lunedì 4 gennaio 2016

…IOVOGLIO CUCINA'!

"…io voglio cucinà!!!"

Enrico Mazzaroni ai fuochi de Il Tiglio
“…io voglio cucinà!!!”

Cucinare la magia

Cucinare la magia  Quando penso ad Enrico Mazzaroni la prima cosa che mi torna alla mente è un suono, quello della sua voce briosa mentre con lo sguardo luccicante ripete queste tre semplici parole.  “io” e si mette in gioco in prima persona , “voglio” il suo desiderio, la sua volontà coriacea e cristallina: non c’è ombra di dubbio che sappia ciò che vuole, forse a volte con qualche tentennamento ed incertezza, ma l’obiettivo è ben chiaro dentro di lui; “cucinare” la parola magica, quella che sprigiona i ricordi dai più recenti a quelli della sua infanzia, i sentimenti, i profumi, i sapori!

Sull' Isola San Biagio

Sull' Isola San Biagio  Devo tornare ad Isola San Biagio più volte (ed è un dovere piacevole) per rendermi conto quanto possa essere complesso il linguaggio parlato dai piatti di questo chef: in stagioni diverse ed a distanza di qualche tempo mi mostra la sua opera e mi fa entrare nel suo mondo, immutato nel conteso, nella terra e nelle montagne che lo circondano, appartenenti ad un altro tempo per me che lascio Milano per arrivare fra questo gruppo di vecchie case dove mai avrei immaginato una tal raffinatezza nella preparazioni di alcune pietanze.

Dai fuochi all'orto

Dai fuochi all'orto  Questo piccolo borgo di Montemonaco sui Monti Sibillini rappresenta la sua quotidianeità: con il suo cappellino calato sulla fronte si occupa dei fuochi, per spostarsi quando necessario dalla cucina all’orto che segue personalmente e che coltiva lì poco distante: quattro passi con lui, lo ascolto mentre raccoglie e mi annuncia l’utilizzo di un’erba aromatica per i piatti che consumerò, un saluto e due chiacchiere alle persone che incontra per poi tornare nel suo regno di fiamme e piani infarinati. La sua pacatezza lascia posto alla creatività con piatti in continua evoluzione, come in cammino verso una meta sempre più definita.

L'eredità di mamma e papà

L'eredità di mamma e papàLimpido nelle espressioni, nei piatti leggi tutto il legame che prova per il territorio ed il rispetto per i rapporti umani, per la famiglia dal quale ha ereditato la cucina di mamma e papà, o forse quella cucina che con quel suo modo benevolo ma esigente lui stesso ha conquistato trasformando il piccolo Agriturismo in Ristorante di elevata raffinatezza culinaria.

Da ricercatore a cercatore

Da ricercatore a cercatore Un rispetto per una terra riconoscente che gli ha messo a disposizione tutto quanto necessario per poter esprimere la propria passione, la stessa che nel 1994 lo ha portato ad abbandonare il ruolo di ricercatore universitario plurilaureato per dedicarsi a questa nuova (prima) ed ormai sapiente mansione.

Lo specchio di Enrico

Lo specchio di Enrico I piatti sono lo specchio di Enrico: chiara ritrovi la sua immagine, autentica e passionale. Dopo un inizio che ripercorreva i passi della tradizione, un’evoluzione che si è concentrata sulla meraviglia e la sperimentazione, oggi il risultato è la sintesi di questo suo lungo cammino che finalmente riesce a dar voce al suo operato: preparazioni che escono da dentro, dal suo dentro.

L'essenza nei piatti

L'essenza nei piatti Piatti prima fagocitati, digeriti, scomposti e sezionati, poi riproposti in tutta la loro essenza e ripuliti dalla pesantezza di una cucina antica e meno sensibile alle nuove tendenze. 

Puoi consumare il fegato, il durello, il baccalà, l'anatra, la trota e l’agnello in un unico percorso. Una proposta di ingredienti che sovente sono riscontrabili solo nei menù che abbracciano la tradizione nella sua forma più elementare.  

Evoluzione anche in sala

Evoluzione anche in salaTale evoluzione in sala viene supportata da Gianluigi che, oltre a prendersi cura dell'organizzazione e ad accogliere l'ospite, si occupa di selezionare vini, e non solo, per abbinamenti a volte curiosi e tutt'altro che scontati. 

Quindi sembra proprio che una definizione calzante per Il Tiglio sia "cambiamento" e per chi è curioso ...altre trasformazioni attendono l'inizio del nuovo anno.

Annamaria Farina
vinoecibo

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