venerdì 19 dicembre 2025

Surgelati: il 36% dei consumi è fuori casa

 

Surgelati: il 36% 

dei consumi è fuori casa, ma nel menu 

resta l’asterisco

Nel 2024 in Italia si è superato il milione di tonnellate di frozen food, con una quota rilevante consumata tra ristoranti, mense e delivery, a conferma di un utilizzo strutturale nelle cucine professionali. L’asterisco nei menu, nato da orientamenti giurisprudenziali, continua però a segnalare i surgelati come un’eccezione

Surgelati: il 36% dei consumi è fuori casa, ma nel menu resta l’asterisco

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Il consumo di alimenti surgelati continua a crescere in Italia e una quota sempre più rilevante riguarda il fuori casa, anche se nei menu la loro presenza continua a essere segnalata dall’asteriscocome se rappresentasse ancora un’eccezione. Secondo i dati diffusi dall’Iias - Istituto italiano alimenti surgelatilo scorso anno sono state consumate nel nostro Paese oltre 1 milione di tonnellate di frozen food. Di questo volume complessivo, il 36% è stato assorbito dal consumo fuori dalle mura domesticheun dato che comprende la ristorazione commercialela ristorazione collettiva e il canale door-to-door.

I numeri del fuori casa e il contesto della ristorazione

Il dato fotografa un fenomeno ormai strutturatoche riguarda da vicino anche il settore della ristorazione. I surgelati, scrive l’Iias, trovano spazio nelle cucine professionali per una serie di fattori legati alla gestione operativaalla disponibilità delle materie prime durante tutto l’anno e alla possibilità di programmare meglio acquisti e porzioniUn’evoluzione che si inserisce in una fase complessa per il compartoil 2024 si è chiuso con una spesa complessiva dei consumatori pari a 85 miliardi di euroin crescita rispetto al 2023ma ancora lontana dagli 88 miliardi del 2019.

Surgelati: il 36% dei consumi è fuori casa, ma nel menu resta l’asterisco

I numeri indicano che, nonostante il calo delle visite, i consumi di surgelati restano stabili

Parallelamente, i volumi di consumo hanno registrato una flessione delle “visite” pari al -6%. In questo contesto, i consumi di alimenti surgelati mostrano una sostanziale tenutacon una variazione positiva dello 0,1%. Un dato che, secondo l’Iias, va letto anche alla luce delle caratteristiche intrinseche del prodotto: standard produttivi industriali, filiere controllate e una lunga conservabilità che consente di ridurre gli scarti.

L’asterisco nei menu e il quadro normativo

Nonostante la diffusione del frozen anche nella ristorazione, come annunciato, nei menu resta obbligatoria l’indicazione tramite asterisco per segnalare la presenza di alimenti surgelaticongelati o abbattutiUn obbligo che, come ricorda l’Istituto, non deriva da una legge specificama da un orientamento della giurisprudenza italiana consolidatosi a partire dalla fine del secolo scorso attraverso diverse sentenze della Corte di CassazioneUna prassi rimasta invariata nel tempononostante l’evoluzione tecnologica dei processi produttivi e la crescente familiarità dei consumatori con questi prodotti.

«Oggi - spiega Giorgio Donegani, presidente dell’Iias - per gli italiani gli alimenti surgelati sono sinonimo di qualitàgusto e sicurezzagrazie a una filiera controllata. In più, sono centrali per chi fa ristorazione, perché superano le stagionalità e aiutano a gestire lo spreco alimentare, che è un problema ambientale, sociale ed economico». Secondo Donegani, l’obbligo dell’asterisco rappresenta uno strumento che fornisce un’informazione solo parziale al consumatorepoiché non distingue tra surgelazione industriale e altre modalità di conservazione come il congelamento o l’abbattimento effettuati in cucina.

La percezione dei consumatori tra scelta e informazione

Sul fronte della percezione dei clientiuna recente indagine Doxa citata dall’Iias evidenzia che per 7 italiani su 10 la presenza dell’asterisco nel menu non influisce sulla scelta del piattoUn dato che apre una riflessione sull’effettiva utilità informativa di questo strumentoanche considerando che l’asterisco non è legato ad aspetti di sicurezza igienico-sanitaria: la sua eventuale omissione, infatti, non comporterebbe rischi per la salute del consumatore.

Surgelati: il 36% dei consumi è fuori casa, ma nel menu resta l’asterisco

L’asterisco pesa poco sulle scelte, ma continua a segnare i surgelati

Altri elementi arrivano dalle ricerche sul gusto e sulla qualità percepitaUn “Blind taste test” - test di degustazione alla cieca - condotto da AstraRicerche per l’Iias ha messo a confronto piatti preparati con ingredienti surgelati e piatti analoghi realizzati con ingredienti freschiTra il 48% e il 68% degli intervistati ha espresso una valutazione superiore per il surgelato in termini di qualitàgustofreschezza e consistenza percepiteDati che, secondo l’Istituto, riflettono anche i progressi tecnologici nella conservazione degli alimenti, in particolare per categorie come pesce e verdure.

Spreco alimentare e gestione delle cucine

Infine, c’è anche il tema dello spreco alimentareSecondo lo studio dell’Osservatorio Waste Watcher per l’Iiasnegli ultimi cinque anni i consumi di frozen food sono aumentatima lo spreco è rimasto stabileattestandosi poco sopra il 2% tra il 2021 e il 2025. Un andamento che riguarda sia il consumo domestico sia quello legato alla ristorazione.

«È tecnologicamente cambiato il modo in cui i frozen vengono prodotti ed è cresciuta tra i consumatori la consapevolezza che i surgelati hanno caratteristiche nutrizionali equiparabili agli alimenti freschiè aumentato il loro utilizzo nelle cucine di ristoranti e chef perché aiutano a combattere gli sprechi alimentari e sono alleati dell’ambiente» aggiunge Donegani. «Alla luce di questa evoluzione, continuare ad imporre l’obbligo dell’asterisco nel menu basandosi sull’assunto, ormai superato e "anacronistico", che il cliente "si aspetti" la presenza solo di ingredienti/alimenti freschi, in quanto tali "migliori", appare ad Iias completamente fuori luogo».

Surgelati: il 36% dei consumi è fuori casa, ma nel menu resta l’asterisco

Giorgio Donegani, presidente dell’Iias

Per queste ragionil’Istituto chiede l’apertura di un confronto sul tema. «Per queste ragioni - conclude Donegani - il settore chiede sul tema un confronto con il decisore pubblico e le rappresentanze dei consumatorial fine di tutelare effettivamente le esigenze di tutticonsumatori e ristoratori in testaper garantire un’offerta alimentare buonasana e sicuranella quale i prodotti surgelati svolgano il ruolo che meritano».

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