mercoledì 24 dicembre 2025

Avanzi di Natale: quanto durano e quando buttarli

 

Avanzi di Natale 

e Capodanno: quanto durano in frigo 

e quando buttarli

Dal pranzo che non finisce mai al frigorifero sovraffollato, l’Istituto Superiore di Sanità richiama a un uso consapevole degli avanzi: tempi, errori comuni e attenzioni quotidiane per evitare rischi inutili

Tra una tavola che si svuota e il frigorifero che si riempiele feste portano con sé una certezzagli avanzi. Succede a Natale così come a Capodanno, nelle case degli italiani, dove piatti della festa, preparazioni abbondanti e specialità “di una volta l’anno” finiscono per convivere, spesso alla rinfusa, nei ripiani del frigo. Recuperare e riscaldare è sì una buona pratica, sia per il portafoglio sia per il rispetto del cibo. Matra buone intenzioni e sicurezza alimentareil confine può diventare sottile.

Avanzi di Natale e Capodanno: quanto durano in frigo e quando buttarli

Frigo pieno dopo le feste: come gestire gli avanzi senza rischi

A ricordarlo è l’Istituto superiore di sanitàche in questi giorni richiama l’attenzione su un punto chiavegli avanzi dei cibi cotti non dovrebbero restare in frigorifero per più di due o tre giorni. Un’indicazione semplice, ma spesso disattesa, soprattutto quando il frigo è pieno e la tentazione di “allungare ancora un po’” prende il sopravvento. Da qui nasce un decalogo pensato per accompagnare le famiglie nella gestione delle eccedenzesenza allarmismi ma con buon senso.

Organizzazione prima e dopo la tavola

Il punto di partenza, spiegano dall’Iss, resta sempre lo stessoorganizzarsi primaFare la spesa pensando davvero a quante persone si siederanno a tavola aiuta a ridurre gli eccessianche se durante le feste l’abbondanza resta quasi una scelta affettiva. Quando però il cibo avanza, conviene intervenire subitosenza lasciare piatti e teglie a raffreddare per ore sul piano cucinaGli avanzi vanno trasferiti in contenitori pulitichiusi benee messi in frigorifero nel giro di poco tempoIl fattore tempo conta più di quanto si pensiUn piatto cotto non dovrebbe restare fuori dal frigo per più di due ore, soprattutto in ambienti riscaldati. Una volta riposto, meglio sistemarlo nei ripiani alti e tenerlo lontano dagli alimenti crudi. È una di quelle attenzioni che sembrano banali, ma che fanno la differenza.

Riscaldare meno, riscaldare meglio

Altro errore frequente riguarda il riscaldamentoScaldare tuttomangiarne una parte e rimettere il resto in frigo è una cattiva abitudineOgni passaggio di temperatura stressa l’alimentoMeglio prelevare solo la porzione che si intende consumare, lasciando il resto al freddo. Funziona per la sicurezza, ma anche per il gusto.

Avanzi di Natale e Capodanno: quanto durano in frigo e quando buttarli

È meglio scaldare solo la porzione destinata al consumo immediato

Ci sono poi piatti che richiedono più cautela di altri. Creme, salse, preparazioni a base di uova o maionese, come l’insalata russa, sono particolarmente sensibili. Continuare a portarle avanti e indietro tra frigorifero e tavola aumenta il rischio di deterioramento. In questi casi, meno movimenti si fanno, meglio è.

Ordine, freezer e buon senso finale

Un altro aspetto spesso trascurato è l’ordineAmmucchiare preparazioni diverse nello stesso contenitore può sembrare una soluzione praticama non lo èSepararle riduce il rischio di contaminazioni, mantiene i sapori riconoscibili e garantisce una conservazione più uniforme. Anche il freezer può essere un alleatopurché si usino contenitori adatti e porzioni pensate per essere consumate in una sola volta. Infine, la regola che vale più di tuttese un alimento cambia odorecolore o consistenzanon si assaggia “per vedere com’è”. Si butta. Senza sensi di colpa. Il progetto Sac dell’Iss, che lavora sulla percezione della sicurezza alimentare e sulla comunicazione rivolta ai consumatori, insiste proprio su questo punto: la prevenzione passa da scelte quotidiane semplicinon da gesti estremi.

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