giovedì 24 ottobre 2019

MARGHERITA DI SAVOIA Patrimonio nazionale alimentare una serie di dubbi e di perchè...

MARGHERITA DI SAVOIA - 
Patrimonio nazionale alimentare 
a tavola e in cucina...
Scoppiato un caso...
ora è politico la svendita 
della salina apre una serie 
di dubbi e di perchè... 


A distanza solo di un anno (era settembre2018) da quando segnalammo la vendita-svendita della più grande salina europea di Margherita di Savoia (Puglia – Barletta)  a una società francese senza nessuna garanzia-sicurezza in merito al prodotto #saleitaliano che è pur sempre un bene collettivo, dello Stato Italiano, di noi tutti cittadini come patrimonio e giacimento naturale
… ora scoppia il caso, le stesse questioni, grazie all’intervento politico  trasversale di diversi parlamentari, onorevoli, consiglieri regionali, presidenti di commissione della regione Puglia e del Comune di Margherita.  Emerge – dai diversi comunicati fatti – qualche dubbio legale e giuridico in merito alla cartolarizzazione della banca MPS che, attraverso la vendita di un credito avanzato verso la spa Atisale gestore della salina, c’è stato un automatico passaggio anche di concessione estrattiva, titolarità delle gestione e quindi dei 160 dipendenti…senza alcuna garanzia sindacale, gestionale, sviluppo e ristrutturazione di un sito produttivo vecchio e obsoleto, senza una strategia territoriale, senza alcun intervento della politica locale. Tutte questioni già sollevate dalla stampa anche nazionale, ma che da Bari a Roma, tutto era passato senza nessun clamore, senza interesse. Il precedente governo – più volte sollecitato – non ha fatto nulla. Ora speriamo che qualcosa succeda. A Noi non compete nessun giudizio legale, giuridico, finanziario, concessionario e demaniale. A Noi interessa il #saleitaliano e la sua salvaguardia per certezze e certificazioni dovute al consumatore che spesso è buggerato e confuso da informazioni errate, incomplete, camuffate. Chiediamo ancora una volta che il #saleitaliano non faccia la fine dello #zuccheroitaliano degli anni’80-’90 che ci vede oggi importare l’80% del consumo interno nazionale. A Noi interessa che il #saleitaliano sia riconosciuto per la sua origine e qualità. E basta. Purtroppo il CAOS sorto a “Margherita di Savoia”, la più grande salina marina d’Europa, con il più grande parco naturale riserva di 4000 ettari, con un sistema termale da sostenere, non aiuta.
La vendita del debito finanziario (avvenuta fra dicembre 2018 e agosto 2019)  maturato negli ultimi 6-7 anni da sicuramente una gestione non corretta di Atisale-Salapia spa titolare della concessione pubblica estrattiva ( e quindi gestore di tutto il sito con 160 dipendenti) verso Monte dei Paschi di Siena, banca creditrice per oltre 11,6 milioni di euro, sta creando non poca apprensione sulla produzione del sale locale!  

La vendita con asta privata (cartolarizzazione secondo la legge Padoan)  ha portato  a Mps un incasso di 5,4 mio/euro (meno del 50% del credito netto) ma – sembra – con la presentazione di almeno altre 2 offerte di altre 2 cordate-società di imprese (aventi tutti i requisiti del caso)  offerenti rispettivamente 5,6 mio/euro e 5,9 mio/euro.  
Si fa presente che in data luglio-ottobre 2018 avevamo già segnalato il pericolo di una “svendita” all’estero dell’ennesimo marchio e know how del made in Italy senza alcun intervento pubblico e senza garanzie. Si  fa presente che grandi prodotti DOP italiani necessitano di  “salatura, salagione, salamoia” come Grana Padano, Culatello, Prosciutti, Parmigiano Reggiano, Provolone, Salami ecc…
Reputiamo corretto, visto la nostra attività, segnalare i link che pongono delle domande molto chiare e che aspettano risposte.  
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Comstampa
Piacenza, agosto-settembre 2018
Dopo il vino dop-igp, gli spumanti, l’olio evo, l’aceto balsamico, i formaggi, l’aglio…. anche il sale è una commodities da salvaguardare. Prima che si perda una storia e un valore millenario, il #saleitaliano necessita di tutela, certificazione, tracciabilità per il consumatore. Il sale è un patrimonio nazionale di tutti, inscindibile e invendibile come l’acqua potabile, unisce mare-terra-salute-dieta-turismo-imprese-uomini. Non svendiamolo, noi vogliamo un disciplinare di produzione e certezze per il consumatore. E’ un bene inalienabile che necessita di una norma specifica a vantaggio del consumatore, ma anche dei prodotti tipici italiani. Le saline e le miniere sono un bene demaniale dello Stato, per questo è opportuno e corretto che il sistema governativo difenda il sale, come la pesca, come i prodotti Dop, Igp. Pochissimi sono i sali italiani oggi che rientrano in un riconoscimento ufficiale, come Igp a Trapani e come presidio Slow Food a Cervia, tutte le saline marine o di terra sono collegate a una riserva o a un parco, anche di grandi dimensioni. Sono zone umide dall’alto valore territoriale che possono creare attrazione, turismo, occupazione, nuove start up. Il sale, come il grano, è una fonte fondamentale per la vita umana, non solo un uso quotidiano a tavola. e’ vero che il sale ha anche una funzione industriale molto forte, ampia, ma si possono creare “chicche” a tavola e sostanze altamente utili per la salute umana, la cosmesi, i farmaci avendo diverse proprietà. LANCIO E CHIEDO a tutto il mondo politico locale e nazionale che il sale italiano sia tutelato, salvaguardato come patrimonio nazionale. Inoltre il Sale del Sud Italia presenta caratteristiche naturali e biologiche uniche, dalla composizione alla limpidezza, dalla purezza agli aromi naturali, dalla alta presenza di iodio che magnesio, che sono altamente sanificanti. RAMMENTO anche che senza il sale di miniera (Salsomaggiore o Volterra, per fare solo due esempi) probabilmente oggi con potremmo gustare e assaggiare prodotti come il Grana Panano, il parmigiano Reggiano, la Coppa Piacentina, il Salame Gentile, il Culatello, il Prosciutto di San Daniele, il Parma tanto per citare i più noti. L’Italia ha bisogno di questi giacimenti fondamentali, devono essere controllati, seguiti e vedere se oltre alla concessione governativa del Demanio ( ricordo che sono tutte proprietà dello Stato e concesse temporaneamente a imprese private o enti pubblici locali che ne gestiscono l’operatività e la funzionalità) e – come CEVES – Centro Studi Osservatorio Mercati Cibo&Vino  – stiamo facendo una campagna di analisi e valutazioni sui prodotti alta qualità italiana, di difesa di una produzione che deve emergere, diventare la più importante al mondo soprattutto per la ristorazione italiana. La cucina italiana nel mondo, i cuochi che fanno cucina italiana, potrebbero così avere brand-marchi di origine esclusiva italiana, prodotti su suolo italiano da imprese italiane. il sale è un prodotto della natura che ha caratteristiche salutistiche da elevare anche come valore aggiunto e non deve essere un prodotto mass-market e solo industriale antighiaccio. CHIEDO CON URGENZA una grande attenzione del Governo verso uno dei prodotti, oltre ad altre spezie e erbe officinali, fondamentale per i Dop e Igp italiani. Difendiamo l’origine italiana, qualifichiamo siti-distretti, integriamo la produzione con il consumo, sviluppiamo una economia locale attrattiva e ospitale che può ruotare attorno a saline, terme, valore dell’acqua, ma anche attenzione ai porti di attracco, alla pesca e al mare, fonte connessa con le imprese marine.
 Giampietro Comolli

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