sabato 1 giugno 2024

Rivoluzione nell'universo Prosecco

 

Rivoluzione nell'universo Prosecco: unità d'intenti 

verso una nuova rotta

Nell’arco di due settimane i tre Consorzi di tutela delle denominazioni - Conegliano Valdobbiadene, Prosecco Doc e Asolo Prosecco - hanno cambiato presidenza non senza qualche sorpresa. Ora, nell'universo Prosecco, c'è necessità di maggiore unità e visione comune tra i tre Consorzi per affrontare la contrazione dei consumi e riadattare la strategia per la crescita futura.

di Giambattista Marchetto

Rivoluzione nell'universo Prosecco: unità d'intenti verso una nuova rotta

Le due settimane appena trascorse hanno portato una piccola rivoluzione nel mondo Prosecco. E va da sé che quando si dice Prosecco si devono considerare molte sfaccettature da un lato e dall’altro si parla di centinaia di milioni di bottiglie distribuite nel mondo, dunque di un business di grande rilevanza Per i numeri e per il prestigio del vino italiano.

Che momento vive il Prosecco?

Ricapitoliamo. Dopo 12 anni di cavalcata, Stefano Zanette ha lasciato la presidenza del Consorzio di tutela Prosecco Doc. Un passaggio fisiologico, che prima o poi doveva avvenire: un mandato dopo l’altro, grazie a una progettualità solida e alla visione condivisa con l’approccio strategico del direttore Luca Giavi, ha accompagnato la denominazione a diventare un impero internazionale delle bollicine capace di produrre oltre 600 milioni di bottiglie l’anno e in grado di performare numeri positivi in controtendenza con il mercato globale del vino.

Rivoluzione nell'universo Prosecco: unità d'intenti verso una nuova rotta

Consorzio di tutela Prosecco Doc, numeri che non possono far parlare di crisi

Il 2023, è vero, ha visto la Doc delle bolle a Nordest lasciare sul terreno oltre 22 milioni di bottiglie, ma dopo aver toccato nel 2022 un record inaudito di 638,6 milioni di bottiglie era plausibile un riassestamento. E quel -3,5% deriva da un calo della categoria “Prosecco spumante” con -5,0% e del “Prosecco spumante rosé” con -18,3%. Sono punti percentuali che pesano, ma che sicuramente non possono far parlare di crisi se non contestualizzata in un complessivo rallentamento del mercato del vino.

Equilibri delicati nel Conegliano Valdobbiadene

Più complessa, forse, la posizione di Elvira Bortolomiol, che dopo un solo mandato lascia la presidenza del Consorzio Prosecco superiore di Conegliano e Valdobbiadene Docg e non entra nemmeno nel nuovo Cda. Sembrerebbe dunque una bocciatura netta per Bartolomiol, che ora si trova tagliata fuori nonostante le frequenti dichiarazioni di coesione e unità di intenti tra le varie anime della Docg trevigiana. E invece fa specie che proprio gli imbottigliatori, di cui è stata rappresentante, l’abbiano di fatto esclusa dal consiglio. Alla guida del Consorzio è tornato invece uno dei volti storici della denominazione, Franco Adami (già in sella dal 2002 al 2008) appena tornato nel Consiglio di amministrazione dopo aver ottenuto il numero di voti più alto tra i viticoltori.

Che il clima non fosse dei migliori si era intuito dai pochi applausi durante il discorso di Bortolomiol a margine dell’Assemblea e da alcuni commenti che, uniti a voci di corridoio, le imputano le difficoltà di dialogo registrate negli ultimi tempi all’interno del consorzio e soprattutto i risultati tutt’altro che soddisfacenti del Valdobbiadene, che ha perso il 10% in termini di volumi venduti (che significa 10 milioni di bottiglie, tornando sotto i 100 milioni). Le aspettative dei produttori sono state in parte disattese - osserva Unione Italiana Vini - dato che si attendeva per il 2023 una crescita moderata in Italia, spostando le aspettative di crescita all’estero soprattutto sui mercati degli Stati Uniti e del Regno Unito.

Adami si è invece insediato «in un clima sereno e coeso» fanno sapere dal Consorzio. E pur ringraziando la presidente uscente, prevede un lavoro impegnativo, «ma sono convinto che partendo dalla definizione di una visione comune della nostra identità e di quali siano i punti di condivisione con il resto del mondo Prosecco, saremo capaci di promuovere al meglio i nostri valori immateriali e farli così emergere in modo deciso». I primi passi concreti saranno sul disciplinare di produzione, sulla sostenibilità e sulla conservazione delle Rive». Durante il primo Consiglio, Adami ha pronunciato un appello chiaro affinché il dialogo in seno alla Denominazione sia condotto «con franchezza, trasparenza e coerenza».

Asolo Prosecco: cresce, ma cambia volto

Diverso lo scenario per l’Asolo Prosecco che, dopo aver chiuso il 2023 con una crescita del 14,5% (mettendo a segno il record di 27,5 milioni di bottiglie vendute) nel primo trimestre 2024 ha compiuto un ulteriore balzo in avanti del + 16,3%, pari a 8,2 milioni di bottiglie certificate. Se il trend continuasse su quei livelli, in proiezione a fine 2024 Asolo Prosecco supererebbe il tetto dei 30 milioni di bottiglie. Non sono stati dunque i numeri a indurre il Consorzio a cambiare guida, dato che l’ormai ex presidente Ugo Zamperoni metteva in evidenza l’ottimale combinazione tra qualità e identità e prevedeva di intensificare le operazioni commerciali negli Stati Uniti. Il timone passa ora al sessantenne Michele Noalrappresentante dei viticoltori, eletto all’unanimità e orientato a proseguire il lavoro nel segno della continuità. «Il mio intento sarà sempre quello di unire, creare dialogo e confronto. Desidero rappresentare nel migliore dei modi le varie anime che compongono le nostre denominazioni», è la prima dichiarazione del neopresidente, che sarà affiancato dai vice Claudio Galosi (dell’azienda Botter Spa) e Salvatore Feletti (Cantina Colli del Soligo Sca).

Il mondo Prosecco in cerca di una (S)quadra

È proprio la necessità di una unità d’intenti ad esser probabilmente la spiegazione di questa “rivoluzione” - fortunatamente pacifica e ragionevole - ai vertici dei tre Consorzi del mondo Prosecco. Se infatti esiste una società sinergica - la Sistema Prosecco, nata nel 2016 dalla comune volontà dei tre consorzi del mondo Prosecco - che ha come focus monitoraggio e tutela contro la contraffazione e l’abuso del nome sui mercati internazionali, spesso è mancata invece quella “empatia” orientata ad una comune visione per dare prestigio alle bollicine del Nordest su scala nazionale e internazionale.

Rivoluzione nell'universo Prosecco: unità d'intenti verso una nuova rotta

Dati positivi invece per il Consorzio Asollo Montello

Tra gioco di prezzi e spinta sull’identità, ogni denominazione ha manifestato una maggiore propensione a giocare la propria partita in solitaria. E se questo in tempi di vacche grasse ha comunque funzionato, portando tutti i Prosecco a crescere in maniera importante, oggi con la contrazione dei consumi e il riassetto della domanda mondiale potrebbe non esser la strategia migliore. Ecco perché il “sistema Prosecco” potrebbe aver bisogno di nuove energie e nuove strategie per far squadra e trovare una quadra per ritornare a crescere. Senza troppi drammi, perché si parla comunque di una galassia produttiva che macina bottiglie a milioni, ma trovando un allineamento sulla visione d’insieme. Lo Champagne (pure in crisi di numeri) docet…

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