Non solo Festival: esiste un’altra Sanremo fatta di mare, borghi e montagne da scoprire
Durante la settimana del Festival, la città diventa un palcoscenico globale, ma oltre le luci dell’teatro esiste un territorio autentico da scoprire tutto l'anno. Dalla Pigna a Bussana Vecchia, da Taggia a Triora, fino a Dolceacqua e Cervo, il Ponente ligure racconta un doppio volto: mare e montagna, spettacolo e silenzio, mondanità e memoria. Una Liguria che sorprende oltre il Festival
Durante la settimana del Festival di Sanremo, la città cambia pelle. La città dei fiori diventa un palcoscenico diffuso, un grande set a cielo aperto dove ogni vicolo, ogni bar del centro e ogni scorcio sul mare sembrano vibrare al ritmo della musica del Teatro Ariston. Le telecamere raccontano la facciata iconica del teatro, le palme del lungomare, il viavai di artisti, tecnici e addetti ai lavori. È l’immagine che arriva nelle case di milioni di spettatori e che, per qualche giorno, finisce per coincidere con Sanremo stessa.
Oltre le luci dell’Ariston, l’identità autentica di Sanremo
Eppure, per capire davvero Sanremo, è necessario andare oltre il Festival. Basta risalire le strade che si allontanano dal mare per scoprire una città elegante, fatta di vie dello shopping, del Casinò in stile Liberty e di una storia che precede e supera la kermesse musicale. Accanto a questa dimensione più mondana convivono quartieri popolari come la Pigna, il nucleo medievale costruito a spirale, dove le case sembrano appoggiarsi l’una sull’altra.
La Pigna, il cuore medievale lontano dal clamore
La Pigna è un mondo di archi, gradinate, passaggi ombrosi e improvvisi affacci sul mare. Qui il rumore del Festival arriva attutito dai muri spessi, quasi a ricordare che Sanremo non è solo spettacolo, ma anche una città che vive di identità e memoria. È il volto meno televisivo, ma forse più autentico, di una località spesso ridotta a semplice scenario mediatico.
Bussana Vecchia, l’arte che nasce dalle rovine
A pochi chilometri dal centro, il Ponente ligure cambia ritmo. Bussana Vecchia, frazione di Sanremo, racconta una storia unica: distrutta dal terremoto del 1887, è rinata grazie agli artisti che l’hanno scelta come luogo di vita e di lavoro. Le case di pietra, le botteghe artigiane, le due chiese senza tetto che incorniciano il cielo creano un contrasto potente con la frenesia del Festival. Qui l’arte prende il posto della musica, in un dialogo continuo con le pietre antiche.
Taggia e l’oliva taggiasca, il gusto del tempo lento
Poco distante si trova Taggia, uno dei borghi più rappresentativi del territorio, noto per il suo centro storico medievale e per l’oliva taggiasca, simbolo della gastronomia ligure. Nei giorni in cui Sanremo catalizza l’attenzione mediatica, Taggia continua a seguire un ritmo più lento, fatto di trattorie, piazze silenziose e tradizioni quotidiane. È una Liguria che offre equilibrio tra costa ed entroterra.
Triora, il paese delle streghe lontano dalla Riviera glamour
Da Taggia si risale verso Triora, il celebre paese delle streghe, arroccato nell’alta Valle Argentina. Qui il Festival sembra appartenere a un altro mondo. Triora racconta una Liguria aspra e montana, che convive con quella costiera fatta di musica, luci e passerelle. La distanza geografica è minima, ma la differenza culturale è enorme.
Dolceacqua, il borgo dipinto da Monet
Un altro tassello di questo mosaico è Dolceacqua, con il suo ponte medievale immortalato da Claude Monet e il castello dei Doria che domina il borgo. Anche qui, mentre Sanremo è sotto i riflettori, la vita scorre tra vicoli, cantine e un bicchiere di Rossese, il vino simbolo della zona. È una dimensione più lenta, fatta di sguardi e di soste.
Cervo e Diano Arentino, poesia e ulivi sul mare
Spostandosi verso est lungo la costa si incontra Cervo, uno dei borghi più suggestivi del Ponente ligure. I carruggi salgono verso la chiesa di San Giovanni Battista, affacciata su un mare che d’inverno appare ancora più intenso. Poco distante, nell’entroterra, Diano Arentino si adagia tra uliveti, muretti a secco e piccole borgate. Qui il Festival arriva come un’eco lontana, quasi impercettibile.
Il doppio volto del Ponente ligure
La settimana del Festival di Sanremo diventa così una lente attraverso cui osservare un territorio complesso. Da una parte la città che si trasforma in palcoscenico globale, dall’altra una Liguria che custodisce silenzi, storia e paesaggi. Quando le luci si spengono e le telecamere si spostano altrove, resta un territorio capace di sorprendere tutto l’anno, nel continuo dialogo tra mare e montagna.
Dove mangiare
Ipazia Cibi e Libri
Questo ristorante e vineria nasce all’interno di una vecchia libreria storica, con pochi tavoli e un ambiente semplice ma denso di personalità. Le pareti ricche di libri e le piccole curiosità sparse creano una atmosfera intima e accogliente, ideale per una cena rilassata o un pranzo lento. In primavera e estate puoi scegliere anche il déhors all’aperto nella piazzetta, perfetto per godersi l’aria e la vivacità dell’antico borgo.
La cucina qui celebra la tradizione ligure e sanremasca, con piatti stagionali preparati con materie prime del territorio e un’attenzione particolare alla qualità. Il menu cambia in base alla reperibilità dei prodotti freschi, valorizzando sapori genuini e ricette tipiche, accompagnati da un’ampia selezione di vini locali, biologici e naturali.
Situato in Via Francesco Corradi, a due passi dalla zona storica e dalla Concattedrale di San Siro, il ristorante è perfetto come tappa durante una passeggiata nei vicoli antichi di Sanremo. È consigliabile prenotare in anticipo, perché lo spazio è intimo e spesso molto richiesto, soprattutto nei fine settimana e nei periodi di alta stagione.














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