mercoledì 3 dicembre 2025

Morte dopo il sushi: il verdetto divide Napoli

 

Morte dopo il sushi: 

il verdetto sul caso Piscopo 

divide Napoli

La condanna del ristoratore del Vomero per la morte del 15enne Luca Piscopo riapre il dibattito sulla sicurezza alimentare e sulla responsabilità sanitaria. La sentenza assolve il medico tra le proteste dei familiari


ITribunale di Napoli ha emesso una condanna a due anni e sei mesi nei confronti del titolare del ristorante del Vomero dove, secondo l’accusa, avrebbe avuto origine l’intossicazione che portò alla morte del quindicenne Luca Piscopo nel 2021Il giudice ha invece assolto il medico che ebbe in cura il ragazzo, ritenendo non dimostrata una responsabilità diretta nel decesso. La vicenda ha subito riacceso l’attenzione su sicurezza alimentareadeguatezza dei controlli e comportamento dei professionisti coinvolti.

Sushi avariato all'origine della morte del quindicenne Luca Piscopo Morte dopo il sushi: il verdetto sul caso Piscopo divide Napoli

Sushi avariato all'origine della morte del quindicenne Luca Piscopo

Le conclusioni dell’accusa e la decisione del giudice

Secondo la ricostruzione presentata dalla Procurail giovane avrebbe contratto una salmonellosi dopo aver consumato sushi nel locale del Vomero insieme a delle amicheL’infezione avrebbe poi generato una miocardite rivelatasi fataleLa pm Federica Amodio aveva chiesto tre anni di reclusione per il ristoratore e un anno e otto mesi per il medicosostenendo che un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare il ragazzo.

Il giudice ha stabilito una condanna per il titolare del ristorante e l’assoluzione del medicosottolineando l’assenza di elementi sufficienti a provare una correlazione diretta tra le sue azioni e l’esito mortale. Una decisione che ha generato reazioni contrastanti in aula e un forte dibattito sulla responsabilità sanitaria e sull’efficacia degli interventi medici nei casi di sospetta infezione alimentare.

La reazione dei familiari di Luca Piscopo

In aula erano presenti i genitori di Luca e molti suoi amicicompresi coloro che lo accompagnarono al ristorante il giorno del pasto. La madre, Maria Rosaria Borrelliha espresso forte dissenso verso l’assoluzione del medico dichiarando: «Il ristoratore è stato un bandito senza scrupoli ma quello che mi ha fatto rabbia è stata l'assoluzione del medico: in 10 giorni mio figlio ha perso più di 10 chili, lui non mi ha mai fatto una telefonata per chiedermi come stava il ragazzo».

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