sabato 28 maggio 2022

Il blocco del mercato russo per il vino è un danno da 350 milion

 

Il blocco del mercato russo 

per il vino è un danno 

da 350 milioni

La prima azienda esportatrice di vino nel mondo, Edoardo Freddi International, è preoccupata per gli effetti del conflitto e chiede al Governo che il Pnrr sia un'occasione per il rilancio strategico del settore


Iconflitto tra Russia e Ucraina, oltre a provocare una vera e propria catastrofe umanitaria, continua a spaventare le aziende italianein particolare quelle che producono ed esportano vinoDa solo il mercato con la Russia vale infatti 350 milioni di euro. Per questo, oltre alle associazioni di categoria, che nei giorni scorsi hanno alzato la voce per chiedere una mano dal Governo, dopo che è scattata la sospensioni dei pagamenti da Mosca, si stanno muovendo anche consorzi e privati. La Edoardo Freddi International, prima azienda di export di vino italiano nel mondo con oltre 40 rinomate aziende vinicole rappresentate, e il cui mercato in Russia è pari a qualche milione di euro di fatturato ha chiesto un aiuto concreto al Governoutilizzare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per rilanciare il settore.

Freddi international: «Il blocco del mercato russo per il vino è un danno da 350 milioni»

Il vino è il settore più a rischio per l'export italiano in Russia

I numeri dell'export dall'Italia alla Russia sono da capogiro. Nel 2021 i russi hanno acquistato vini italiani per 375 milioni di dollariL'Italia rappresenta il primo Paese fornitore con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna. Il 2021 è stato un anno di crescita per il settore (+11% rispetto al 2020) e ha visto un boom per gli spumanti (+25%) e un incremento per i fermi imbottigliati (+2%). Le denominazioni più richieste sono il Prosecco, il Lambrusco e l'Asti Docg. Anche l'Ucraina, nel settore dei vini, rappresenta un mercato importante. L'Italia è, come in Russia, leader del mercato e ha registrato nel 2021 una crescita incredibile, trainata ancora una volta dalle bollicine (+78%).

 

Le preoccupazioni dell'Unione italiana vini

I temi a mettere a rischio l'immediato futuro del vino italiano in Russia sono due: le difficoltà nella spedizione (già si registrano lunghe code di camion alla frontiera lettone-russa, oltre a merci non ritirate in dogana) e quelle nei pagamenti. Per effetto delle sanzioni alle banche russe è scattata la sospensione dei pagamenti da Mosca, in uno scenario di stato di guerra che con molta probabilità farà perdere le tutele assicurative sui pagamenti delle merci.

 La dichiarazione della Edoardo Freddi International: «I nostri camion sono fermi alle frontiere»

«Per noi la Russia è un mercato molto importante», spiega Edoardo Freddi, amministratore delegato della Edoardo Freddi International, prima azienda di export di vino italiano nel mondo con oltre 40 rinomate aziende vinicole rappresentate e il cui mercato in Russia è pari a qualche milione di euro di fatturato. «Il vino italiano - continua Freddi - occupa infatti la prima posizione di vendita e consumo nel Paese, per un giro di affari di circa 375 milioni di dollari e una crescita che nel 2021 era stata di oltre il 10% sul 2020. E che non pareva arrestarsi nemmeno in Ucraina, dove siamo leader di mercato. Col precipitarsi degli eventi di qualche giorno fa, abbiamo subito assistito al blocco degli ordini in corso, alle code di camion in frontiera russa e alle merci non ritirate. Siamo però molto più preoccupati dalle sanzioni bancarie che si prospettano, dal crollo della moneta locale e dai prezzi di energia e carburanti. Le assicurazioni non garantiscono più il fido clienti russi. Il vino italiano si era appena ripreso dal blocco totale delle importazioni in Russia durato anni a seguito della guerra del 2014».

L'appello di Freddi al Governo: «Utilizziamo il Pnnr per il rilancio del settore»

Freddi conclude con un appello rivolto a Roma: «Chiediamo dunque al Governo, alla luce di questi ultimi tragici avvenimenti e delle loro conseguenze immediate sul mercato del vino, di considerare il Pnrr come un'occasione per rilanciare un settore strategico per il nostro Paese, e non solo per l'indotto economico diretto, ma anche per quello che genera come attrattiva turistica».IAT

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