Nei vigneti della Champagne è tempo di forbici: la vendemmia 2025 è iniziata in anticipo, complice l'ondata di caldo delle ultime settimane. Il noto distretto delle bollicine francesi, a circa 150 chilometri a est di Parigi, si prepara a un raccolto che, secondo i vignerons, sembra molto incoraggiante. Il Comitato Champagne ha infatto parlato di prospettive “promettenti”, sottolineando come le condizioni attuali del vigneto lascino ben sperare per la qualità dell'annata.

«Il vigneto è in condizioni straordinarie, il che ci permette di affrontare questa vendemmia con fiducia e serenità - ha dichiarato Maxime Toubart, co-presidente del Comitato Champagne. Un entusiasmo condiviso anche dall'altro co-presidente, David Chatillon, secondo cui «un'ottima annata» è ormai a portata di mano. A sostegno di questo ottimismo arrivano i dati sullo stato sanitario delle uve, ritenuto eccellente, con un'acidità giudicata soddisfacente e una maturità aromatica che, sempre secondo l'organizzazione interprofessionale del comparto, «si sta sviluppando armoniosamente».
Taglio alla resa e scorte ridotte per la Champagne
Se la qualità delle uve sembra garantita, il tema delle quantità resta più delicato. A luglio, infatti, viticoltori e maison hanno fissato la resa commercializzabile per la vendemmia 2025 a 9mila chilogrammi per ettaro, un taglio rispetto ai 10mila dell'anno precedente. Una decisione maturata dopo settimane di confronto, nel contesto di un quadro economico incerto e aggravato dall'entrata in vigore, lo scorso 7 agosto, dei dazi del 15% sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, che comprendono anche vini e liquori. Questa scelta porterà inevitabilmente a una riduzione delle scorte: la produzione stimata si aggira attorno ai 258 milioni di bottiglie, a fronte di vendite attese per 270 milioni. In altre parole, dodici milioni di bottiglie in meno a disposizione dei mercati.
Calendario anticipato e vendemmia segnata dal caldo record
Intanto, sul fronte operativo, le date di autorizzazione alla vendemmia sono state fissate per ogni comune e per ciascun vitigno, dallo Chardonnay al Pinot Nero fino al Meunier. Si è già partiti nella mattinata di mercoledì 20 agosto in alcuni comuni dell'Aube, mentre l'ultima autorizzazione scatterà il 4 settembre. La maggior parte dei vigneti entrerà nel vivo all'inizio della prossima settimana. Il Comitato Champagne, come annunciato in apertura, ha evidenziato come la precocità del raccolto sia legata a «un aumento delle temperature storicamente rapido», a testimonianza di «un anno solare, il secondo più caldo dall'inizio del secolo».

Un aspetto che conferma ancora una volta il forte impatto delle condizioni climatiche sull'andamento della produzione e che obbliga a guardare con attenzione anche ai prossimi giorni. Per questo motivo, oltre alle previsioni incoraggianti sul vino che verrà, resta alta l'attenzione sugli aspetti pratici e sulla tutela dei lavoratori. In vista di possibili nuovi picchi di caldo estremo, lo stesso Comitato Champagne ha chiesto «attenzione alla salute e alla sicurezza» dei vendemmiatori.
Che cosa sapere sulla Champagne
Per l'occasione, ricordiamo che la Champagne è un'area viticola unica nel suo genere, situata nel Nord-Est della Francia e riconosciuta ufficialmente come denominazione d'origine controllata dal 1936. Si estende per circa 34mila ettari suddivisi in cinque grandi zone - Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Côte de Sézanne e Aube - ciascuna caratterizzata da terreni e microclimi differenti che contribuiscono alla complessità del vino. I vitigni principali sono tre: Chardonnay, Pinot Nero e Meunier, ognuno con un ruolo preciso nell'equilibrio delle cuvée.

La particolarità della Champagne non sta solo nei vigneti, ma anche nei metodi produttivi rigidamente regolamentati: la vendemmia è manuale, le rese per ettaro sono fissate ogni anno dal Comitato Champagne e la presa di spuma avviene esclusivamente in bottiglia, secondo il metodo tradizionale. Dopo la fermentazione, le bottiglie restano sui lieviti per un periodo minimo di 15 mesi (tre anni per i millesimati), passaggio che conferisce alle bollicine la finezza aromatica che le ha rese celebri nel mondo. A questo si aggiunge la pratica dell'assemblaggio, vero cuore della produzione champenoise, che consente a ogni maison di mantenere uno stile costante, pur lavorando con vini base provenienti da annate e parcelle differenti.

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