mercoledì 17 luglio 2024

Ticket a Venezia: incassa, ma non frena i turisti

 

Ticket a Venezia: incassa 

ma non frena i turisti. 

Nel 2025 si pagherà di più?

Più di 2 milioni di euro incassati, il triplo delle aspettative. Ma per molti il ticket ha avuto un impatto limitato nel contrastare il turismo di massa. Il comune valuta di renderlo strutturale con costo di 10 euro nel 2025


Inumeri parlano chiaro: 2,2 milioni di euro incassati. Si è concluso così il primo ciclo di sperimentazione del ticket d'ingresso a Venezia, che ha introdotto l'obbligo di munirsi di un QR code o di pagare 5 euro (per i non residenti in Veneto) per visitare la città tra le 8:30 e le 16 nei giorni da bollino rosso. L'amministrazione comunale traccia un bilancio positivo del provvedimento, che ha generato entrate ben superiori alle aspettative. Ma non solo: sta anche valutando il raddoppio del costo, chi vorrà entrare dovrà pagare 10 euro invece dei 5 attuali, sia che si registri online che all'arrivo in città, ma il sindaco Luigi Brugnaro assicura: «Venezia sarà sempre aperta». Nel mentre c'è chi rimane fortemente contrario al ticket continuando a sostenere che il provvedimento non ha raggiunto il suo obiettivo di limitare i flussi turistici, non migliorando la vita dei residenti. Anzi, la misura è vista come dannosa per l'economia locale e come una violazione del diritto alla libera circolazione e alla privacy.

Ticket a Venezia: incassa, ma non frena i turisti. Nel 2025 si pagherà di più?

Venezia: il successo del ticket d'ingresso apre a un possibile raddoppio

Ticket a Venezia: successo economico 

ma il problema del turismo di massa resta

Come detto, nel dettaglio, tra il 25 aprile e il 13 luglio, 437.814 persone hanno versato i 5 euro di ticket, generando incassi per quasi 2,2 milioni di euro. Un risultato ben oltre i 700mila euro preventivati a bilancio. Nonostante il ticket, il periodo ha visto un afflusso turistico record. Negli stessi giorni, a Venezia (terraferma e isole comprese) hanno soggiornato oltre 1,3 milioni di visitatori, con picchi di 58mila presenze a notte il 27 e 28 aprile, 56.636 il 3 maggio e 55.800 il 19 maggio. Il minor numero di turisti negli hotel e nelle strutture extralberghiere si è registrato sabato 13 luglio con 37mila persone. Tra gli esentati dal pagamento del ticket, si contano 159mila veneti e 1,1 milioni di persone appartenenti a categorie come studenti, lavoratori, proprietari di seconde case, ospiti e parenti di residenti, nonché partecipanti a eventi in città.

La misura era stata adottata per "migliorare la vivibilità della città", nelle parole del sindaco Luigi Brugnaro, ma l'enorme flusso turistico, uno dei principali problemi che minaccia la vivibilità di Venezia, non ha subito variazioni significative nei giorni interessati dal provvedimento.

Verso un ticket strutturale da 10 euro a Venezia?

Nonostante le perplessità sull'effettiva efficacia nel contrastare il turismo di massa, il Comune è già al lavoro per riproporre il ticket d'ingresso nel 2025. Tra le ipotesi sul tavolo c'è quella di rendere la misura strutturale e di raddoppiare il costo dell'ingresso da 5 a 10 euro

Ticket a Venezia: incassa, ma non frena i turisti. Nel 2025 si pagherà di più?

Tra il 25 aprile e il 13 luglio, 437.814 persone hanno versato i 5 euro di ticket, generando incassi per quasi 2,2 milioni di euro

L'amministrazione comunale, grazie ai dati raccolti durante la sperimentazione, intende definire una soglia limite di presenze turistiche che Venezia può sopportare. Una volta raggiunto questo limite, gli ingressi in città non saranno bloccati, ma chi vorrà entrare dovrà pagare il ticket da 10 euro. Per facilitare l'accesso e incentivare la prenotazione con largo anticipo, il Comune sta valutando l'introduzione di un sistema di prenotazione simile a quello già in uso per parcheggi, mezzi pubblici e musei. Il sistema potrebbe prevedere sconti per determinate categorie di visitatori.

Referendum e proteste: il fronte 

del "No ticket" a Venezia non molla

Nel mentre, come detto, le proteste, come dettocontro il ticket d'ingresso non accennano a diminuire. Gruppi di cittadini, coinvolgendo anche alcuni turisti, contestano la dubbia destinazione dei ricavi, le problematiche legate alla privacy (telecamere, sensori e inserimento di dati online) e l'assenza di un tetto massimo alle visite giornaliere per contrastare concretamente l'overtourism. I manifestanti chiedono inoltre un referendum per modificare le normative vigenti sul ticket prima che diventi strutturale nel 2025.

La storia del ticket di Venezia

L'idea di un ticket d'ingresso a Venezia non è recente. Già negli anni '70 si discusse l'introduzione di una tassa d'ingresso per i turisti, ma la proposta non ebbe seguito. Tuttavia, il problema del turismo di massa a Venezia è diventato sempre più pressante negli ultimi anni. L'afflusso incontrollato di visitatori ha messo a dura prova la fragile città lagunare, creando problemi di vivibilità per i residenti, deteriorando il patrimonio artistico e architettonico e generando un impatto ambientale non indifferente.

Nel 2019, l'amministrazione comunale guidata da Luigi Brugnaro ha rilanciato l'idea del ticket d'ingresso, con l'obiettivo di contrastare il turismo di massa e tutelare la città. L'obiettivo dichiarato era quello di diminuire il numero di turisti giornalieri, incentivando un modello di visita più sostenibile e rispettoso. La pandemia di Covid-19 ha bloccato il turismo a Venezia e ha portato a un rinvio della sperimentazione del ticket d'ingresso, inizialmente prevista per il 2020.

Finalmente, il 25 aprile 2024, è entrato in vigore il contributo d'accesso, un ticket d'ingresso sperimentale da 5 euro al giorno per i visitatori non residenti in Veneto o non alloggiati in strutture ricettive cittadine. La sperimentazione è durata 29 giorni, fino al 14 luglio 2024. E, se come detto, da una parte la sperimentazione del ticket d'ingresso ha avuto un esito positivo in termini di incassi, dall'altra la sua efficacia nel contrastare il turismo di massa è ancora da dimostrare e la misura rischia di creare ulteriori tensioni tra l'amministrazione comunale, gli operatori turistici e i cittadini. iAT

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