L'Italia “scopre”
gli hotel di lusso
+247% di strutture
a 5 stelle in 17 anni
Crescita esponenziale degli hotel di lusso, affitti brevi in rampa di lancio, hotel medi che crescono poco. Questa è la fotografia degli immobili ricettivi italiani nel periodo 2000-2017 stando al rapporto World Capital. Un andamento che rispecchia l’evoluzione della società a cavallo della crisi economica del 2008.
Gli sfizi, tra cui c’è ormai anche il turismo, appartengono principalmente ai super-ricchi mentre chi riesce ancora a permettersi una vacanza sceglie le soluzioni più economiche avvalendosi delle nuove opportunità, come quelle degli affitti brevi. Ormai sempre più rari i turisti “medi”, quelli che sceglievano un hotel dignitoso a 3, massimo 4 stelle e che ora scelgono sempre meno questa destinazione.I numeri dicono che gli hotel di lusso sono cresciuti negli ultimi diciassette anni del 247%, mentre gli hotel a 3-4 stelle sono cresciuti sì, ma “solo” del 94%. Il boom delle strutture a cinque stelle (o oltre) ha portato l’Italia a possedere il 9,9% del totale delle strutture di quel target presenti in tutto il mondo.
Il mercato è cambiato non solo a causa delle differenti disponibilità economiche degli italiani, ma anche per la concorrenza che è notevolmente aumentata, si è diversificata e ha aperto nuove opportunità, di business e di turismo.
Questo ha avuto influssi anche sulle tariffe. Negli hotel di lusso queste sono rimaste tutto sommato inalterate sempre nel periodo 2000-2017, mentre sono drasticamente diminuite negli alberghi con meno stelle. Risultato: meno ricavi per tutti.
L’altra causa di questo andamento di difficile lettura è la grande frammentazione che si è creata a livello di proprietà delle strutture, con le catene internazionali che stentano a investire in modo massiccio nel nostro Paese e quelle italiane che lo fanno ancor meno, in proporzione. Anche qui i numeri parlano chiaro perché dicono che gli investimenti nei primi 8 mesi di quest’anno sono scesi del 25% rispetto allo stesso periodo del 2017.
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