domenica 20 novembre 2022

Asti Docg, in mostra a Torino la storia di un vino cult

 

90 anni di bollicine 

Asti Docg, in mostra 

a Torino la storia 

di un vino cult

La mostra è in esposizione fino all'8 gennaio al Museo nazionale del risorgimento italiano. Durante il forum emerse le peculiarità del Moscato d'Asti e il suo ruolo centrale negli abbinamenti in cucina


LDocg Asti non si ferma mai: e se da una parte è official sparkling wine del torneo di tennis Nitto ATP Finals 2022 di Torino, dall’altra ha inaugurato il 16 novembre nel Museo nazionale del risorgimento italiano nel capoluogo piemontese, la mostra storica “Novant’anni di Bollicine”, in esposizione fino all’8 gennaio.

Il ruolo dell’Asti nell’altra cucina

La mostra è stata inaugurata durante il forum “Novant’anni di Bollicine. Storia e Prospettive della Denominazione Asti”, moderato dalla scrittrice Cinzia Benzi, dal quale emersi interessanti spunti legati al mondo del vino e della comunicazione.

«Vogliamo essere concentrati sul futuro della denominazione e sulla spinta all’innovazione che è intrinseca nella Docg Asti fin dal principio grazie all’invenzione tutta italiana del Metodo Martinotti» così il presidente Lorenzo Barbero inaugura il convegno, lasciando poi la parola al primo master of wine italiano Gabriele Gorelli che racconta la proposta di vini dolci nella fascia medio-alta della ristorazione e fornisce una panoramica dell'attualità e possibili scenari futuri. In particolare, premia la varietà e la ricchezza degli aromi del Moscato d’Asti, invitando ad abbandonare dogmi e stereotipi a favore di abbinamenti dirompenti e inusuali, che ritiene vincenti per un vino empatico, contemporaneo ed inclusivo come il Moscato d’Asti.


Si prosegue con Marco Amato, direttore di sala del ristorante Imàgo dell’Hotel Hassler di Roma, che sottolinea la versatilità di questo vino raccontandone i diversi impieghi, nel calice e nel piatto, non solamente abbinato al dolce.

Da provare l’abbinamenti con i menu vegetariani

«Nel mondo del vino serve avere il coraggio di presentare cose inedite, in particolare la Docg Asti deve avere il coraggio di stonare un po' e di inventare qualcosa di stuzzicante», afferma il giornalista e ideatore di Identità Golose Paolo Marchi, che continua: «Una tendenza giovane, contemporanea e internazionale sono i menu vegetariani, perfetti in abbinamento con spumanti aromatici come l’Asti Docg. Tanti grandi cuochi oggi lavorano sul vegetale e sulle nuove opportunità che offre».


L’importanza della comunicazione e dell’immagine

Successivamente Eleonora Galimberti di Enozioni Digital Atelier racconta la centralità del marketing esperienziale, che può servirsi del vino per narrare i valori dell’azienda e rafforzare la sua brand identity. Il food guru Filippo Polidori, poi, sottolinea l'importanza di legare un prodotto a momenti di serenità e divertimento, come avviene con l’Asti e le festività, poiché sono i sentimenti che portano all’azione e alla scelta dei consumatori. Nella strategia digitale, non a caso, è fondamentale accendere il desiderio degli interlocutori, conquistarne il cuore piuttosto che il cervello. E conclude: «Le nuove tendenze nel mondo della cucina e del vino hanno creato terreno fertile per riportare la Docg Asti dove merita, poiché è una Denominazione che può interpretare i tempi e le tendenze moderne».

Il Moscato d'Asti, un vino empatico, contemporaneo ed inclusivo  Novant’anni di bollicine Asti Docg, in mostra a Torino la storia di un vino cult

Il Moscato d‘Asti, un vino empatico, contemporaneo ed inclusivo


 Successivamente il giornalista e illustratore Gianluca Biscalchin sottolinea l’importanza del racconto e del recupero del linguaggio estetico e grafico degli scorsi decenni: «L’immaginario della Docg Asti è così definito e la sua identità è così precisa che i manifesti esposti alla mostra Novant’Anni di Bollicine sono attuali ancora oggi».


Spazio anche alle partnership siglate con il circuito Atp di tennis grazie all’intervento del vicepresidente di partnership e business development di Atp Rodolphe Tastet. Sul palco si sono susseguiti i maggiori esponenti del Consorzio dell’Asti, in particolare in apertura e in chiusura il presidente Lorenzo Barbero, poi il vicepresidente senior Stefano Ricagno e il direttore Giacomo Pondini, che hanno enunciato come oggi per il Consorzio dell’Asti la sfida sia far emergere tutto il reale valore della denominazione: far toccare con mano ai consumatori la qualità dei prodotti, portare i giovani a visitare le prime colline del vino dichiarate Patrimonio dell’Umanità Unesco, far degustare e assaporare l’inconfondibile aromaticità dell’Asti e del Moscato d’Asti. L’incontro, a cui hanno preso parte numerosi ospiti e un’ottima cornice di pubblico, è stato trasmesso in diretta streaming ed è ancora visibile sulla pagina Facebook del Consorzio dell’Asti. Iat

Nessun commento:

Posta un commento