domenica 22 maggio 2022

Sui balneari il Governo rischia la crisi. Draghi chiederà la fiducia

 

Sui balneari 

il Governo rischia la crisi. 

Draghi chiederà la fiducia

Il premier ha perso la pazienza e obbliga i partiti a decidere: se non passa il decreto concorrenza saltano i 200 miliardi del Pnnr. Allarme rosso fra i politici, a partire da Salvini nel mirino di Draghi

di Alberto Lupini
direttore

Altro che armi all’Ucraina o prezzo del gas, è sui balneari, sul problema cioè delle concessioni, da tempo nel mirino dell’Europa, il Governo potrebbe andare in crisi. E con questo l’Italia potrebbe perdere i 200 miliardi del Pnnr. 

Ad avvisare i partiti di una maggioranza sempre più litigiosa è stato lo stesso presidente del consiglio, Mario Draghi, che inaspettatamente ha convocato un consiglio dei ministri, del tutto fuori programma, scatenando letteralmente il panico nella sua (litigiosa) maggioranza. E del resto la freddezza dell’ordine del giorno non poteva che fare scattare l’allarme rosso: «All’ordine del giorno comunicazioni del presidente». E alla fine il premier ha chiesto di porre la fiducia sul decreto concorrenza obbligando tutti a chiarire le proprie posizioni, a partire dal centro destra i cui ministri hanno peraltro votato con gli altri all'unanimità la decisione di porre la fiducia entro maggio.

Sui balneari il Governo rischia la crisi. Draghi chiederà la fiducia

Ma cosa può avere fatto precipitare la situazione? I partiti che bloccano l’esame del decreto concorrenza, mettendo così a rischio i fondi del Recovery a cui sta appeso il futuro del nostro Paese dopo la pandemia e la crisi innescata dal conflitto in Ucraina. «Così non si va avanti» ha chiarito Draghi, stufo delle ripicche e degli strattonamenti delle forze politiche proprio sulla questione dei balnerari.

E attenzione, nel mirino di Draghi non c’è Conte, che non perde occasioni per attaccarlo, ma Matteo Salvini. Lunedì uscendo da Palazzo Chigi dopo il faccia a faccia con il premier, Salvini aveva infatti detto «troveremo un accordo» sui balneari. Ma l’accordo, che doveva portare ad un voto già prima di Pasqua, è ancora bloccato nella commissione Industria del Senato dove proprio la Lega non intende trovare un compromesso.

Il problema è quello di regolamentare un comparto dove mancano regole certe e dove c'è chi ha fatto investimenti , documentabili, e chi li ha fatti in nero. E il punto è proprio qui perché se le concessioni, in base alle nuove norme sulla concorrenza, dovessero essere messe all'asta ci sarà chi avrà un rimborso degli investimenti fatti, perché documentati, e chi no, perché li ha fatti in nero. La Lega vorrebbe però compensi per tutti. 

A fare scattare questa dura reazione di Draghi che non vuole perdere la faccia in Europa e con gli italiani, è stato il comunicato congiunto con cui i capigruppo di Lega e Forza Italia, Massimiliano Romeo e Anna Maria Bernini, hanno chiesto «ulteriori approfondimenti sul tema delle concessioni balneari per arrivare a un testo condivisibile e quindi condiviso». Ma il tempo delle discussioni per Draghi è scaduto e se i partiti non ritrovano il senso di responsabilità, potrebbe davvero aprirsi una crisi di governo… E questo dopo che oggi in parlamento il premier, ricordando l’ìmpegno dell’Italia per la pace e gli aiuti all’Ucraina, era riuscito ancora una volta ad evitare lacerazioni assurde nella maggioranza.

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