Vini & spumanti
consumi & mercati
per le Feste 2025
L'analisi riguarda solo i prodotti (cibo-vino-spumanti) italiani consumati in previsione e stimati per le prossime feste. La prima segnalazione 2025 riguarda il ritardo delle scelte da parte degli acquirenti finali. Gli stessi importatori ed esportatori, grossisti e distributori, pur avendo anticipato di qualche giorno la proposta e allestimento degli scaffali e le offerte online, sono rimasti spiazzati per il non-avvio immediato di ordini, acquisti. occorre risalire alla SS.Feste del 2001-2002, oppure del 2008-2009 e del 2012-2013 per avere la stessa situazione generale e particolarmente in Italia. Inoltre questo ritardo, ieri come oggi, è associato ad un aumento di prezzi sugli scaffali non in linea con le previsioni e aspettative del consumatore. Sicuramente l'inflazione è in forte calo, le tredicesime poco o tanto in aumento sono arrivate per milioni di consumatori, la situazione macroeconomica è molto favorevole al sistema Italia (fatta eccezione per alcuni casi industriali di vecchia data mai risolti), la stabilità politica consente alcune certezze di prospettiva...eppure i consumi sono ridotti, concentrati sui beni primari di assoluta principale necessità con una divagazione solo per spese occasionali di viaggio e vacanze. Si può dire che le ss.Feste 2025-2026 in Italia sono caratterizzate più da una richiesta turistica che alimentare fuori dall'ordinario o per l'effimero.
Ovvio che l'aumento dei costi di produzione e dei fattori di mercato, le diverse priorità incidono enormemente. Sicuramente l'aumento generalizzato dei prezzi sullo scaffale ha frenato i pre-ordini e i pre-acquisti spostando gran parte degli "atti" negli ultimi giorni. L'incertezza del domani causa i conflitti troppo vicini inoltre non aiutano. Ma senza scandalo e terrorismo, nel senso che i prodotti di primo prezzo e i premium (in tutti i settori alimentari, gastronomici ma anche elettronici, servizi persona e vestiario) mantengono lo standard degli ultimi anni, anche se sono privilegiati quelli indispensabili sia come regalo che come uso individuale. In questa condizione generale vanno meglio gli acquisti e consumi in horeca (anche se i giovani continuano a non bere vino) e fuori casa, rispetto che quelli domestici: in 5 anni il consumo domestico sotto i 65 anni si è dimezzato. Il consumo nazionale di vino&spumanti è sceso sotto i 29,5 litri procapite/anno.
Non c'è un crollo, ma una ricomposizione del paniere e del carrello, compreso vini, spumanti, alimenti. In Italia, per esempio, sono sicuramente non diminuiti i pranzi e le cene previste fuori casa e soprattutto in zone turistiche dell'inverno alle porte, mentre gli scaffali per le prime festività di dicembre non sono stati svuotati come previsto. Sembra quasi che vi sia una diffusa e generale scelta di "consumare meno" di tutto e a tutti i costi.
Ovvio se guardiamo alle medie dei prezzi sullo scaffale di alcuni prodotti "simbolo" delle SS.Feste: rispetto al 2023-2024-2025 i torroni sono aumentati di prezzo fra il 10 e il 18%, a parte le eccezioni come Prosecco o altri vini di prima fascia, l'incremento di una bottiglia di bollicine è oggi del 8-12%; per i panettoni la crescita è ancora maggiore se si abbina alla riduzione di peso (difficile trovare panettoni di 1000 grammi) e sfiora il 18-24% di media sempre. Per tutti l'incremento è spesso giustificato da un eccesso di variabilità di tipologie, ingredienti e confezionamenti in linea con nuove tendenze salutistiche, sostenibili, resilienti come viene scritto sulle confezioni. Anche questo fine anno conferma il non-consumo di vino da parte della generazione Z: ma dai dati raccolti da CevesUni anche le bollicine no-alcol non hanno fatto passi da gigante colmando il gap contro il consumo di alcol. Forse il vino-vero resta tale se con alcol, ma in misura ridotta. occorre quindi una politica di prospettiva totalmente diversa.



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