sabato 22 luglio 2023

Il caldo mette a rischio i trasporti del vino

 

Il caldo mette a rischio 

i trasporti del vino. 

Le enoteche 

chiedono tutele

Il caldo record di questa estate mette in pericolo la conservazione del vino durante i trasporti. Vinarius, l'associazione delle enoteche italiane, chiede maggiore tutela in merito. «Una soluzione potrebbero essere camion adeguatamente refrigerati», la proposta del presidente Terraneo

di Alessandro Creta

Il caldo mette a rischio i trasporti del vino. Le enoteche: «Chiediamo tutele»

Il caldo record registrato in questi giorni non solo porta tanti di noi a cercare refrigerio nei modi più disparati, affidandoci anche al cibo per placare l’afa torrida, ma mette pure a rischio tutto un comparto, quello del vino, minacciato durante il trasporto dalle temperature torride. In molte città d’Italia anche superiori ai 40 gradi.

Il caldo mette a rischio i trasporti del vino. Le enoteche chiedono tutele

Vino, il caldo mette in crisi i trasporti

Il vino, si sa, è un prodotto vivo, che ha bisogno della giusta temperatura di conservazione anche durante gli spesso lunghi trasporti. Durante i quali si può irrimediabilmente rovinare il tutto. La temperatura ideale, orientativamente tra i 12 e i 15 gradi, infatti non sempre (anzi forse meglio dire quasi mai) è garantita, tanto nei mesi caldi quanto in quelli freddi. E tra gli uni e gli altri la forbice può oscillare anche di 40 gradi.

 

Allarme conservazione: caldo e freddo mettono a rischio il vino

A questo proposito Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane, tramite la voce del suo presidente Andrea Terraneo ha lanciato l’allarme, chiamando a raccolta tutti gli attori della filiera enoica per trovare una soluzione: «Le alte temperature di queste settimane stanno avendo pesanti effetti negativi sulla qualità dei vini che vengono trasportati. Proponiamo l’utilizzo di mezzi refrigerati per evitare di compromettere il prodotto e di creare di conseguenza un disservizio».

«Trasportare vini attraverso mezzi non predisposti per la refrigerazione e inadatti a mantenere una temperatura ideale che non alteri il prodotto – afferma Terraneo – rischia di diventare un grande disservizio, verso noi enotecari e verso il pubblico». Un problema non solamente estivo, ci spiega Terraneo, ma da tenere presente anche per quanto riguarda la stagione invernale. «Lo stesso allarme avremmo potuto lanciarlo anche d’inverno – ci dice – quando a dicembre o gennaio in molte zone d’Italia le temperature sono molto basse e la temperatura nei camion sicuramente non è controllata, ma ambiente. Il problema quindi si deve allargare anche ad altri mesi dell’anno. Bisogna cercare di contrastare come possibile quei picchi verso l’alto o verso il basso». 

Il caldo mette a rischio i trasporti del vino. Le enoteche chiedono tutele

Vinarius, il presidente Terraneo lancia l'allarme sui trasporti

Come poter risolvere questo problema? «Tamponare attraverso cantine di ultima generazione all’interno dell’enoteca non basta più, il danno viene già compiuto durante il trasporto». E proprio il trasporto dovrebbe essere per quanto possibile refrigerato e a temperatura controllata: «È un problema che tocca tutti i vini, da quelli più economici ai più costosi; Brunello, Barolo, Amarone, così come quelli di importazione. Il settore refrigerati dopotutto esiste: per esempio per il cioccolato che d’estate è consegnato all’interno di camion frigo, perché lo stesso non può avvenire per il vino? L’osservazione da cui è partito il nostro allarme è stata proprio questa: il settore refrigerato va sicuramente adattato perché è impensabile spedire e trasportare vino a 8 gradi, serve una temperatura più alta tra i 12 e 15, per evitare lo shock termico rispetto ai gradi in cantina dove era conservato».

In tanti forse sottovalutano il problema ma è una questione piuttosto subdola e spinosa: «Quando si scarica il vino non può essere valutata la qualità del contenuto ma l’integrità dell’imballo. La qualità la noti solo quando apri la bottiglia e il prodotto rischia di esser irrimediabilmente rovinato, perché la sua qualità non corrisponde più a quella di origine. Anche per questo il danno economico non è subito quantificabile».

Un sistema, quello del trasporto adeguatamente refrigerato, che è fisiologico abbia dei costi in più da sostenere. «Siamo anche disponibili per un supplemento di costi, come associazione delle enoteche sappiamo benissimo che è un servizio che presuppone un dispendio economico e siamo disposti a sobbarcarcelo come enotecari o ristoratori. È una garanzia in più che vogliamo dare al cliente riguardo la qualità e la cura del prodotto, e sono sicuro come anche il consumatore sia disposto a spendere quel minimo in più pur di vedersi garantita la bontà del vino che sta bevendo». 

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