Amarone, Pantelleria
e 100 anni
(e non sentirli):
Pasqua Vini rilancia
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| L'ad Riccardo Pasqua con Hey French |
Redattore
Cent’anni e non sentirli. Anzi: usarli come trampolino per rilanciare. Pasqua Vini non ha festeggiato il proprio anniversario come un brindisi nostalgico, ma come un manifesto di futuro. Con “Ode al Futuro”, la storica cantina veronese ha acceso un riflettore su ciò che sarà: un vino che parla linguaggi nuovi, si fonde con l’arte, abbraccia la sostenibilità e si apre a territori eroici come Pantelleria. Non un compleanno, ma un vero cambio di passo per l’Italia del vino.
Ode al futuro: quando arte e vino parlano la stessa lingua
Il progetto “Ode al Futuro” - un'installazione artistica realizzata in occasione di Vinitaly 2025 a Giardino Giusti a Verona e un libro edito da Rizzoli - ha rappresentato uno dei momenti simbolici del centenario: "Ode al Futuro", racconta le etichette più rappresentative della storia della cantina. Più che una celebrazione, un dialogo tra vino e arte per esplorare nuovi linguaggi di racconto.

«Il progetto "Ode al Futuro" stressa un concetto molto importante per Pasqua: il racconto dei grandi terroir del Veneto con uno stile di vinificazione e con una voce originali e distintivi. Il nostro obiettivo è in primis tutelare la ricchezza del grande patrimonio vinicolo italiano, fatto di gesti antichi e visione contemporanea, avvicinando un target sempre più attento al mondo del vino con approcci, strumenti e linguaggi ingaggianti e inclusivi». L’arte, per Pasqua, è un mezzo per rendere il vino più inclusivo e consapevole: «L’arte è per noi ispirazione ed espressione potente della bellezza e, come il vino, un veicolo potente di inclusività e valore culturale».
Hey French, l’icona che ha rotto gli schemi
Nel racconto delle sue “Icons”, la cantina veronese include Hey French, bianco fermo multi-annata che sintetizza la filosofia dell’azienda: curiosità e libertà creativa. «Hey French è una delle nostre Icons - le linee premium sviluppate a partire dal 2014 - che incarna al meglio lo spirito audace e non convenzionale di Pasqua, oltre alla costante tensione verso l’innovazione. È il frutto di un’idea pionieristica che ha saputo rompere le regole tradizionali dell’assemblaggio, dando vita a un bianco elegante, complesso e sorprendente».
Comunicare il vino tra identità e autenticità
Nell’era dei social e dell’immagine, Pasqua rivendica una comunicazione esperienziale che non rinunci alla sostanza. «La comunicazione per noi è uno strumento, non un fine». L'ad sottolinea come in azienda siano consapevoli che oggi il vino deve anche saper parlare ai nuovi consumatori, con autenticità e visione. Tuttavia, ogni bottiglia «racconta un processo lungo e rigoroso, che parte dalla vigna». «Lavoriamo - dice ancora - con grande attenzione su ogni fase: dalla selezione delle uve alla vinificazione, all’uscita sul mercato. Usiamo l’arte e le piattaforme digitali per condividere i nostri valori e il nostro saper fare».
Pantelleria: la scommessa eroica con Carole Bouquet
Nel segno di questa stessa tensione verso il nuovo, Pasqua Vini ha intrapreso un progetto che guarda a sud, verso Pantelleria, «terra immaginifica e aspra», come la definisce lo stesso Pasqua, custode di un patrimonio enologico tanto prezioso quanto fragile. Sull’isola, dove la viticoltura eroica resiste tra muretti a secco e venti salmastri, l’azienda veronese ha scelto di sostenere il lavoro di Carole Bouquet, attrice e produttrice che da vent’anni cura una piccola tenuta dedicata al Sangue d’Oro, Passito di Pantelleria Doc ottenuto da Zibibbo allevato con la tecnica dell’alberello pantesco, riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

L’incontro tra il sapere contadino pantesco e la visione contemporanea di Pasqua si traduce in un progetto che unisce ricerca, tutela e responsabilità culturale. «Questo progetto è una piccola gemma che si incastona perfettamente nella nostra visione e traiettoria di crescita di valore la bellezza di questi vigneti, il fascino dell’isola e il savoir-faire consolidato da Carole Bouquet in questi anni, lo rendono un’opportunità unica per noi. Vogliamo, insieme a Carole, custodire, dare voce e nuovo slancio a questa terra».
Pantelleria, segnata negli ultimi decenni da abbandono agricolo e riduzione delle superfici vitate, diventa così laboratorio di rinascita: un luogo dove il vino non è solo produzione, ma atto culturale e testimonianza identitaria. L’intervento di Pasqua Vini, in questo senso, non rappresenta una semplice espansione imprenditoriale, ma un impegno di custodia verso un sapere antico, interpretato con sensibilità contemporanea.
Crescita internazionale e sostenibilità concreta
L’espansione sui mercati internazionali, con nuove sedi dirette negli Stati Uniti e in Asia, segue una logica di crescita sostenibile e consapevole. L’internazionalizzazione è infatti parte integrante della strategia di crescita dell'azienda: l’apertura di sedi dirette in mercati chiave come Stati Uniti e Asia consente di «presidiare meglio la distribuzione, leggere prima i trend e gestire in modo più efficiente le scorte». «Produciamo secondo una logica di domanda sostenibile, mantenendo l’equilibrio tra disponibilità e posizionamento premium», rimarca Pasqua.

Sul fronte ambientale, Pasqua Vini ha realizzato interventi concreti per la riduzione della CO2, tra cui l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico. «Siamo un’azienda certificata secondo i principali standard internazionali, tra cui Equalitas - SOPD, che valuta l’impatto ambientale per la gestione dei vigneti e produzione delle uve, vinificazione, lavorazione, miscelazione, invecchiamento e confezionamento dei vini in bottiglia». La potenza prevista sarà di 857 kWh, equivalente a 980 MWh/anno, con una riduzione di emissioni di CO2 pari a 250 tonnellate/anno (l’equivalente di oltre 11.000 alberi piantati). È prevista una riduzione del 75% dell’energia acquistata.
Valpolicella e rese più basse: qualità prima di tutto
Guardando al futuro della denominazione, Pasqua accoglie con favore l’ipotesi di una riduzione delle rese nella Docg Valpolicella. «Siamo favorevoli a un abbassamento delle rese, se questo significa tutelare la qualità e il futuro della denominazione. La coerenza tra promesse e contenuto in bottiglia è fondamentale». In questo senso, l'Amarone Mai Dire Mai nasce già da rese inferiori rispetto ai limiti consentiti: «Da oltre 15 anni pratichiamo selezione estrema in vigna per ottenere concentrazione, eleganza e longevità. Un’eventuale riduzione ufficiale delle rese non ci penalizzerebbe, anzi, valorizzerebbe ulteriormente il posizionamento del nostro vino».
Generazioni, territorio e cultura: la visione Pasqua
Infine, Pasqua riflette sul passaggio generazionale e sul legame con Verona: «Ogni generazione che succede a quella precedente porta con sé un bagaglio di nuove visioni e approcci che vanno ad arricchire la filosofia aziendale. Così è successo anche per me e i miei fratelli Alessandro e Andrea: nostro padre Umberto ha sempre accolto con favore le nostre proposte più audaci e non convenzionali, dimostrando grande apertura e uno sguardo attento al futuro».

E conclude con una nota sul rapporto tra impresa e comunità: «Crediamo nella restituzione al territorio, non solo in termini economici ma anche culturali. I progetti artistici e di sostegno al patrimonio che realizziamo per Verona, come ad esempio le grandi installazioni multimediali che offriamo alla città in occasione di Vinitaly o 67 Colonne per l’Arena di Verona che supportiamo dalla sua nascita, ne sono un esempio concreto».
Pasqua, l'innovazione passa dalle costanti sfide
Il centenario di Pasqua non è un traguardo, ma un punto di ripartenza. Tra vini iconici, arte contemporanea, viticoltura eroica e progetti di sostenibilità concreta, l’azienda scalda i motori per scrivere un nuovo capitolo della Valpolicella e del vino italiano nel mondo. In un settore spesso appesantito dalla retorica della tradizione, Pasqua sceglie la via più rischiosa - e più interessante: sfidare il futuro con leggerezza e visione. E brindare, stavolta, non al passato ma a quello che verrà.





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