domenica 30 giugno 2019

Il piccolo Trump friulano e le vigne che uniscono

Il piccolo Trump 

friulano 
e le vigne 

che uniscono


I vigneti del Collio senza continuità fra Italia e Slovenia

Un muro di 243 km per fermare i migranti che vengono dalla Slovenia? Una proposta del Governatore del Friuli che distruggerebbe un paesaggio unico e un paradiso di integrazione economica e culturale

Alla fine è tornato sui suoi passi e ha precisato che la lunghezza del muro che vorrebbe contro i migranti (243 km) era solo una licenza poetica, ma per qualche ora Massimiliano Fedriga, Governatore del Friuli Venezia Giulia ha rubato la scena al Comandante Salvini e, fra il serio e il faceto, si è un po’ atteggiato come un piccolo Trump.
Ora, al di là del fatto che il presidente degli Stati Uniti è da 2 anni nell’empasse per il progetto da 3.100 km lungo il confine messicano che non trova finanziamenti per l’assoluta inutilità dell’opera, la mia prima reazione è stata di chiedermi se il Governatore del Friuli conosce il suo territorio. Ora, io ho forse visitato pochi km del confine italo-sloveno, ma lo trovo da sempre uno degli ambienti in assoluto più belli paesaggisticamente e culturalmente. La zona del Collio, in particolare, è ad esempio il modello di più riuscita integrazione fra aree dove il confine unisce invece che dividere.


I vigneti del Collio senza soluzione di continuità fra Italia e Slovenia

Le sue dolci colline dominate da castelli, abbazie e aziende agricole non hanno soluzione di continuità fra Italia e Slovenia. La strada principale in più punti attraversa i confini e per chi non è della zona è difficile capire in che Stato ci si trovi. L’elemento unificante, e che caratterizza il paesaggio, sono poi i vigneti fra i quali, come per la viabilità, si può perdere il senso di dove si è. E la cucina è l’altra anima che unisce i due versanti.
Nell’area dove sentirsi realmente europei è una realtà, sia pure con un passato doloroso che si è basato già su un muro terribile quale quello che nel dopoguerra aveva diviso Gorizia, la sola idea di erigere barriere per fermare l’invasione di 448 migranti (dato 2018) che per lo più sono passati dalla Slovenia in Italia per andare in Austria o Germania, è quasi peggio di una bestemmia.
Il rimedio sarebbe drammaticamente peggio del problema. Si distruggerebbe irrimediabilmente uno dei più bei luoghi d’Europa, colpendo al cuore turismo ed enologia in primis. Un'area che si è candidata unitariamente per avere la tutela dell'Unesco. E ciò senza pensare che il Governatore del Friuli si troverebbe in contraddizione con la politica della Lega che, giustamente, chiede che la questione migranti sia affrontata sui confini dell’Europa. Da qui anche il braccio di ferro di questi giorni sulla Sea Watch.
Il punto è che il confine fra Italia e Slovenia non è quello dell’Unione Europea. Nella rotta dei Balcani, prima di entrare in Slovenia i migranti devono passare da Croazia e Ungheria. Se quindi li si deve fermare è meglio farlo là. Una proposta di collaborazione italiana con quei Paesi sarebbe certo più utile e meno costosa di un muro assurdo e contro la storia e l’interesse culturale ed economico del Friuli. E ci creerebbe alleati per presidiare il mare...
Anche Trump rivede spesso le sue sparate, per fortuna. E l’ingresso in Corea del sud è un colpo da maestro. Contiamo che Fedriga sappia prendere esempio anche da questo.
di Alberto Lupini
direttore
Alberto Lupini

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