sabato 19 ottobre 2019

Attems 2019, un'annata di pregio Vini dal forte carattere friulano

Attems 2019, 

un'annata di pregio
Vini dal forte 

carattere friulano


Gianni Napolitano, direttore della tenuta di Capriva del Friuli (Go), e l’enologo Daniele Vuerich hanno tracciato un primo bilancio della vendemmia appena conclusa.

Un racconto che si sviluppa tra botti di acciaio e cemento, legno di acacia e rovere francese, vigneti, bottiglie e abbinamenti gastronomici. Un blend in una regione come il Friuli Venezia Giulia che rappresenta il melting pot per antonomasia alternando aree geografiche, lingue, terreni e culture. Differenti identità compresse tra le Alpi e il mare.
E Attems, con i suoi vini, raccoglie i frutti di questa unica combinazione di fattori. La tenuta si estende per 79 ettari, di cui 44 vitati a un’altitudine media di 130 metri, nel comprensorio del Collio Goriziano, al confine con la Slovenia. Un territorio collinare esposto a sud e protetto dai venti freddi del nord dalla cerchia delle Prealpi Giulie. Da sempre un’area particolarmente vocata alla viticoltura tanto che, alla fine dell’Ottocento, fu una delle prime regioni viticole italiane a introdurre e valorizzare, accanto alla Ribolla Gialla, varietà autoctona, altri vitigni come Sauvignon, Pinot Grigio, Chardonnay e Merlot, tutti presenti in casa Attems. La vicinanza della costa adriatica – circa 15 km in linea d’aria dai vigneti – favorisce la persistenza di un microclima mite e temperato che rende il Collio terreno d’elezione per la produzione di vini freschi e profumati, asciutti e armonici. «Anche il riflesso cromatico del mare apporta grandi benefici alle nostre uve», ha sottolineato Daniele Vuerich. La rifrazione dei raggi solari sulle acque del golfo di Trieste conferisce infatti all’area una luminosità particolare che favorisce la maturazione delle uve.

Daniele Vuerich (Attems 2019, un'annata di pregio Vini dal forte carattere friulano)
Daniele Vuerich

«Nella prima metà di settembre, durante la raccolta del Sauvignon e del Pinot Grigio, l’alba friulana ci ha regalato temperature bassissime – ha spiegato il direttore Gianni Napolitano – Per questo le uve sono sempre giunte fresche in cantina: gli acini intatti, con la buccia croccante e una polpa ricca in acido malico. I mosti di Sauvignon, che stanno ultimando in questi giorni la fermentazione alcolica, sono già un’esplosione di profumi varietali, e il Pinot Grigio ha tutte le caratteristiche per lasciar presagire un vino di elegante struttura».

L' "uovo" e le botti in acciaio (Attems 2019, un'annata di pregio Vini dal forte carattere friulano)
L' "uovo" e le botti in acciaio

Dal 2010 la tenuta è di proprietà Frescobaldi e Attems è l’unica azienda agricola del Gruppo fuori dalla Toscana, dettaglio di peso. «La famiglia – ha notato Vuerich – ha creduto in questo territorio e nei vini che lo interpretano, ma con uno sguardo al futuro e una declinazione internazionale. Si lavora in team e il gioco di squadra è vincente, quanto l’autonomia nelle scelte. Il Pinot Grigio Ramato ne è una testimonianza tangibile: profilo moderno e radici nel territorio».

Riprende la tradizione della Repubblica di Venezia: con il termine “ramato”, infatti, negli antichi documenti commerciali si trova indicato questo particolare vino. In fase di vinificazione il mosto resta 24 ore a contatto con le bucce e si impreziosisce di una sfumatura rosata particolarmente seducente. Al palato è avvolgente, ricco e complesso, con una piacevole mineralità e un finale lungo e sapido che lascia un retrogusto di fiori di campo e pepe bianco. Ottimo come aperitivo e per accompagnare piatti di pesce. Lo abbiamo degustato a Udine ai tavoli di Ars Bibendi, classica enoteca-osteria del centro, in abbinamento a crostini - quello con burrata e acciuga da vertice - affettati e formaggi.

Attems produce 450 mila bottiglie, di cui oltre il 50% tra Pinot Grigio Classico e Ramato. Una filosofia di cantina che interpreta il territorio friulano con una visione contemporanea che si traduce in una gamma di vini dalla personalità elegante e identificativa di un’area vitivinicola particolarmente vocata. Un’impronta appezzata dai mercati esteri, Stati Uniti in testa, che valgono una quota del 53%.

Un produzione molto variegata che contempla Cicinis Collio Doc Sauvignon Blanc, Trebes Collio Doc Ribolla Gialla, Cleve Collio Doc Cabernet, Pinot Grigio Friuli Doc, Pinot Grigio Ramato Friuli Doc, Sauvignon Blanc Venezia Giulia Igt, Chardonnay  Venezia Giulia Igt, Ribolla Gialla Venezia Giulia Igt e Merlot Collio Doc. Oltre al già citato Ramato, i gioielli di famiglia sono rappresentati da Cicinis, Trebes e Cleve.

Cicinis è considerato il vino simbolo dell’azienda. Nasce da un vigneto di Sauvignon Blanc sull’omonima collina nel cuore del Collio. La fermentazione e la maturazione del Sauvignon avvengono in parte in particolari serbatoi di cemento a forma di uovo e in parte in barrique e tonneuax. L’affinamento in bottiglia dona caratteristiche di mineralità, acidità, freschezza e sapidità. Una complessità che evolve.

Trebes è prodotto con il vitigno che più di ogni altro identifica l’enologia friulana, del Collio in particolare: la Ribolla Gialla. Al gusto è esplosivo, con l’intensa acidità tipica della varietà che si integra perfettamente a una potente struttura. Il finale, ampio e minerale, regala un retrogusto di mandorla tostata e tarassaco.

Cleve (in lingua friulana, pendio) è un blend di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e una piccola percentuale di Carménère coltivati in terreni di ponca, la friabile roccia madre del Collio Goriziano. Al palato è fresco, minerale e con una vivace acidità che esalta le sensazioni fruttate e introduce alle note speziate finali di cannella e pepe nero.


«Con i nostri prodotti – ha puntualizzato Daniele Vuerich – vogliamo testimoniare a livello enologico la potenza di questo territorio, il forte carattere friulano. I nostri mosti devono infatti rappresentare il varietale. Un impegno di ricerca e selezione che nasce in vigna. La vinificazione non è altro che l’ultimo tratto di un percorso che vuole esaltare quanto fatto in un anno».
di Gabriele Ancona
vicedirettore
Gabriele Ancona


Per informazioni: www.attems.it

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