martedì 11 gennaio 2022

Green pass: cibo sì, altro no? Regole chiare per evitare il caos nei supermercati

 

Green pass: cibo sì, altro no? 

Regole chiare per evitare 

il caos nei supermercati

Il presidente di Federdistribuzione Alberto Frausin lancia l’allarme. Servono regole chiari e nazionali per evitare che ci si trovi a dover gestire l’eventuale controllo del green pass in base a cosa i clienti acquistano


Conto alla rovescia per l’obbligo del green pass per entrare nei negozi. Misura necessaria e giusta per uscire da questa quarta ondata di pandemia ma che, se non dovessero essere chiarite con precisione regole e modalità, rischia di creare il caos nella grande distribuzione. Il perché è presto detto: ci saranno negozi in cui si potrà entrare per acquistare i prodotti alimentari ma non il resto. A lanciare l’allarme è Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, in un’intervista al Messaggero.

Servono regole nazionali condivise

La richiesta del settore è chiara. Nonostante i supermercati siano abituati a gestire l’emergenza, ci vogliono regole chiare: «Io mi aspetto delle regole chiare e molto facili da applicare che non abbiano poi interpretazioni diverse a livello locale. Le imprese della Gdo sono presenti in tutto il territorio nazionale, vorrei evitare di trovarmi in situazioni in cui ogni singola autorità locale applicasse le norme in modo diverso». 

In particolare, c’è il nodo centri commerciali dove oltre ai negozi ci sono anche ipermercati che, naturalmente, oltre agli alimentari però vendono anche prodotti di uso quotidiano: «Non vorrei che ci si trovasse a dover gestire l’eventuale controllo del green pass in base alle casistiche di cosa i clienti acquistano» sottolinea Frausin.

No a costi aggiuntivi per le aziende per i controlli

Fondamentale, inoltre, che «non siano applicati sistemi che aggravino i costi e la complessità per le aziende», ricordando che per i controlli «ci sono gli organi di stato. Per noi diventerebbe oneroso e complesso. Non credo che avrebbe molto senso, tanto più che nei nostri punti vendita si entra e si fanno acquisti indossando la mascherina. Ma ho fiducia che il governo capisca che creare nuove complessità non è un vantaggio per nessuno».

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