martedì 25 giugno 2024

Turismo, l'Italia attrae (e incassa) sempre di più

 

Turismo, l'Italia attrae (e incassa) 

sempre di più. 

Ma quanti soldi 

restano davvero?

Il turismo straniero in Italia vale circa 114 miliardi, ma appena una piccola parte resta qui: solo quanto serve per pagare i costi essenziali (fornitori e personale), mentre gran parte degli utili va altrove. Stiamo diventando il Paese grande attrattore turistico, dove gli investitori internazionali estraggono ricchezza lasciando a noi solo le briciole

di Vincenzo D’Antonio

Turismo: l'Italia attrae (e incassa) sempre di più: ma quanti soldi restano davvero?

Di tempestività proprio non si può parlare. È ad inizio giugno, ovvero nell'ultimo mese del primo semestre che l'Istat comunica le “stime”, ribadiamo “le stime” e non i dati certi, relative all'andamento turistico in Italia nell'anno 2023. Ad ogni modo, dobbiamo fare di necessità virtù e leggiamo insieme queste “stime”. 134milioni di arrivi e 451milioni di presenze negli esercizi ricettivi presenti sul territorio nazionale. Insomma, la media di tre pernottamenti.

Turismo in Italia: i numeri

Rispetto all'anno 2019 l'aumento degli arrivi è del 2% circa e quello delle presenze è del 3% circa.  Rispetto all'anno 2022, gli arrivi crescono del 13% circa e le presenze del 10% circa.  Non c'è che dire: va proprio bene, anzi benissimo. La componente estera della clientela è prevalente su quella domestica: nel 2023 il 52% circa delle presenze turistiche sono riferite a clienti non residenti in Italia. Gli arrivi nel settore extra-alberghiero (anno 2023 su anno 2022) crescono del 17%, le presenze  dell'11%, con incrementi maggiori di quelli del settore alberghiero che sono, invece, +12% circa per gli arrivi e +8% circa per le presenze. Lazio e Lombardia sono le regioni che crescono maggiormente nell'anno 2023 rispetto al 2022, visto il sostenuto incremento delle presenze turistiche delle città di Roma e Milano.

                      Turismo in Italia, quanto valgono gli ospiti stranieri?

Fin qui i dati. E adesso qualche riflessione. 451milioni di presenze. Quanto spende al giorno questo turista, “questa presenza” verrebbe da dire? Bisogni primari: dovrà pur dormire e mangiare. Auspicabilmente, buon per lui, vorrà dormire bene e mangiare bene. Un gelatino al giorno non glielo togliamo, ma nulla di più del gelatino. Ecco, in media costui spende tra dormire bene, mangiare bene (un pasto completo al giorno e uno spuntino) e il “gelatino” 160 euro al giorno.

Turismo, l'Italia attrae (e incassa) sempre di più. Ma quanti soldi restano davvero?

Il turismo straniero in Italia vale circa 114 miliardi di euro

Siamo a 72miliardi di euro al giorno, di cui 38miliardi provenienti da turisti non italiani. E vogliamo pensare, suvvia, che questi stranieri sono tutti “frettolosi” e dopo appena tre giorni già lasciano il nostro Paese, insomma tutti della serie “toccata e fuga”? Va bene, pensiamo che sia così. Pur sempre il loro “arrivo complessivo” vale 114miliardi di euro. C'è da stare allegri. Un bel fiume di denaro. Tre Finanziarie circa messe insieme.

Turismo in Italia, quanti soldi restano?

La domanda è: di questi 114miliardi di euro provenienti dall'estero, quanti ne restano (posto che ci arrivino) in Italia? Facciamoci prima un'altra domanda, visto che stiamo facendo focus sui turisti stranieri. Come arrivano in Italia questi turisti? Fermiamoci a considerare quelli che arrivano in aereo. Hanno pagato il biglietto aereo, in tutta ovvietà. Sì, e i soldi del biglietto aereo andata e ritorno dove stanno? Oramai non abbiamo più la compagnia di bandiera. I turisti stranieri, che siano voli low cost oppure no, di certo non stanno lasciando i soldi del biglietto aereo (a voler cavillare, diremmo al netto delle tasse aeroportuali) in Italia. Sono soldi che restano nel loro Paese di origine o che comunque in Italia non ci arrivano proprio.

Turismo in Italia, il circolo vizioso di Booking

Ecco, sono arrivati in Italia, quindi adesso gli euro li lasciano qui. Vediamo. Se alloggiano in alberghi a cinque stelle, molto probabilmente neanche i soldi dei pernottamenti restano in Italia, posto che vi abbiano almeno transitato. Oramai le grandi catene alberghiere di lusso non sono italiane, come, lo abbiamo appena detto, non sono italiane pressoché tutte le compagnie aeree che volano da e per l'Italia. Sì, ma quanti saranno mai i turisti stranieri che alloggiano in alberghi di lusso? Diciamo pochi, ben sapendo che non è vero. Sono la minoranza ma non sono assolutamente pochi.

Turismo, l'Italia attrae (e incassa) sempre di più. Ma quanti soldi restano davvero?

Booking.com esige day by day il 20% circa del fatturato, non dell'utile

E i tanti che alloggiano negli alberghi di quattro stelle, tre stelle, due stelle, e nelle strutture ricettive extra-alberghiere, come hanno effettuato la prenotazione? Quasi il 100% di costoro adopera booking.com, azienda che di certo non è italiana. Booking è azionista de facto di quasi tutte le strutture alberghiere italiane. È socio con una prerogativa che non ha nessun altro socio: esige day by day il 20% circa del valore dell'incoming. Non dell'utile, come compete ai soci dopo l'approvazione di un bilancio che preveda ripartizione dell'utile di esercizio ai soci, bensì, lo si ribadisce, del fatturato, non dell'utile. E non ripiana eventuali perdite, non reinveste nell'impresa parte degli utili: niente di ciò.

Codesto è meccanismo perverso. Io albergatore che tramite Booking vendo a 100 euro la camera, già sono consapevole che me ne entrano 80. A questo punto, se non sono ben vigile, se non rifletto compiutamente, cosa faccio? Taro i miei servizi al cliente su 80. E il cliente dice, anzi non lo dice a me, però lo scrive sui social, che è rimasto deluso perché il servizio ricevuto è mediocre, insomma non è da 100 come si aspettava fosse, ma è, a dirla bene, da 80.

Questo albergatore comincia a vendere con maggiore difficoltà i suoi servizi in quanto il suo score è basso e allora cosa fa? Diminuisce i prezzi per recuperare attrattività. E quindi, eccolo che entra nel gorgo che lo inviluppa e lo porta alle soglie della cessazione dell'attività. Insomma, di quegli stimati 114miliardi, quanti ne restano in Italia? Ne restano quanti ne necessitano per pagare i costi essenziali: fornitori e personale. Gran parte degli utili vanno altrove.

Turismo in Italia: grande attrattività, 

ma con in mano le briciole

Stiamo pagando gli errori del passato. Tra l'altro, duole dirlo, un passato recente. Non abbiamo investito in tecnologia, non siamo stati tempestivi a cogliere le innovazioni tecnologiche. Non abbiamo aziende che investono in ricerca e che facciano adeguata formazione alle loro risorse umane, posto che sappiano e vogliano cercarle ed assumerle. Insomma, stiamo diventando il Paese grande attrattore turistico, dove gli investitori internazionali estraggono ricchezza, a noi lasciando briciole. Ne siamo coscienti? Ci sta bene così?

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