mercoledì 23 novembre 2022

Reintroduzione della cedolare secca: la proposta del v.ministro Leo

 

Reintroduzione 

della cedolare secca: 

la proposta 

del v.ministro Leo

Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo vorrebbe reintrodurre l'imposta sostitutiva sulle locazioni ad uso commerciale. Soddisfatta Confcommercio: «Riduce il carico fiscale e favorisce la riqualificazione urbana»


Reintrodurre la cedolare secca sulle locazioni commerciali. È questa la proposta avanzata dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo che andrebbe a ricadere su bar e ristoranti. Un'idea che sembra piacere molto a Confcommercio: «La reintroduzione di una cedolare secca sulle locazioni degli immobili ad uso commerciale, con beneficio condiviso tra locatore e conduttore attraverso il contenimento e la riduzione dei canoni, è una misura che va nella giusta direzione e che Confcommercio sta portando avanti da diversi anni». 

Cedolare secca: cos'è e come funziona oggi 

La cedolare secca, come spiega l'Agenzia delle Entrate, è un regime facoltativo che consiste nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile). In più, per i contratti sotto cedolare secca non vengono pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.

Ad oggi però possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto) che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. Le cose potrebbero però cambiare, con notevoli benefici per il settore dell'Horeca

 Confcommercio vuole la reintroduzione 

Come detto, Confcommercio ha accolto in maniera molto positiva la proposta del viceministro Leo: «La cedolare secca, oltre a ridurre il carico fiscale sui proprietari degli immobili e i canoni di locazione corrisposti dai conduttori, favorirebbe sia la riqualificazione urbana, soprattutto dei centri storici, sia il mercato degli immobili diversi da quelli ad uso abitativo». iat

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