Pozzolengo
tra vino e zafferano
Premi alle aziende
più attive
Pozzolengo (Bs) è riuscito nel miracolo di tenere alto il campanile - non il campanilismo - senza piegarsi alle speculazioni urbanistiche e legando il suo futuro a due prodotti della terra: il vino e lo zafferano.
Un paese da 3500 abitanti, fra le colline del lago di Garda nel cuore della Lugana si trova al crocevia di tre provincie: Mantova, Verona e appunto Brescia alla quale appartiene. E il Comune, con il sindaco Bellini e l'assessore Degani, ha voluto festeggiare e premiare le 23 aziende vitivinicole che in questo splendido anfiteatro morenico producono 4 milioni di bottiglie, una quota consistente dei 16-19 milioni complessive che portano il sigillo del ''Consorzio Lugana'' che raggruppa anche Desenzano, Lonato, Sirmione e la veronese Peschiera.23 cantine prettamente a conduzione famigliare, di varie dimensioni; si parte dalle 5mila bottiglie prodotte dalla più piccola, Loda per raggiungere le 800mila della più grande, Roveglia. Lugana, un grande bianco che non ha giacenze in cantina e non conosce crisi, viene tutto venduto - 30 % - in Italia, e soprattutto all'estero. Grandi consumatori ed estimatori, i tedeschi.
«A differenza di tante altre zone - ha detto il vice delegato lombardo Ais, Alessandro Caccia - qui hanno saputo fare distretto e vi è sempre qualcosa da imparare». Carlo Veronese, direttore del Consorzio è stato ancor più esplicito: «Importante è continuare a girare il mondo per far conoscere i nostri vini, mai fermarsi e mantenere alta la qualità».
Poi Veronese ha lanciato l'invito appello ai produttori: «In primavera scade il mandato del consorzio. Fatevi avanti, è nel vostro interesse essere presenti in questo organismo che sostiene l'attività di tutte le 113 cantine associate. Non delegate ad altri».
Pozzolengo non è solo vino. Lo hanno ricordato gli amministratori pubblici che hanno dato la notizia della pratica in corso per riconoscere la Deco - denominazione comunale - anche allo zafferanno purissimo prodotto nel comune che qui trova terra fertile ed è coltivato da poche e selezionate aziende agricole. Non è poco per un piccolo centro che per essendo nell'entroterra è riuscito a trovare una sua originalità e caratterizzazione crescendo in numero di turisti e vacanzieri: dai 49mila del 2014 ai 90mila dell'anno scorso. Un segnale non casuale della qualità del territorio che è riuscito a far vino grazie non a produttori per investimento, ma per vocazione.
di Renato Andreolassi
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