Surgelati: il 36%
dei consumi è fuori casa, ma nel menu
resta l’asterisco
Nel 2024 in Italia si è superato il milione di tonnellate di frozen food, con una quota rilevante consumata tra ristoranti, mense e delivery, a conferma di un utilizzo strutturale nelle cucine professionali. L’asterisco nei menu, nato da orientamenti giurisprudenziali, continua però a segnalare i surgelati come un’eccezione
spreco alimentare. Secondo lo studio dell’Osservatorio Waste Watcher per l’Iias, negli ultimi cinque anni i consumi di frozen food sono aumentati, ma lo spreco è rimasto stabile, attestandosi poco sopra il 2% tra il 2021 e il 2025. Un andamento che riguarda sia il consumo domestico sia quello legato alla ristorazione.
«È tecnologicamente cambiato il modo in cui i frozen vengono prodotti ed è cresciuta tra i consumatori la consapevolezza che i surgelati hanno caratteristiche nutrizionali equiparabili agli alimenti freschi, è aumentato il loro utilizzo nelle cucine di ristoranti e chef perché aiutano a combattere gli sprechi alimentari e sono alleati dell’ambiente» aggiunge Donegani. «Alla luce di questa evoluzione, continuare ad imporre l’obbligo dell’asterisco nel menu basandosi sull’assunto, ormai superato e "anacronistico", che il cliente "si aspetti" la presenza solo di ingredienti/alimenti freschi, in quanto tali "migliori", appare ad Iias completamente fuori luogo».

Per queste ragioni, l’Istituto chiede l’apertura di un confronto sul tema. «Per queste ragioni - conclude Donegani - il settore chiede sul tema un confronto con il decisore pubblico e le rappresentanze dei consumatori, al fine di tutelare effettivamente le esigenze di tutti, consumatori e ristoratori in testa, per garantire un’offerta alimentare buona, sana e sicura, nella quale i prodotti surgelati svolgano il ruolo che meritano».




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