lunedì 11 aprile 2016

UNA TRATTORIA CON FUOCO E CARBONELLA

Io sono una trattoria 

col fuoco e carbonella

Errico Recanati cuoco dell'Andreina

"Io sono una trattoria col fuoco e con la…

Nelle Marche della tradizione

Nelle Marche della tradizione
Così si riassume Errico Recanati quando a fine pranzo esce dalla cucina per scambiare due parole, ed il che sarà senz'altro vero, ma dai piatti che ha presentato è evidente che c'è qualcosa più!
È il 1958 quando per la prima volta Andreina apre al pubblico, ristorante marchigiano dove la tradizione di carne e cacciagione è stata linfa per l'inizio di questa avventura, prima di Andreina e poi di Ave (rispettivamente nonna e mamma di Errico) e dove ancora oggi è ben rappresentata: una proposta complessa, a tratti abbondante, un po' come questo territorio impone e del quale lo chef ha fatto tesoro avvalendosi degli insegnamenti della sua famiglia impegnata in cucina da ormai, con lui, tre generazioni.

Nipote e figlio di grandi saperi

Nipote e figlio di grandi saperi
Il lavoro di Errico non ha mai voltato le spalle alla griglia ed alle pentole di nonna: il suo è il ricordo di un nipote ed un figlio che con parole semplici condivide con me aneddoti familiari più che professionali, ma subito dopo torna immediatamente al presente e mi spiega come nel tempo ha cercato di cucire tutto questo con le diverse tecniche messe a disposizione dell'innovazione per trovare un'espressione personale, più raffinata di quella passata e rispettosa dei tempi attuali. 
Parla di spiedo come ulteriore evoluzione del suo lavoro: la direzione è quella di tornare ad utilizzare questo antico metodo di cottura per offrire nuovi piatti e nuovi sapori, un balzo indietro per poter proseguire nel presente e pensare al futuro.

Creatività controllata

Creatività controllata
Un'altalena nel tempo, così come nei piatti che si susseguono c'è un'alternarsi fra tradizione e creatività controllata che non si allontana mai troppo dalla materia ma punta invece alla valorizzazione. Brace e carbone sono le parole che maggiormente ricorrono nei suoi menù, a voler sottolineare il suo intento sempre più forte e definito: ne sono un esempio "Pane e burro arrostito" ben piantato coi piedi per terra ed una più sofisticata "L'ostrica si dà le arie di brace e la sua perla".
Piacevole sopra tutti (ora è il mio palato che parla in maniera del tutto personale!!!) "Sgombro ai carboni, cipolla e lamponi" con un'acidità ed una freschezza perfette.
"Zuppa affumicata di castagne, polpette e caccia" piatto confortevole, e "Radici, pernice, sedano rapa e uovo" che ti incuriosisce fin dalla preparazione dell'uovo che viene fatta al tavolo prima di esser servita.

Partire vuol dire scoprire

Partire vuol dire scoprire
Anche i dolci vestiti di modernità sono evocativi e fanno un viaggio nel tempo con "A mio nonno" e "La prima colazione" divertente nella forma e nel servizio al tavolo. 
Forse qualche sbavatura, ma nulla che abbia scalfito la piacevolezza di quanto assaggiato, né tantomeno l'atmosfera che si è respirata in sala e del quale Ramona, compagna professionale e di vita ne è stata indubbia protagonista, trasmettendo tutta la sua curiosità, coinvolgimento e competenza per i vini che di volta in volta ha consigliato in abbinamento ai piatti assaggiati. 

Come ho già avuto modo di dire "Partire vuol dire scoprire" e questo è un viaggio che vale davvero la pena d'esser fatto

www.ristoranteandreina.it

Annamaria Farina
- .vinoecibo

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