentate dalla cultura, dal clima, dal paesaggio e dalle testimonianze artistiche e naturali, che solo il territorio nazionale può offrire. In Italia -ha detto Floriano Zambon, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino - non c’è ancora un~ adeguata informazione e comunicazione educativa rivolta alle giovani generazioni. Il nostro progetto vuole contribuire a riempire questa lacuna sviluppando nei giovani e nelle famiglie un maggiore attaccamento alle tradizioni enogastronomiche”. li rapporto tra alcol e giovani - concludono Coldirettì e Città del Vino -è al centro di un’ulteriore campagna di informazione che coinvolgerà, a partire da settembre, 15 amministrazioni pubbliche italiane, tra le quali le Province di Roma, Bologna, Crotone, Rimini Forli-Cesena e le regioni Piemonte e Basilicata. Si tratta del progetto paneuropeo del “conducente designato”, che sulla scorta di analoghe esperienze fatte soprattutto in nord Europa vuole favorire anche in Italia forme di dissuasione alla guida in stato di ebbrezza, in particolare all’uscita dalle discoteche.
Il “conducente designato” è la persona che all’interno di un gruppo viene incaricata di guidare l’automobile per conto degli altri, quella che si astiene dal bere per assicurare una guida sicura. A seguito di questa campagna a Londra sono nate società di servizi che accompagnano a casa i giovani prelevandoli all’uscita dalle discoteche e dai pub. 
Il progetto pilota italiano è coordinato dal Ministero delle lnfrastrutture e dei Trasporti e realizzato dalla società di Ricerche e Servizi sul Territorio (Rst) e dalla Società Italiana di Psicologia per la Sicurezza Viaria (Sipsivi). Al progetto collabora anche l’Associazione Città del Vino.

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