martedì 22 dicembre 2015

2050. VERSO I VINI DOC DEL PROFONDO NORD?



2050. VERSO I VINI DOC
DEL PROFONDO NORD?
 
“E come vino preferite un Chianti bavarese
o un  Barbera russo?»
Se si riveleranno esatte le previsioni sul cambiamento climatico
e la coltura della
vite esposte in uno studio pubblicato su Pnas, prima
di fine secolo si rischierà di essere posti davvero di fronte a scelte di questo tipo. La vite, per produrre bene, ha bisogno infatti del clima mediterraneo, estati calde e piogge fra ottobre e aprile, che trova anche in Cile, California, Sudafrica, Australia, Messico e Cina.
Per valutare dove la vite produrrà ancora nel 2050, i ricercatori
del gruppo diretto dal biologo Lee Hannah, dell'associazione
Conservation International, hanno calcolato con modelli climatici temperature e piogge nelle zone vinicole del mondo
a metà secolo. La loro conclusione è che, con un aumento di
temperature fra 1,5 e 3°C, le aree oggi adatte si ridurrebbero del 19-25 per cento in Cile e addirittura del 62-73 per cento
intorno al Mediterraneo. I vigneti, quindi, in Italia resisterebbero solo sugli Appennini, mentre la Germania diventerebbe il cuore vinicolo europeo, con propaggini fmo a Russia e Inghilterra.
«L'Organismo internazionale per la viticoltura sta prendendo in seria considerazione gli effetti del cambiamento climatico» dice Palma Esposito, responsabile viticoltura per Confagricoltura, «escludendo però il catastrofismo, sia perché la vite è adattabile - dà ottimi vini fra Pantelleria e il Trentino - sia perché si può rimediare selezionando nuovi ceppi o aumentando le irrigazioni, oppure in cantina, usando pratiche adatte ai mosti modificati dal clima».
Alex Saragoza

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