L'allarme è più che mai rosso. Il Sud Italia sta affrontando una delle peggiori siccità degli ultimi decenni, con gravi ripercussioni sull'agricoltura e sull'approvvigionamento idrico. Gli invasi sono quasi vuoti, i fiumi in secca e la terra assetata. A lanciare l'allarme è l'Anbi, l'Associazione dei consorzi di bacino, che dipinge un quadro allarmante: «Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l'agricoltura nel Centro-Sud».
Un grido d'allarme: il Centro-Sud è in ginocchio di fronte alla crisi idricaEmergenza siccità: Puglia e Sicilia in ginocchio
La situazione è particolarmente critica in Puglia, dove l'invaso di Occhito, fondamentale per l'agricoltura del Tavoliere e per l'approvvigionamento idrico dell'intera regione, è quasi a secco. La Capitanata rischia di vedere inaridire i campi, con gravi conseguenze per l'economia locale e per la produzione di alimenti di base.
Anche la Sicilia è in ginocchio. Le precipitazioni sono state scarse (tanto da aver costretto le aziende vinicole a procedere già con la vendemmia), gli invasi sono quasi vuoti e l'acqua è razionata in molte città. Agrumeti a rischio, sorgenti prosciugate, distribuzione idrica a singhiozzo: l'isola, da sempre considerata un granaio, rischia di trasformarsi in un deserto.
E le conseguenze di tutto ciò possono essere devastanti. La scarsità d'acqua, infatti, ha un impatto negativo sull'ambiente, sull'economia e sulla società. Si rischia la desertificazione di vaste aree, la perdita di biodiversità, la riduzione della produzione agricola, l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, la limitazione delle attività economiche e turistiche, e il deterioramento della qualità della vita.
Il paradosso: siccità al Centro-Sud, alluvioni al Nord
Intanto, mentre il Sud soffre la sete, il Nord Italia è alle prese con un'altra emergenza, molto paradossale: le alluvioni. I bacini dei laghi e dei fiumi, di fatto, sono al di sopra delle portate medie, senza dimenticare i ben 54 eventi meteorologici estremi tra domenica 21 e lunedì 22 luglio.
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