sabato 21 gennaio 2017

Giornalismo e ristorazione. Trasparenza e verità prima di tutto

Nel giornalismo 

come nella ristorazione 
Trasparenza e verità 

prima di tutto

Un ristoratore critica la battaglia di Italia a Tavola contro TripAdvisor. Il direttore Alberto Lupini ricorda lo scopo non è distruggere il Gufo, ma renderlo «riferimento più reale degli orientamenti dei consumatori». Il tutto dopo l'ultima idea di TripAdvisor che vende ai ristoratori gadget col 40% di sconto


Il “dibattito” si è acceso dopo l'ultima iniziativa di TripAdvisor, la messa in vendita di articoli promozionali con sconti esagerati per i ristoratori, volti ad abbattere la concorrenza e chiaramente ad avvantaggiare sul portale coloro che li comprassero e a lenire quelli che invece non avessero seguito il consiglio del Gufo. Italia a Tavola ha subito voluto mettere in chiaro questo “rovescio della medaglia”, e dopo tre giorni un commento, di un ristoratore bergamasco, ha attaccato questa continua lotta della testata al colosso statunitense, un sistema «gratuito» migliore delle «comprate» guide di settore. La risposta del direttore Alberto Lupini ha voluto mettere in chiaro sia la ben nota posizione di Italia a Tavola sulle guide di settore sia, in particolare, la direzione verso cui si orientano le critiche mosse contro il Gufo: non sulla liceità dell'idea iniziale, ma sulle scelte dopo eseguite, nella speranza di «vedere TripAdvisor pulito (e non lordo di commenti falsi e a pagamento)».

Il pressing di TripAdvisor sui ristoratori si fa sempre più aggressivo. L’ultima trovata è stata svelata solo pochi giorni fa: il colosso americano, con un’informativa inviata per mail, ha fatto sapere ai ristoratori che potranno acquistare numerosi gadget col Gufo ben in vista col 40% di sconto da diffondere poi alla clientela a piacimento. Biglietti da visita, carte magnetiche, adesivi per mobili o per macchine, appositi contenitori per il take away, addirittura timbri da apportare alle fatture con stampata la domanda al cliente «How was your stay? We'd like to know» (Com'è stato il tuo soggiorno? Vorremmo saperlo). Se all’apparenza può sembrare un’idea simpatica o semplicemente pubblicitaria, dietro si cela una sorta di ricatto che TripAdvisor mette in atto nei confronti dei ristoratori come a dire: se acquisti riceverai il nostro sostegno soprattutto perché “pioveranno” i commenti dei clienti invogliati a recensire la qualità del soggiorno da questi gadget.

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