Food Italia, valore
quasi raddoppiato
negli ultimi 10 anni: oggi vale 90 miliardi
Il food italiano nell'ultimo decennio ha visto il suo valore passare da un valore di 53 miliardi nel 2012 a circa 90 nel 2023. E per il 2025 è prevista un'ulteriore crescita del 5,2%. In rialzo anche le esportazioni passate, nello stesso periodo da 23 a 44 miliardi di euro secondo Food Industry Monitor, l’osservatorio che analizza le performance storiche delle aziende di questo mercato
vicedirettore
Food, agroalimentare, enogastronomia. Tre settori fratelli che sono sinonimo di accoglienza, benessere e stile di vita. Tre mercati che all’estero rappresentano una consistente porzione del made in Italy e sono una potente calamita che attrae turisti in cerca di esperienze arricchenti. Partendo dal palato si orientano ai territori e al ventaglio di seduzioni artistico-culturali che l’Italia sa offrire. Un circolo virtuoso che muove e ossigena la nostra economia. L’Italia, è bene sottolinearlo, vanta il maggior numero di produzioni agroalimentari e di vini certificati in Europa e nel mondo. Un patrimonio da tutelare e promuovere con intensità.
Il 2023 anno postivo per il settore food: crescita del 10%Decimo anno di attività per Food Industry Monitor
In questo contesto si articola l’attività del Food Industry Monitor, l’osservatorio che analizza le performance storiche delle aziende di questo mercato mettendo a fuoco crescita, export, redditività, produttività e struttura finanziaria. Per il suo decimo anno di impegno ha messo sotto la lente un campione di 840 aziende attive in 15 comparti del settore e con un fatturato aggregato di circa 90 miliardi di euro. Il campione rappresenta il 70% delle società di capitali che opera in questo universo. L’anima dell’osservatorio è rappresentata dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e da Ceresio Investors.
L'export di qualità è una forza propulsiva per il food italiano“Dieci anni di food italiano” è stato il tema del convegno che ha analizzato i dati della ricerca presso la sede dell’ateneo cuneese. Il bilancio è più che soddisfacente. Il food italiano ha registrato negli ultimi dieci anni una crescita rilevante, passando da un valore di 53 miliardi nel 2012 a circa 90 nel 2023. Le esportazioni hanno visto una crescita continua, passando nello stesso periodo da 23 a 44 miliardi di euro. Gli occupati nella sola industria di trasformazione alimentare sono aumentati da 449.000 a 488.000, con una crescita record di circa 39.000 unità in un periodo non particolarmente positivo per l’economia italiana. Da considerare, inoltre, che è stato un decennio che ha vissuto processi di deglobalizzazione, tensioni geopolitiche, crisi congiunturali, conflitti e una pandemia di drammatico impatto internazionale.
Le aziende del campione Food Industry Monitor hanno realizzato, a partire dal 2009, 72 acquisizioni di cui 26 verso target internazionali, per un controvalore complessivo di 5,4 miliardi di euro. Le aziende protagoniste delle acquisizioni hanno registrato, dopo tre anni dalla conclusione dell’operazione, un aumento del fatturato di poco inferiore al 90% e un miglioramento dell’Ebit margin del 6%.
Food Italia, in crescita costante il fatturato medio delle aziende
Tutto questo in un contesto che vede le aziende italiane ancora relativamente piccole, con un fatturato medio di circa 97 milioni di euro e 178 collaboratori. Dal 2013 al 2022 il fatturato medio è cresciuto del 4,4% annuo. Il food italiano resta quindi caratterizzato dalla prevalenza di piccole e medie imprese a controllo familiare che, se da un lato ha garantito un’offerta di qualità bilanciando e miscelando radici e dinamismo, dall’altro rappresenta un limite oggettivo nel confronto internazionale.
Nel 2024 cresceranno settori come vino, distillati, caffè e olioMa veniamo ai nostri giorni. Il 2023 è stato un anno positivo per il settore. Ha fatto registrare una crescita del 10% grazie sia alla buona tenuta del mercato interno sia alle performance riscontrate dell’export. Nel 2023, infatti, le esportazioni del settore hanno raggiunto i 44 miliardi di euro (+6,3%), un dato di valore anche se inferiore alla crescita del 2022, determinata in parte dall’aumento dei prezzi. «Il settore continua a crescere sia per la buona tenuta dei consumi interni sia per la forte dinamicità sul mercato internazionale – ha sottolineato Carmine Garzia, responsabile scientifico dell’Osservatorio e docente di Management presso l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo - L’export di qualità è una forza propulsiva determinante del settore del food italiano». Una crescita in divenire, che proseguirà nel biennio 2024-2025 con tassi superiori al pil. Per il 2024 si prevede una crescita del 4,8%, mentre per il 2025 si dovrebbe toccare quota 5,2%. Anche l’export continuerà su questa strada. Si stima infatti che nel 2024 la crescita delle vendite all'estero sarà del 8,1% e nel 2025 del 7,3%.
Food Italia 2024, bene caffè, olio, distillati e vino
Nel 2024 cresceranno a tassi superiori alla media di mercato settori come caffè, olio, distillati e vino, soprattutto per via dei buoni risultati sul mercato internazionale. In incremento, ma a valori leggermente inferiori, anche altri settori come pasta, latte e derivati e dolci, che risentiranno delle tensioni generate dal sistema della distribuzione e della contrazione dei consumi in alcuni segmenti del mercato italiano.
Unione Italiana Food, 900 marchi sulle nostre tavole
Sorriso sulle labbra anche in casa Unione Italiana Food, l’associazione al vertice in Italia e tra le prime in Europa per rappresentanza diretta di categorie merceologiche alimentari. Una dimora associativa che ha come obiettivo strategico la valorizzazione e la tutela di aziende, prodotti e settori che sono tra i vanti della nostra industria. Rappresenta 530 aziende (100 mila addetti) per 24 categorie merceologiche. Una dimensione di mercato che vale 56 miliardi di fatturato (+10%), 18 di export e 900 marchi sulle nostre tavole. Ancora. Sette prodotti agricoli nazionali su 10 vengono acquistati e trasformati da Unione Italiana Food. Non a caso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha accolto Unionfood come partner strategico per lo sviluppo di iniziative congiunte legate alla promozione in Italia, e a maggior ragione all’estero, di una cultura di qualità del cibo italiano.
Unione Italiana Food, export: nel 2023 il caffè ha fatto segnare +6%«I nostri associati sono grandi aziende centenarie che portano il nostro made in Italy nel mondo, imprese globali che operano in Italia e tante pmi familiari. Abbiamo scelto una casa comune, consapevoli delle differenze ma anche di quello che ci accomuna in termini di valori, pensiero imprenditoriale, rispetto per il consumatore – ha dichiarato Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food - Il Governo ci sta sostenendo nel nostro percorso e siamo sicuri che continuerà a farlo per il futuro. Abbiamo bisogno delle istituzioni per essere sempre più efficaci nell’utilizzo delle risorse disponibili e creare valore per tutta la filiera italiana».
Unione Italiana Food, investiti 3 miliardi in ricerca e sviluppo
Nel 2023 gli associati a Unione Italiana Food hanno investito circa 3 miliardi di euro in ricerca e sviluppo per innovare, migliorare e rendere più sostenibili filiere, processi e prodotti, rispondere alle esigenze del consumatore, anticipare nuove tendenze di mercato. Da quanto emerge dal Rapporto annuale di Unione Italiana Food, i prodotti più performanti del 2023, con un incremento medio del +13% a valore, sono stati le conserve di frutta, di pomodori e funghi; zuppe e minestre; salse e sughi pronti; preparati per la panificazione e pasta gluten free. In valori assoluti, il primo comparto rimane il dolciario, con un valore di 18 miliardi di euro. Seguono la pasta con 8,1 miliardi, i surgelati con 5,8 miliardi e i prodotti vegetali, che valgono 5 miliardi di euro e comprendono, tra gli altri, marmellate e succhi di frutta, sottoli, sottaceti e verdure pronte. I prodotti “tradizionali” (pasta classica, lievitati da ricorrenza, cioccolato, tè e infusi ecc.) restano una “fetta” significativa, circa il 50%, sul fatturato totale, mentre il “tradizionale evoluto” (caffè in cialde, surgelati, verdure pronte, sughi e piatti pronti, nuovi prodotti dolciari ecc.) rappresenta ormai il 30% a valore. Un peso rilevante, il 20%, è quello fatto segnare dai “prodotti innovativi” (cibi light, integratori alimentari, prodotti per categorie specifiche come celiaci, diabetici).
Rapporto Unione Italiana Food: il comparto dolciario vale (2023) 18 miliardi di euroSul fronte export, 4 prodotti alimentari italiani su 10 consumati nel mondo provengono da Unione Italiana Food. Con un valore di 21 miliardi di euro (+8%), le esportazioni pesano per il 38% sul fatturato 2023 dell’Associazione. Un risultato di gran lunga superiore alla media dell’industria alimentare italiana (27%). Nel 2023 i comparti più brillanti sui mercati esteri sono stati il dolciario (+9%, in particolare le caramelle), i prodotti vegetali (+8%) e il caffè (+6%). Tanto per rendere l’idea, nel 2023 all’estero si sono consumati 3 miliardi di piatti di pasta, oltre 500 milioni tra coni, coppette e gelati a stecco, 55 miliardi di tazzine di caffè, quasi 1miliardo di kg tra biscotti, fette biscottate, crackers e dolci come Pandori, Panettoni e Colombe. Caramelle, pastiglie e confetti avrebbero potuto colmare 24 piscine olimpioniche. Per non parlare di 345 mila tonnellate di surgelati e 300 mila di integratori.
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