A TAVOLA UN PIATTO
UNICO E VELOCE
Il secondo mese del
calendario giuliano si apre
con una delle festività più significative ma anche
più sottovalutate del calendario liturgico cattolico. Quella che per noi è la
"Candelora" (in tedesco "Maria-Lichtmess") era per gli antichi
Celti "Imbole", festa della luce, della rinascita e rappresentava,
dal punto di vista iniziatico, il cancello della paura. Vincere la Paura significa crescere,
quindi ri-nascere, ed è proprio dopo questa festa che inizia la primavera.
Anche se non in modo visibile, la natura entra in un nuovo ciclo vegetativo,
l'idea racchiusa nel seme inizia a realizzarsi. Il primo passo è a suo modo
violento, e la "piantina" necessita di forze sovraumane per
"scavarsi" nella terra il proprio spazio vitale. Così pure il segno
del mese, l'Acquario, rappresenta un modus vivendi in bilico tra la realtà
oggettiva che lo circonda e l'immenso potenziale intellettivo e innovativo che
lo contraddistingue. Fantasioso, ingegnoso, trasgressivo, il nativo aspira alla
realizzazione di quel mondo ideale di fratellanza intellettuale, amore
androgino e libertà spirituale che sono
tutt'altro che realizzabili. Segno d'aria, è un interlocutore affascinante e
coinvolgente che si lascia trascinare in interminabili discorsi sull'universo e
su Dio, e se siete sulla sua lunghezza d'onda si rivela un coinvolgente e
stimolante compagno... purché non gli chiediate di scendere dal suo mondo di
utopica fratellanza e vivere il quotidiano. Lo vivreste freddo e distaccato, poco
propenso a coinvolgersi in ménage amorosi o a confrontarsi con le basilari
necessità umane. In effetti l'acquario non si vive attraverso il proprio corpo,
che, per fortuna, non gli crea quasi mai problemi né di linea, né di salute
(infatti anche il nostro seme in questo periodo non deve preoccuparsi di
sostanze nutritive, ma solo di "realizzarsi"); e il pianeta signore,
Urano, gli conferisce una costituzione dinamica e muscolosa, una costante
passione per le attività sportive; unico consiglio da parte nostra è di
rispettare il ciclo di Urano nella cura della condizione fisica, di carattere
ventennale, e quindi di dedicare maggior attenzione al corpo a 20, 40 e 60
anni.
Eclettici, dinamici e
sempre in movimento, gli Acquari non prestano particolare attenzione
all'alimentazione, a volte si nutrono in maniera inadeguata e distratta, veloce
e senza considerare quello che in quel momento ingeriscono. Se hanno
particolare appetito per un dato cibo, sono capacissimi di assimilarne fino
alla nausea, per il resto piatto unico, veloce, di facile digestione: carne ai
ferri, pesce senza spine, un panino al bar, una pizza al taglio. Masticare con
cura? no, grazie; non c'è tempo.
La parola d'ordine è stuzzicare senza appesantire, stimolare la sua
fantasia senza coinvolgerlo in pasti prolungati; non parlare mentre si pranza,
ma pranzare mentre si parla. Il pasto non deve distrarlo dal suo mondo utopico;
spiedini succulenti, verdure al pinzimonio, insalate di pasta o riso,
formaggini alle erbe spalmabili. Le necessità alimentari sono volte a stimolare
le attività celebrali, i processi mentali. Indispensabile quindi un costante
apporto di vitamine del gruppo B, in particolare la B12, e di vitamina C. Funghi,
spinaci, ortaggi verdi in genere, possibilmente crudi, agrumi, castagne, frutta
secca. Utili le cura annuali a base di
polline e lievito di birra, le cui proprietà enzimatiche ne fanno un ottimo
catalizzatore in diversi processi corporei.
Anatomicamente al segno
corrisponde l'apparato circolatorio: disturbi quali affanno, palpitazioni,
varici o flebiti sono patologie tipiche dopo la quarantina, come pure una
tendenza alla pressione elevata. In questo caso risulta importante il sale
minerale del segno, Natrum muriaticum o cloruro di sodio, da non assumersi
attraverso il sale da cucina (con effetti devastanti), ma da ricercare in
alimenti quali sedano, cipolle, lenticchie o rape, in fragole o agrumi, anche
negli asparagi, da consumarsi però con moderatezza.
A dir il vero la tavola non
è il punto forte di un Acquario, che si alimenta piuttosto a casaccio e senza
prestare particolare cura alla presentazione del cibo.
La sua cucina sarà super attrezzata, il fornello dell'ultima generazione, le pentole brillanti e i coltelli affilati: non mancherà nulla... ma probabilmente sarà tutto ancora inutilizzato. La sala da pranzo arredata con stile, un mix tra eleganti forme moderne e ricercati pezzi d'antiquariato, un vero colpo d'occhio, ma l'atmosfera risulterà lo stesso fredda e distaccata. le stoviglie, possibilmente firmate, spaziano dal design futurista alle più tradizionali porcellane bianche, i cristalli lineari e di foggia ricercata, adatti sia a vini importanti e "storici" sia a quelli "moderni" (un Amarone della Valpolicella di Villa Girardi).
La sua cucina sarà super attrezzata, il fornello dell'ultima generazione, le pentole brillanti e i coltelli affilati: non mancherà nulla... ma probabilmente sarà tutto ancora inutilizzato. La sala da pranzo arredata con stile, un mix tra eleganti forme moderne e ricercati pezzi d'antiquariato, un vero colpo d'occhio, ma l'atmosfera risulterà lo stesso fredda e distaccata. le stoviglie, possibilmente firmate, spaziano dal design futurista alle più tradizionali porcellane bianche, i cristalli lineari e di foggia ricercata, adatti sia a vini importanti e "storici" sia a quelli "moderni" (un Amarone della Valpolicella di Villa Girardi).
La vera sorpresa sarà
scoprire che questo autodidatta in materia di gastronomia è capace di creare
dei veri e propri manicaretti e servirli con superba eleganza e ricercatezza,
da stupire gli ospiti con cene da veri gourmet, perfette dall'antipasto al
dessert, arricchiti da una conversazione intelligente, spiritosa e stimolante.
Mai dare un Acquario per prevedibile e scontato, potremmo
avere delle belle o brutte sorprese!
Daniela Mosena
Crostini di Porcini
Ingredienti: un pane casereccio,
cinque porcini freschi di medie dimensioni o dei porcini freschi (o secchi
fatti rinvenire in acqua tiepida), un pugno di prezzemolo tritato, mezzo etto
abbondante di fontina, latte, farina, olio extravergine di oliva, uno spicchio
d'aglio, sale e pepe. Per un tocco personalizzato consigliamo di aggiungere un
cucchiaino di pasta di tartufi di Livade (della ditta Zigante).
Preparazione: preriscaldate il forno
a 180°. Preparate il pan carrè eliminando la crosta e tagliandolo in fette di
un centimetro abbondante. In una teglia fate appassire in tre cucchiai di olio
d'oliva l'aglio tritato finemente e il prezzemolo e aggiungetevi poi i funghi
porcini puliti e tagliati in fettine sottili. Preparate quindi una besciamella
morbida. Quando i porcini saranno a metà cottura aggiungeteli alla besciamella,
mescolando con cura fino a rendere il tutto omogeneo, quindi unitevi la pasta
di tartufo. Cospargete le fette di pane con il composto di funghi e
distribuitevi la fontina tagliata a cubetti; correggete di sale e pepe e
infornate il tutto per un quarto d'ora. Serviteli caldi accompagnati da Farnito brut di Carpineto
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