L'Italia ha richiesto a Bruxelles un'estensione di quattro mesi per finalizzare la nuova mappatura delle spiagge. La richiesta è stata formulata attraverso una lettera inviata dal governo alla Commissione europea, in risposta al parere dell'esecutivo comunitario, primo passo nella procedura d'infrazione relativa alle concessioni balneari. La direttiva Bolkestein stabilisce la gara delle licenze in caso di "scarsità del bene". Tuttavia, il governo italiano sostiene che, secondo una prima valutazione contestata da Bruxelles, non vi è tale scarsità, poiché le concessioni demaniali riguardano solo il 33% delle spiagge.
L'Italia chiede all'Ue la proroga fino al 31 dicembre 2025 per le concessioni balneariNel documento di 17 pagine, il governo italiano specifica l'intenzione di concludere i negoziati con gli enti locali entro quattro mesi e propone un'estensione delle concessioni fino alla fine del 2025.
Quante sono le concessioni balneari in Italia?
Il sistema informativo del demanio, lo scorso febbraio, ha censito 26.313 concessioni, 15.414 delle quali ad uso turistico-ricreativo. Se numericamente quelle turistico-ricreative sono prevalenti, (58,6% del totale), dal punto di vista della superficie sono assolutamente residuali occupando appena lo 0,50% dell'area demaniale complessiva. Un altro elemento che qualifica le concessioni ad uso turistico-ricreativo è la ridotta dimensione della superficie occupata: il 72,3% non supera i 3.000 mq, e il 94,9% i 10.000 mq. Le imprese balneari sono soltanto una parte delle aziende che utilizzano il demanio ad uso turistico-ricreativo. Si tratta di 6.592 imprese (marittime, lacuali e fluviali) che impiegano, nei mesi di alta stagione, 60mila addetti (43mila dei quali dipendenti).
A livello regionale nelle prime tre posizioni troviamo l'Emilia Romagna con 969 imprese balneari (14,7% del settore), la Toscana con 850 (12,9%) e la Liguria con 753 (11,4%), seguono la Campania (645; 9,8%), la Calabria (578; 8,8%) e il Lazio (513; 7,8%). Dall'indagine effettuata da Nomisma si stima un fatturato medio di circa 260.000€ ad azienda, generato per il 50% dai ‘servizi tradizionali': spiaggia, parcheggio e noleggio attrezzature. Bar, ristoranti arrivano a contribuire con una quota addizionale intorno al 48% del totale. Per otto imprenditori su dieci (tra titolari e soci) l'impresa balneare rappresenta la principale fonte di reddito della famiglia.
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