lunedì 25 febbraio 2019

Pasta, in 20 anni dimensione globale +63% di produzione

Pasta, in 20 anni 

dimensione globale
+63% di produzione 

in tutto il mondo




Non è leggenda il binomio “italiani-spaghetti”. I numeri evidenziati a Tirreno Ct dicono che gli italiani sono i principali produttori di pasta, ma anche i primi per consumi: 23,5 kg pro capite l’anno. 

«Abbiamo notato anche in fiera un cambio di tendenza produttiva in questi ultimi anni - spiega Paolo Caldana, organizzatore di Tirreno Ct- in particolare grazie alla ricerca e alla sperimentazione dell’utilizzo di grani antichi regionali sono cambiate molto le farine per la produzione della pasta e questo a vantaggio da un lato della salute essendo spesso più digeribili, ma soprattutto della qualità finale della ricetta con paste che tengono meglio la cottura e che rappresentano ancora di più il Made in Italy nel mondo».

(Pasta, in 20 anni dimensione globale  63% di produzione in tutto il mondo)

Negli ultimi 20 anni è cambiata la percezione della pasta nel mondo. Ad evolversi è stata soprattutto la sua diffusione a livello globale. In 20 anni la produzione mondiale di pasta è aumentata del 63% passando da 9,1 a 14,8 milioni di tonnellate. Secondo i dati di Ipo (International Pasta Organisation) sono 40 i Paesi che ne producono in quantità superiori alle 20mila tonnellate. Allora come oggi, l’Italia guida questo mercato. E un piatto di pasta su 4 mangiato nel mondo (3 su 4 in Europa) è fatto con pasta italiana.

Sono quasi raddoppiati (53 oggi contro i 30 di allora) i Paesi dove si consuma più di 1 kg pro capite di pasta all’anno. In Italia il consumo pro capite è di 23,5 chilogrammi, contro i 17 della Tunisia, seconda in questa speciale classifica. Seguono Venezuela (12 kg), Grecia (11 kg), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg). La pasta continua ad essere amata anche in Perù (7,8 kg), Russia (7,2 kg), Canada (6,3 kg), Brasile (5,8 kg). Buoni i consumi UE, specialmente in Francia (8 kg), Germania (7,7 kg) Ungheria (7,5 kg), Portogallo (6,5 kg), Belgio (5 kg) e Austria (4,8 kg). Rispetto a 20 anni fa il mondo mangia sempre più pasta italiana, la migliore al mondo. Secondo elaborazioni di Aidepi, sono aumentati i Paesi destinatari (oggi quasi 200, +34%) ed è più che raddoppiata la quota export, da 740mila a oltre 2 milioni di tonnellate, il 56% della produzione. Germania, Uk, Francia, Usa e Giappone si confermano i Paesi più ricettivi verso la pasta italiana.

Esistono in Italia oltre 300 formati di pasta. I primi 20 formati più venduti coprono il 70% del totale, con il 18% rappresentato dagli spaghetti. Ci sono delle differenze regionali: in Puglia c’è una richiesta di spaghetti più grossi, mentre la pasta mista vende il 4% su scala nazionale e il 12% in Campania, dov’è molto usata per la preparazione della pasta con fagioli, patate, lenticchie e zucca. Tra i formati sottili ci sono in testa i capelli d’angelo, i capelvenere, i fidelini, i sopracapellini e gli spaghettini.

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