Giannola Nonino,
"Nostra Signora
della Grappa"
Assegnato all'impreditrice friulana il premio Artusi 2025 per aver contribuito ad elevare l'umile acquavite del mondo contadino a nobile distillato proposto nelle artistiche ampolline disegnate da maestri cesellatori del calibro di Venini, Baccarat, Riedel. Amarcord quel 1 dicembre 1973 quando Giannola e Benito Nonino presentarono a Luigi Veronelli la prima grappa di monovitigno prodotta con le vinacce di Picolit.
di Giuseppe Casagrande
In alto i calici. Forlimpopoli, città natale di Pellegrino Artusi, il padre della cucina italiana patrimonio dell'Umanità, ha premiato Giannola Nonino "Nostra Signora della Grappa" (la definizione è di Gianni Brera) con il prestigioso riconoscimento che ogni anno Casa Artusi assegna a personalità che hanno contribuito in modo significativo a promuovere la cultura del cibo e dell’alimentazione made in Italy.
Una storia, la sua, fatta di visione, di coraggio e di impegno quotidiano per elevare la grappa – un prodotto tradizionalmente popolare, del mondo contadino – a vero e proprio emblema dell'eccellenza italiana nel mondo. La cerimonia ha avuto luogo domenica scorsa nella Chiesa dei Servi di Forlimpopoli. Commossa Giannola Nonino ha dedicato il premio al marito, il patriarca Benito Nonino, scomparso l'anno scorso a 90 anni.
Da 50 anni (oggi con le figlie) è sulla tolda di comando
delle Distillerie di Percoto
Giannola Nonino, figura di spicco dell’imprenditoria italiana, protagonista dell’evoluzione culturale e qualitativa della grappa italiana, da oltre 50 anni è sulla tolda di comando delle storiche Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto (Udine) dapprima con il marito Benito ed ora con le figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta. La distilleria fu fondata nel 1897 da Orazio Nonino con un impianto itinerante su ruote che distillava le vinacce dei contadini della zona.
Nel corso degli anni la distilleria friulana è stata più volte proclamata dalle più autorevoli riviste nazionali e internazionali (tra queste la statunitense "The Wine Enthusiast") la migliore al mondo.
Una distilleria che segnò una svolta epocale per il mondo della grappa che da umile prodotto diventò un'acquavite nobile, degna di entrare nei salotti dell'alta società grazie anche alle artistiche confezioni in vetro disegnate da maestri cesellatori del calibro di Venini, Baccarat, Riedel.
Da umile acquavite del mondo contadino a nobile e raffinato distillato
Questa la motivazione del premio Artusi 2025 letta dal presidente Andrea Segrè: "Giannola Nonino ha gestito con la sua famiglia, a larga prevalenza femminile, un’azienda dinamica e di successo che ha rovesciato la percezione della grappa, elevandola da umile acquavite del mondo contadino a raffinato distillato monovitigno, divenuto uno dei simboli dell’identità enogastronomica italiana. Inoltre ha affiancato all’attività imprenditoriale un’opera di mecenatismo culturale d’alto profilo e di rilievo internazionale con l’istituzione del Premio Nonino, che quest’anno compie 50 anni."
Amarcord, quel 1 dicembre 1973 con Luigi Veronelli e Mario Soldati
Conservo un ricordo bellissimo (anche perché ero ai miei esordi giornalistici) della famiglia Nonino, del mitico Benito e dell'altrettanto mitica Giannola. Era il 1° dicembre 1973 ed ero stato invitato con alcuni colleghi a Percoto, paesino di poche anime in provincia di Udine, alla presentazione della prima grappa di monovitigno prodotta con le vinacce di Picolit. Fu la consacrazione del distillato italiano che da cenerentola entrò nei salotti dell'alta società come distillato di alto lignaggio grazie anche alla benedizione di Luigi Veronelli e Mario Soldati, maestri del giornalismo enogastronomico italiano, presenti all'evento.
Le battaglia con i vignaioli friulani a fianco di Luigi Veronelli
All'epoca mi incuriosì l'intraprendenza di Giannola Nonino, un vulcano, una forza della natura, che su suggerimento di Veronelli, ingaggiò una battaglia con i vignaioli della zona affinché vinificassero separatamente le uve, vigna per vigna. L'idea era di applicare lo stesso concetto del vino alla grappa, cominciando dalle vinacce dell’uva, di «Picolit» in particolare.
«Fui osteggiata – racconta – dai vignaioli stessi. Allora, per realizzare la sperimentazione mi rivolsi alle mogli dei vignaioli offrendo loro per la vinaccia separata dell’uva Picolit trenta volte il valore della vinaccia tradizionale.
«Alla fine riuscii a convincere le mogli dei vignaioli e il 1° dicembre 1973 invitai Veronelli a venire a Percoto per tenere a battesimo la prima distillazione della Grappa Monovitigno® Picolit, che segnò l’inizio di una nuova era per il mondo della distillazione.»
«Fui osteggiata – racconta – dai vignaioli stessi. Allora, per realizzare la sperimentazione mi rivolsi alle mogli dei vignaioli offrendo loro per la vinaccia separata dell’uva Picolit trenta volte il valore della vinaccia tradizionale.
«Alla fine riuscii a convincere le mogli dei vignaioli e il 1° dicembre 1973 invitai Veronelli a venire a Percoto per tenere a battesimo la prima distillazione della Grappa Monovitigno® Picolit, che segnò l’inizio di una nuova era per il mondo della distillazione.»
Giannola fondò il Premio Nonino anticipando anche molti Nobel
Altro grande merito di Giannola fu quello di istituire, pionieristicamente (era il 1975) il “Premio Nonino Risit d’Aur”, tra i riconoscimenti più longevi e prestigiosi d’Italia, nato per salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione e per valorizzare la civiltà contadina. Nel 1977, al “Premio Nonino Risit d’Aur” fu affiancato il “Premio Nonino di Letteratura” che dal 1984 si completerà con la sezione internazionale. Da allora, il “Premio Nonino” ha anticipato per ben sei volte i Premi Nobel - con la leader pacifista guatelmateca Rigoberta Menchù (Premio Speciale Nonino nel lontano 1988 e Premio Nobel per la Pace nel 1992), lo scrittore trinidadiano naturalizzato britannico V.S. Naipaul (Nonino International Prize nel 1993 e Nobel per la Letteratura nel 2001), il poeta svedese Tomas Tranströmer (Premio Internazionale Nonino nel 2004 e Nobel per la Letteratura nel 2011), lo scrittore cinese Mo Yan (Premio Internazionale Nonino 2005 e Nobel per la Letteratura nel 2012), il fisico britannico Peter Higgs (Premio Nonino “Un Maestro del nostro Tempo” e Nobel per la Fisica nel 2013) e il fisico italiano Giorgio Parisi (Premio Nonino “Un Maestro Italiano del nostro Tempo” nel 2005 e Nobel per la Fisica nel 2021) - assegnato alle più importanti personalità in ambito culturale, letterario ed enogastronomico.
In occasione dei 50 anni del prestigioso riconoscimento quest'anno la giuria ha assegnato il premio 2025 al poeta e romanziere tedesco Michael Krüger (Premio Internazionale Nonino), all’ex primo Ministro francese Dominique de Villepin (Premio Nonino), a Germaine Acogny, “madre” della danza contemporanea africana (Premio Nonino “Maestra del Nostro Tempo”) e a Ben Little, fondatore dell’Associazione del Pignolo del Friuli Venezia Giulia (Premio Nonino Risit d’Aur - Barbatella d’Oro).
Quanto mai prestigioso l'elenco dei vincitori del Premio Artusi
Ma torniamo al “Premio Artusi”, consegnato dalla città di Forlimpopoli, su su proposta del Comitato Scientifico di Casa Artusi. La cerimonia è stata condotta dalla giornalista Laura Giorgi alla presenza del sindaco Milena Garavini, del presidente di Casa Artusi Andrea Segrè e della sottosegretaria alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna Manuela Rontini. Il premio è dedicato a personalità che attraverso il proprio impegno hanno contribuito in modo significativo a promuovere la cultura del cibo e dell’alimentazione. Nel corso degli anni lo hanno ricevuto personaggi come i registi Ermanno Olmi e Pupi Avati, l’attivista Vandana Shiva, l’economista Serge Latouche, Don Luigi Ciotti, il patron di Eataly Oscar Farinetti, il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, Carlo Petrini fondatore di Slow Food, la Comunità di Sant'Egidio, la chef Lidia Bastianich, il designer italiano Antonio Citterio e molti altri.
Quei tortellini di Castelfranco rigorosamente in brodo di cappone
La consegna del Premio Artusi rappresenta un momento centrale del calendario culturale della città di Forlimpopoli e di Casa Artusi, che attraverso questo riconoscimento valorizza chi opera nel solco dei principi artusiani: cultura, qualità, responsabilità e dialogo tra tradizione e innovazione. In occasione della cerimonia di premiazione della 28.ma edizione del Premio l'Associazione La San Nicola ha presentato il libro “Rigorosamente in brodo di cappone”, un testo che ripercorre la straordinaria avventura di questa associazione che tutela e promuove la ricetta storica del tortellino di Castelfranco Emilia.
Casa Artusi insieme alle Mariette, “custodi” della cucina di casa come Marietta Sabatini, la fedele governante di Pellegrino Artusi, quest'anno ha celebrato in pompa magna, con un brindisi e una degustazione di tortellini in brodo per tutti, il prestigoso riconoscimento Unesco della Cucina Italiana ricordandone il “padre”, Pellegrino Artusi, colui che ha unito l’Italia, prima di tutto in cucina, con “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, il più famoso manuale culinario al mondo, tradotto in tutte le lingue, perfino in cinese, con più di un milione di copie vendute.


Nessun commento:
Posta un commento