Gela, dimenticata
ma ospitale
Cucina tipica,
storia e...
hotel all’altezza
Per arrivare a Gela, in provincia di Caltanissetta, si attraversa la Sicilia agricola, un immenso territorio coltivato tra grano, ortaggi, frutteti, legumi, vigne, uliveti, allevamenti suini, bovini, ovini.
Città dalle antiche origini, Gela costeggia il mare con larghe spiagge di sabbia, è nota anche per il buon pane e i carciofeti. La piana è protetta a nord da colline e storici borghi, Butera, Mazzarino, Barrafranca, antichi castelli, chiese di pregio, palazzi nobiliari e ovunque un’agricoltura florida. Purtroppo l’economia non decolla, per l’isolamento della Sicilia e per alcune scelte improprie come il proliferare di serre su terreni che non ne avrebbero bisogno.L’itinerario che proponiamo è sufficiente per cogliere il meglio della città e comprende tre locali storici: un ristorante di moderna concezione, un albergo di famiglia di rinomata ospitalità, una piccola azienda agricola con negozio.
Per pranzo e cena segnaliamo Totò Ristorante Centrale. In centro e non lontano dalla chiesa Matrice, è ampio, elegante e tranquillo, arredato con tovaglie rosa e sedie in legno; sul fondo una madia con bottiglie più prestigiose e di grande formato, quadri d’arte contemporanea; un’illustrazione ricorda Totò, padre scanzonato della creatività meridionale.
Antonio e Giuseppe Marino
Antonio Marino in cucina, coadiuvato dal padre Giuseppe, si basa su semplici regole: cibi di prima scelta, ricette personali e poco elaborate, tradizione e un pizzico di creatività. La sua cucina naturale svela l’immenso piacere dei sapori. Sembra facile, ma è il risultato di buone scelte quotidiane dei cibi, lunga esperienza al taglio e ai fornelli, qualche segreto. A titolo d’esempio segnalo l’olio evo di propria produzione per le fritture che risultano delicate e gustose; la pasta fatta in casa con buona farina e poco uovo; condimenti appropriati, non invadenti.
Decide il menu ogni giorno in base alla disponibilità del mercato e soprattutto pesce, sempre pesce e ancora pesce. Tra i piatti, solo a titolo d’esempio, segnalo il delicato Raviolo con pesce, calamari e ortaggi; saporito e leggero il Fritto degli angeli; notevole il calamaro aperto e passato delicatamente al forno per renderlo chiaro e tenero; il Polpo con olio evo e prezzemolo. Antonio Marino, dopo la Scuola alberghiera di Sciacca, lavorò 8 anni con il padre Giuseppe nel ristorante e nel ‘92 lo rilevarono; curano insieme cucina e sala, la mamma Antonia Maria sta sulle retrovie. Aperto a pranzo e cena. Chiuso domenica.
Per il soggiorno consigliamo l’Hotel Sole, via Mare 32, piacevole, non lontano dal centro e in vista del mare; vicino al Museo Archeologico. Diciotto camere e suites ampie, luminose, arredate in stile classico, con terrazzo; aria condizionata, wifi gratuito, tv satellitare e ogni comodità. Comode sale comuni. Segnalo l’ottima prima colazione nella veranda con servizio a buffet: caffetteria, frutta fresca e in succhi, torte e dolci, formaggi e salumi, pane fresco, yogurt solo per esempio.
Dal 1963 il moderno albergo è gestito dalla stessa famiglia; Carmelo Turco e Carmela Legname lo aprirono e nel 2001 si aggiunsero la figlia Amelia e il padre Giuseppe Vitale. L’albergo ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti premi nel corso degli anni e ospitato illustri personalità; una foto nel salone ritrae Enrico Mattei, presidente dell’Eni.
Carmela Legname e Carmelo Turco
Vino, olio evo legumi, ortaggi, frutta, di produzione propria, si acquistano al negozio dell’Azienda Ciaramella, corso vittorio Emanuele 24, a 100 m dal museo archeologico. I terreni si trovano sulle colline a circa 15 km a nord dalla città. Curata dai coniugi Maria Rosaria Ciaramella e Rocco Cocchiaro comprende 23 ettari, compreso un lotto nella campagna di Bulala. Qui fu piantato da nonno Emanuele il vigneto storico e subentrò nel ‘900 il figlio Cosimo coadiuvato dal fratello Damiano. Oggi il terreno mostra i ruderi di un casolare del ventennio e gli ulivi contornano la vigna uve calabrisio e nero d’avola a alberello piantati nel 1987 da Rocco.
Maria Rosaria Ciaramella e Rocco Cocchiaro
Spostandoci in contrada Arancio di Gela, sulle colline a nord e al confine con Butera troviamo i terreni delle vigne di inzolia, grillo, sirah, frappato; a 400 m di altitudine, terra rossa e pietrisco esposti a est-ovest e ben soleggiati. I venti del mare, che si scorge in lontananza, arrivano fin qui. Le colline sono quasi bianche, attraversate dai calanchi; i valloni sono ricchi di vegetazione grazie alle acque piovane. In limitata quantità l’azienda produce Inzolia, profumato e minerale, Nero d’Avola ben strutturato, olio evo dai cultivar biancolilla, nocellara, messinese, nera, mandorle, ceci, lenticchie, fave, frutta di stagione.Come Ambasciatori delle Arti suggeriscono il fascinoso Museo Archeologico di Gela che raccoglie oltre 4mila reperti di età greca e romana e medievale. Aperto dalle ore 9.00 alle 19.00.
di Claudio Riolo
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