Parmigiano Reggiano: previsti 51,54 milioni
di euro di ricavi
nel 2025 previsti
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha approvato il bilancio preventivo 2025 con ricavi previsti di 51,54 milioni di euro, destinando 28,4 milioni a marketing. L'obiettivo è rafforzare il brand a livello globale e aumentare le esportazioni, che nel 2023 hanno raggiunto il 43%. L'export, infatti, per il presidente Nicola Bertinelli sarà la chiave del futuro
L'assemblea generale del Consorzio del Parmigiano Reggiano, tenutasi al Bper Forum Monzani di Modena, ha approvato il bilancio preventivo 2025 e la proposta di "Piano di regolazione dell'offerta" per il periodo 2026-2031. I numeri sono significativi: con 51,54 milioni di euro di ricavi previsti, il Consorzio punta a rafforzare la sua posizione sui mercati nazionali e, soprattutto, internazionali, con un importante investimento di 28,4 milioni di euro in marketing e comunicazione. L'obiettivo è chiaro: consolidare il Parmigiano Reggiano come brand iconico globale e far crescere ulteriormente le esportazioni, che nel 2023 hanno rappresentato il 43% delle vendite totali.
Consorzio del Parmigiano Reggiano: il bilancio preventivo 2025
Dal bilancio preventivo 2025 emerge una chiara strategia di sviluppo. Dei 51,54 milioni di ricavi, 31,13 milioni saranno destinati alle attività del Consorzio, con 28,4 milioni dedicati a marketing e comunicazione. Verranno privilegiati gli investimenti per l'acquisto di spazi pubblicitari su tv, radio, stampa e web sia in Italia che all'estero e per supportare progetti di crescita nei mercati internazionali, lavorando a stretto contatto con distributori, importatori e caseifici.
Parmigiano Reggiano: grandi investimenti per la promozione e la tutela del marchioPer rafforzare la tutela e la vigilanza, soprattutto nei mercati internazionali, sono stati stanziati 300mila euro, con particolare attenzione ai canali non retail in Europa e negli Stati Uniti. Proprio per migliorare l'efficacia delle azioni oltre oceano, il Consorzio ha aperto lo scorso luglio un ufficio operativo negli Usa, a testimonianza della crescente attenzione verso questo mercato. Un altro punto chiave riguarda la stabilizzazione del contributo ordinario a sette euro per forma, una misura introdotta temporaneamente nel 2021 ma che ora diventa definitiva a partire dal prossimo anno.
Parmigiano Reggiano: i successi dei "Piani di regolazione dell'offerta"
La giornata è stata anche un'occasione per celebrare i 10 anni dei "Piani di regolazione dell'offerta", uno strumento introdotto nel 2014 grazie al Regolamento Ue 261/2012. Il Consorzio ha sfruttato questa opportunità per mitigare la ciclicità del mercato e garantire prezzi stabili e remunerativi. Dal 2013 al 2024, la produzione è cresciuta del +2,2% annuo, passando da 3,28 milioni a 4,014 milioni di forme. Dal 2022, il prezzo medio si è mantenuto stabilmente sopra i 10 euro al chilo. Grazie alle “quote latte Parmigiano Reggiano”, unica Dop europea ad averne adottato una versione, i produttori di latte sono diventati protagonisti attivi della filiera. Negli ultimi dieci anni, la dimensione media delle aziende agricole è cresciuta del +70%, passando da 5.200 a quasi 8.900 quintali di latte prodotti all'anno. Parallelamente, la produzione in montagna è stata valorizzata, superando nel 2023 le 861mila forme (oltre il 21% della produzione totale), con un incremento dell'11% rispetto al 2016.
Parmigiano Reggiano punta a diventare
un vero brand iconico globale
L'assemblea è stata aperta dall'intervento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, seguito da una tavola rotonda sul tema della produzione, trasformazione e valorizzazione della Dop, moderata dal direttore generale del Consorzio, Riccardo Deserti. Numerosi i rappresentanti del mondo agricolo e agroalimentare intervenuti, tra cui Tommaso Battista (Copagri), Cristiano Fini (Cia) ed Ettore Prandini (Coldiretti), a dimostrazione della centralità del Parmigiano Reggiano nel panorama economico e rurale italiano. Nel suo intervento conclusivo, il ministro Francesco Lollobrigida ha ribadito il ruolo strategico delle Dop nella valorizzazione dei territori e della qualità agroalimentare italiana.
E a chiusura dei lavori, il presidente Nicola Bertinelli ha tracciato il futuro del Parmigiano Reggiano: «In questa assemblea costruiamo le basi del futuro del Parmigiano Reggiano. Il nostro obiettivo è dare continuità a una condizione di mercato che nel corso del 2023 e, in particolare, del 2024 è stata stabilizzata e ha raggiunto condizioni di equilibrio. Con una quota export che nel 2023 si è attestata al 43%, la Dop continua il percorso per diventare un vero brand iconico globale, con l'obiettivo di incrementare progressivamente nei prossimi dieci anni le esportazioni, in quanto l'estero rappresenta il futuro della Dop. Per perseguire l'ambizioso progetto di creare nuovi spazi nei mercati internazionali, abbiamo stanziato ben 28,4 milioni di euro per azioni di marketing e comunicazione. Inoltre, il Consorzio è proiettato con forza a supportare una cultura nuova e coerente relativa alle Indicazioni geografiche: quella di essere strumento di sviluppo non solo rurale, ma di un intero territorio; un patrimonio collettivo, slegato da interessi di parte o di singole comunità».
Al centro Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano«I nostri 292 caseifici e 2.100 allevamenti danno lavoro a circa 50mila persone: un numero enorme di famiglie. L'opportunità di sviluppare modelli vincenti per i territori basati sulle denominazioni di origine dipende dalla capacità di combattere a livello globale le contraffazioni e le misure protezionistiche che le ostacolano, che vanno considerate strumenti “non etici”, dannosi per prodotti che non possono essere per loro natura delocalizzati dalle zone di origine e che rappresentano una ricchezza che ne garantisce lo sviluppo e la sostenibilità sociale. Il nostro impegno - ha concluso Bertinelli - è quello di affrontare le sfide di oggi e del futuro con la consapevolezza che questa non è solo un'opportunità, ma anche una responsabilità per il ruolo di portabandiera e di esempio che il nostro Consorzio ricopre per una parte assolutamente rilevante di imprese, lavoratori e cittadini italiani».
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