venerdì 29 ottobre 2021

Istat, cresce il Pil ma accelera anche l'inflazione

 

Istat, cresce il Pil 

ma accelera 

anche l'inflazione


Nel terzo trimestre del 2021 il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del +2,6% rispetto al trimestre precedente e del +3,8% in termini tendenziali (ossia rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente). 

Lo comunica l'Istat in base alle stime preliminari che, tuttavia, segnalano anche un incremento dell'inflazione: nel mese di ottobre l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic) registra un aumento dello 0,6% su base mensile e del 2,9% su base annua (da +2,5% del mese precedente).

«Dopo un secondo trimestre in forte recupero, nel terzo trimestre dell'anno l'economia italiana ha registrato una crescita ancora molto sostenuta», commenta l'Istituto di statistica. L'Istat specifica che il terzo trimestre del 2021 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2020. Detto ciò, la crescita acquisita per il 2021, quella che si otterrebbe se nel quarto trimestre dell'anno il Pil italiano registrasse una variazione congiunturale nulla, è pari al +6,1%.

La variazione congiunturale (+2,6%), spiega l'Istituto di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell'industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.

Tuttavia, nel mese di ottobre l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,6% su base mensile e del 2,9% su base annua (da +2,5% del mese precedente). L'ulteriore accelerazione, su base tendenziale, è in larga parte dovuta, anche nel mese di ottobre, ai prezzi dei beni energetici.

Per quanto riguarda i consumatori, l'aumento della spesa si traduce in una variazione su base annua del “carrello della spesa” pari al +1,2%. «L’impegno della distribuzione si muove nella direzione della tutela del potere d’acquisto delle famiglie agendo con tutte le leve possibili per calmierare eventuali effetti dei rincari. Un compito che portiamo avanti costantemente e che si accentua in fasi particolarmente delicate, come quella che stiamo attraversando, in cui le oscillazioni dei prezzi potrebbero diventare più sostenute», ha affermato Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione.

«Siamo di fronte a un contesto di rincari su scala globale e i fenomeni inflattivi possono risultare difficilmente governabili: una questione di tale portata deve quindi essere condivisa a livello di filiera e sottoposta all’attenzione delle istituzioni», ha concluso Buttarelli.

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