giovedì 11 dicembre 2025

L’effetto Unesco : ecco quanto può crescere il turismo

 

L’effetto Unesco 

sulla cucina italiana: ecco quanto 

può crescere il turismo

Le stime Fiepet indicano che il riconoscimento potrebbe portare fino a 18 milioni di presenze in più in due anni, spingendo ulteriormente una spesa turistica che nel 2024 ha già raggiunto 12,08 miliardi di euro. Intanto la Fipe mobilita migliaia di ristoranti in Italia e all’estero con un piatto dedicato, trasformando la candidatura in un messaggio collettivo

L’effetto Unesco sulla cucina italiana: ecco quanto può crescere il turismo

Iriconoscimento Unesco della cucina italiana può generare da solo fino a 18 milioni di presenze turistiche aggiuntive in due anni. È la stima elaborata da Fiepet Confesercentimentre la Fipe ha già scelto di accompagnare questo possibile scenario lanciando un’iniziativa dedicata nei ristoranti italiani e all’esterolegandola proprio alla candidaturaLe previsioni parlano di un incremento tra il 6% e l’8% nei primi anni successivi all’eventuale proclamazioneper poi stabilizzarsi su un +2/3% nel quinquennio seguente. Sarebbe un effetto immediato destinato a potenziare una domanda internazionale già in crescita, con ricadute che coinvolgerebbero la dieta mediterranea, le tipicità regionali, le aree di produzione e l’export agroalimentare, fino alle zone interne dove l’enogastronomia resta una delle leve economiche più solide.

Una domanda turistica in continua crescita

Questo scenario si inserisce in un contesto che conferma quanto il turismo gastronomico sia diventato centraleNel 2024 la spesa dei visitatori stranieri nei ristorantinei bar e nei pubblici esercizi italiani ha raggiunto 12,08 miliardi di euroin aumento del 7,5% rispetto all’anno precedenteil 2025 dovrebbe chiudere attorno ai 12,68 miliardi. I viaggi motivati dall’enogastronomia generano oggi 9 miliardi di euro di spesa direttasegno che la cucina italiana è ormai uno dei principali elementi che orientano le scelte dei viaggiatori. Di fronte a questi numeri, il ragionamento di Fiepet va oltre l’entusiasmo per un eventuale sigillo internazionale. «Un riconoscimento Unesco agirebbe da moltiplicatore per turismoeconomia e immagine del Paese» osserva Giancarlo Banchieri, presidente nazionale Fiepet Confesercenti.

L’effetto Unesco sulla cucina italiana: ecco quanto può crescere il turismo

Giancarlo Banchieri, presidente nazionale Fiepet Confesercenti

«Ma perché questa spinta si traduca in sviluppo reale servono politiche lungimiranti: semplificazione amministrativa, sostegno agli investimenti, formazione qualificata e regole stabili per le imprese che ogni giorno rappresentano l’Italia. E c’è un tema che non possiamo più eludereun’impresa della ristorazione su due fatica a trovare personalenon solo per carenza di candidatima per mancanza di competenze adeguate. Le imprese hanno bisogno anche di lavoratori provenienti dall’estero, ma occorre un passo in avanti deciso: serve lavorare sulla formazione fuori dai confini nazionali e serve un sostegno concreto, perché finora abbiamo fatto tutto da soli. Senza un intervento strutturaleil divario tra domanda e offerta continuerà a frenare il settore proprio mentre le opportunità crescono».

L’iniziativa Fipe che accompagna la candidatura

A questo si collega l’iniziativa lanciata dalla dalla Fipe per sostenere la candidatura UnescoDal 18 novembre al 10 dicembrenelle settimane in cui la commissione valuterà le candidature 2025migliaia di ristoranti italiani e i locali della rete Riae proporranno un piatto dedicato alla candidatura della cucina italiana a Patrimonio immateriale dell’umanità. «La cucina italiana è molto più di un insieme di ricetteè un modo di vivereun patrimonio di conoscenzedi gesti e di relazioni che unisce territorigenerazioni e persone» spiega il presidente Lino Stoppani. «In ogni piatto c’è la memoria di chi lo preparala storia dei nostri produttorila biodiversità che ci rende unici al mondo».

«Con questa iniziativa - aggiunge Stoppani - vogliamo dimostrare che la candidatura all’Unesco non appartiene solo alle istituzionima a tutta la comunità della ristorazione italianain patria e nel mondo». Un progetto sostenuto dal ministero dell’Agricoltura e dal ministero della Culturache coinvolgerà ristoranti di ogni regione e locali italiani autentici all’estero. I piatti dedicati diventeranno un racconto del territorio, trasformando il menu in un messaggio collettivo che attraverserà migliaia di tavole proprio nei giorni chiave della valutazione Unesco.

Un settore vivo, ma in piena trasformazione

Il quadro imprenditoriale del settore, però, indica con chiarezza che non basta la visibilità per garantire soliditàNegli ultimi dieci anni il comparto ha registrato un saldo positivo di 1.467 imprese attivema il confronto 2023-2024 evidenzia 4.038 cessazionicon LombardiaVenetoLazio e Sicilia tra le regioni più colpiteIl Sud e le Isole mostrano invece una vitalità maggiorePrevalgono ancora le imprese individuali, a conferma di una microimprenditorialità molto diffusa, mentre i dati Istat indicano per il 2025 una crescita del fatturato dell’1,7%Il confronto europeo (Eurostat, 2015-2024) registra per l’Italia un aumento del 35,8%comunque inferiore alla media Ue e ai principali competitor.

Sono numeri che raccontano un settore vivo ma attraversato da fragilità strutturali. E proprio per questoil riconoscimento Unesco - qualora arrivasse - non sarebbe soltanto una medaglia da esibirema un’occasione che richiederà investimentiformazionescelte politiche coerenti e un accompagnamento reale alle imprese, con Italia a Tavola sempre in prima linea. «La ristorazione italiana resta un simboloun presidio culturale, un motore economico» conclude Banchieri. «Se il mondo riconoscerà ufficialmente il valore della nostra cucinadovremo essere pronti a trasformare questa occasione in sviluppo duraturoLe imprese stanno reagendoma hanno bisogno di essere accompagnate». La decisione della commissione arriverà a breve (ricordiamo, tra l'8 e il 13 dicembre a New Delhi). Capire se diventerà un punto di svolta dipenderà da ciò che verrà fatto subito dopo.

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