Dopo quelle di Visibilia, la Procura di Milano, come riferito da La Stampa, ha aperto un'altra indagine per Daniela Santanchè. Questa volta la ministra del Turismo è accusata di bancarotta fraudolenta, un'accusa che emerge dall'inchiesta della procura di Milano sul fallimento di Ki Group Srl, scoperta dalla senatrice di Fratelli d'Italia alcune settimane fa tramite una richiesta di proroga delle indagini. Non si chiude dunque il capitolo giudiziario per la Santanchè, già coinvolta in due procedimenti relativi alla sua «creatura» Visibilia Editore, dove le vengono contestati falso in bilancio e truffa aggravata ai danni dello Stato per la gestione della cassa integrazione Covid.
Bancarotta fraudolenta, nuova accusa
per Daniela Santanchè dopo il caso Visibilia
La nuova accusa di bancarotta fraudolenta, ricordiamo, si intreccia con la crisi di Ki Group, il “piccolo gioiello bio” rilevato dalla ministra - che ne è uscita a gennaio 2022 - e dal suo ex compagno Canio Mazzaro. La società, prima del gruppo ad essere dichiarata in liquidazione giudiziale il 9 gennaio scorso, aveva lasciato una scia di dissesti finanziari: tra questi, un passivo esposto di oltre 8,6 milioni di euro e una perdita nel bilancio 2021 di 11,8 milioni, con un patrimonio netto negativo di 9,6 milioni. Una crisi che ha finito per travolgere anche le altre realtà del gruppo: Biofood, Verdebio e, da ultima, lo scorso 4 dicembre, Bioera, la società quotata in Borsa. Intanto, su Ki Group Holding Spa pende una doppia istanza di liquidazione giudiziale da parte dei pm e dell'Agenzia delle Entrate, aggravando ulteriormente il quadro.
Santanchè aveva cercato di smarcarsi dalle accuse già lo scorso anno, all'indomani delle prime indiscrezioni sul caso: «In relazione all'apertura della liquidazione giudiziale di Ki Group, e alle conseguenti notizie apparse su talune testate giornalistiche in riferimento a un asserito caso Santanchè - aveva scritto in una nota - intendo precisare che in detta società ho avuto tempo addietro un ruolo del tutto marginale e oggi non ne ho alcuno. Le notizie secondo cui Ki Group farebbe (o avrebbe fatto) “capo a me” forniscono una rappresentazione non vera dei fatti e paiono ispirate dalla volontà di screditare la reputazione della carica che ho l'onore di ricoprire».
Ki Group, crisi e fallimento: indagine su Santanchè per bancarotta fraudolentaTuttavia, i documenti ufficiali della Camera di Commercio raccontano una storia diversa: Santanchè è stata presidente del Consiglio di amministrazione e legale rappresentante di Ki Group dal 30 aprile 2019 al 31 dicembre 2021. Un ruolo tutt'altro che marginale, sottolineano le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, che imputano proprio alla gestione di Mazzaro e Santanchè la situazione di dissesto del gruppo. Nella sentenza di fallimento, i giudici avevano già accertato «lo stato di definitiva incapacità» di Ki Group «di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni», rilevando l'assenza di crediti di terzi, mezzi finanziari propri e il mancato deposito del bilancio al 31 dicembre 2022.
Che cos'è una bancarotta fraudolenta?
Per l'occasione, ricordiamo che la bancarotta fraudolenta è un reato previsto dall'articolo 216 della legge fallimentare italiana, che colpisce chi, in qualità di imprenditore o amministratore, causa o aggrava il dissesto di una società con comportamenti dolosi. Tra le condotte tipiche figurano la distrazione o occultamento di beni, l'alienazione fraudolenta del patrimonio e la falsificazione della contabilità. È una delle fattispecie più gravi legate alla gestione societaria, punita con pene severe proprio per il danno arrecato non solo ai creditori, ma anche al sistema economico. Se confermata, dunque, per la Santanchè potrebbe rappresentare un passaggio critico, tanto sul piano giudiziario quanto su quello politico.
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