sabato 12 novembre 2016

LAGO DI MISURINA E TRE CIME TRA STORIA LEGGENDE E REALTA'



Lago di Misurina 
Tre Cime di Lavaredo: 
straordinarie bellezze tra

 storia, leggende e realtà

Specchio, servo delle mie brame...




Misurina, orfana di madre, bambina capricciosa e impertinente, viveva tenuta letteralmente nel palmo della mano del suo gigantesco padre, il re Sorapiss. Per esaudire l’ennesimo desiderio della piccola ed ottenere dalla  fata del Monte Cristallo lo specchio magico «tuttosò», il Re dovette accettare di trasformarsi in una montagna. Si ampliò, impietrì e diventò il  possente rilievo che ancora si erge di fronte al Monte Cristallo. 
Solo a quel punto, Misurina si accorse di trovarsi in alto, sulla cresta alta e nuda del  monte che era stato suo padre, e colta da un capogiro precipitò nel vuoto.

 Sorapiss assistì impotente alla tragica fine dell’amata figlioletta: dai suoi occhi sgorgarono così tante lacrime da formare due ruscelli, che si  raccolsero a valle nel lago che fu chiamato appunto Misurina.




 Vi sono diverse leggende legate alla nascita del Lago di Misurina, il bacino naturale più  vasto del Cadore. La più nota, resa famosa anche da una canzone di Claudio Baglioni, narra che Misurina era l’unica figlia dell’anziano e gigantesco re Sorapiss, padrone delle

Tofane, dell’Antelao, delle Marmarole e delle Tre Cime di Lavaredo. Lo specchio magico di Misurina, cadendo, si infranse tra le rocce e i suoi frammenti finirono nel lago,riempiendolo – da qui all’eternità – di mille riflessi multicolori. Lungo circa un chilometro,  largo trecento e profondo meno di cinque metri, è un autentico gioiello incastonato a  quota 1700 metri in una delle più solenni e maestose conche alpine. La sua straordinaria bellezza deriva dalla trasparenza delle sue acque, dal verde dei boschi di pino e larice,  dalla maestosità dei monti che ne fanno da corollario e che si specchiano sulla sua superficie: da sud il Sorapis, sul lato opposto il gruppo dolomitico facilmente riconoscibile e uno dei suoi simboli, le Tre Cime di Lavaredo. 
Oggi la lucentezza e la qualità delle sue acque è minacciata dalla presenza dell’alga canadese infestante, che da alcuni anni si cerca di estirpare, ma finora senza successo.


Un’altra leggenda racconta la vicenda di Mesurina (e non più Misurina), una fanciulla,  figlia di ricchi mercanti veneziani, allontanata in montagna dal padre con uno stratagemma, nel tentativo di scongiurare l’avverarsi di una profezia che avrebbe visto la fanciulla donare tutti i propri averi. In seguito a tragici eventi amorosi, che ricordano  vagamente quelli di Giulietta e Romeo, Mesurina muore, riconosciuta in punto di morte da un amante avuto quand’era giovanissima e dal quale era stata allontanata con un  inganno ordito dal padre con l’aiuto di una serva. Il nome Misurina, in ladino Mesorina,  deriverebbe dall’unione dei termini “Meso ai Rin”, cioè “in mezzo ai ruscelli”, in quanto  nel XVI secolo si credeva che sia il Piave sia l’Adige nascessero da questo lago di origine glaciale.

 Territorio di grande valenza  paesaggistica, naturalistica e geologica, vicina di casa della  più nota e più snob Cortina d’Ampezzo, la piccola Misurina (61 abitanti e 500 posti letto

CORTINA D'AMPEZZO CON IL POMAGAGNON
 nei suoi alberghi) con il Lago e le vicinissime Tre Cime di Lavaredo è uno dei luoghi più noti, più frequentati e più fotografati del meraviglioso mondo dolomitico. Il suo lago è uno dei must assoluti delle Dolomiti, semplicemente imperdibile e consigliabile in tutti i  periodi dell’anno, ciascuno con proprie peculiarità. Misurina conobbe il turismo a cavallo  1800 e 1900, con i primi grandi alpinisti come Paul Grohmann e con personaggi storici

 quali la Regina Margherita di Savoia o il poeta Giosuè Carducci, che tessé le sue lodi in  diversi canti. La “perla delle Dolomiti” è stata contesa per secoli dai comuni limitrofi, dall’impero austriaco e dalla Serenissima, sia perché importante valico di confine, sia per

 i suoi pascoli alpini, ancor oggi sfruttati da quattro malghe. In epoca più recente, il  turismo e le attività economiche ad esso direttamente connesse hanno costituito un  importante ammortizzatore sociale di fronte al crollo dell’economia  tradizionale,  agricoltura e allevamento.

 Negli ultimi tre decenni, ma soprattutto dagli anni dei conflitti nell’ex Jugoslavia, qui hanno trovato lavoro anche molti giovani provenienti dalla Croazia. “Sono arrivate  soprattutto ragazze, un po’ da tutte le parti del vostro Paese, chi per sfuggire alla

 disoccupazione, altre per guadagnare di più, moltissime per scappare dagli orrori della  guerra. Donne di etnie diverse, ma ognuna con il suo fardello di storie tristi, commoventi,

 sofferte. Quasi tutte hanno lavorato sodo e guadagnato discretamente. 
E poi hanno  dimostrato uno spiccato talento per le lingue, imparando presto e bene anche l’italiano”.

 Chi parla è Ulli, un tedesco poliglotta che vive qua da 33 anni e fa l’albergatore assieme  alla consorte Fiorenza, misurinese incontrata in Thailandia. Ha viaggiato molto fin da  giovanissimo e conosce molto bene anche la Croazia, che continua a frequentare

 regolarmente. “Ho ancora bene impresse nelle mente le prime vacanze fatte da solo al  mare in Dalmazia. Dalla Germania si viaggiava in autostop, con lo zaino – il simpatico  Ulli si lascia cullare dai ricordi –. Si dormiva dove capitava ma il mare era bellissimo e  l’atmosfera rilassata. Abituato da ragazzino alle piatte, ventose e grigie coste del Mare  del Nord, quando per la prima volta arrivai in treno alle spalle di Fiume, restai sbalordito

 di fronte al panorama del Quarnero, delle isole e di un mare liscio come uno specchio.

 L’ultima puntata da voi, bellissima, l’abbiamo fatta qualche mese addietro a Cavtat  (Ragusavecchia, ndr). 
Certo che nei decenni tante cose sono cambiate. Prima di tutto i

 miglioramenti delle rete stradale, che era terribile. Ora si va via liscio come su un tavolo da biliardo lungo la scorrevolissima e fuori stagione letteralmente deserta autostrada.

 Poi la crescita e lo sviluppo delle strutture alberghiere e il nuovo, interessante  orientamento verso l’agriturismo, non solo in Istria ma anche nel retroterra della  Dalmazia. 
I punti negativi? L’eccesso di cementificazione lungo la costa e la dinamica dei prezzi...”

 La stagione testé conclusa è stata buona, ci conferma Ulli, ma permane la crisi, la riduzione delle presenze e l’incremento dei visitatori pendolari, un “mordi e fuggi” tipico  del  turismo di transito spicciolo e soffocante, con i caroselli di auto – anche 2000 al giorno –, bloccati al pagamento del pedaggio per la strada panoramica che porta ai 2300  metri del rifugio Auronzo e alle Tre Cime di Lavaredo, con code di 3-4 chilometri, fino alla strada che costeggia il Lago di Misurina. Amante dei fuori stagione, con tutti i rischi  che ciò comporta, a Misurina sono capitato a fine settembre, nello spazio di pochissimi  giorni, tra un ciclone e l’altro, nel quale i meteorologi avevano annunciato ”una finestra di bel tempo”.  Invece, ahimè, c’è stato un alternarsi di sole, pioggia, nubi, nebbia. Primo giorno, rilassante passeggiata in riva allo splendido e – lontano dalla ressa estiva o quella natalizia tipiche dei luoghi con doppia stagionalità – quasi idilliaco lago. Secondo giorno, puntata al facile ma spettacolare giro delle Lavaredo, che però si fanno desiderare. Anzi, non mi degnano nemmeno di uno sguardo e le loro vette restano incappucciate dalle nuvole fino quasi alla base delle Tre Cime. Delusione e rabbia?

 Niente affatto. Le vette si possono vedere nelle foto dei dépliant, dei libri, su Google,

 soprattutto l’enrosadira, il fenomeno per cui la maggior parte delle Dolomiti, in autunno,assume un colore rossastro, che passa gradatamente al viola, soprattutto all’alba e al tramonto.

 Pur nel grigiore delle nubi basse, sono stato premiato con atmosfere romantiche, ovattate, colme di arcano mistero, momenti di grande fascino che lasciano spazio all’immaginazione. Poi, miracolosamente, improvvise aperture con scorci su guglie aguzze, creste dentellate, forme tra le più bizzarre, le sottostanti valli di Misurina e


Auronzo... E il giro delle Tre Cime? Sarà per un’altra volta. Ogni promessa è un debito...

 Asma infantile, centro d’eccellenza

 Misurina, destinazione turistica molto apprezzata, in virtù del clima salubre è indicata per chi soffre di patologie respiratorie: nell’edificio che era stato residenza estiva dei Savoia, è

 sorto un centro per la cura dell’asma infantile. L’Imperatore d’Austria ci veniva per riposarsi nel piccolo rifugio preesistente, diventato, nel 1896, Grand Hotel Misurina. Sede

 del comando militare italiano nel 1915-1918, acquistato dalla diocesi di Parma nel 1949,

 per un periodo ha ospitato la scuola elementare del paese per diventare, nel 1959,

 Preventorio antitubercolare, nel 1970 Casa di Cura Pio XII , nel 1996 Centro di diagnosi,

 cura e riabilitazione dell’asma infantile, unico del genere in Italia

 Cappella degli Alpini, memorie della Grande Guerra

 La Cappella degli Alpini, dedicata a Maria Ausiliatrice, e un cippo alla memoria di un

 alpino morto su queste montagne, che fra il 1915 e il 1917 costituirono il fronte di guerra.

 Di questo periodo rimangono ancora evidenti resti (trincee, gallerie, baraccamenti) sul massiccio e sul vicino monte Paterno.  Anche da qui si gode un panorama spettacolare sulle Tre cime di Lavaredo e le altre montagne delle Dolomiti di Sesto e sui laghetti dei 

Piani

                                                                                                                    Bruno Bontempo Panorama Edit

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