martedì 5 giugno 2018

Cibo e vino italiani deboli in Cina

Cibo e vino italiani 

deboli in Cina
Solo il 50% conosce 

prodotti del Belpaese


Sono dati preoccupanti quelli che emergono dall’indagine dell’Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies condotta da Nomisma Wine Monitor secondo la quale metà dei cinesi non conosce i nostri prodotti agroalimentari.

Le interviste sono state effettuate su un campione di mille cittadini dal reddito medio-alto residenti a Pechino e Shanghai. «L’equazione Italia-buona tavola - ha detto Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies - è un’associazione che non può ancora essere data per scontata in Cina. A fronte di un mercato in crescita e di un primo trimestre record a + 41,4% per il vino italiano, solo la metà dei consumatori dimostra di saper associare al nostro Paese almeno un prodotto enogastronomico. Questa mancanza, da un lato di conoscenza e dall’altro di promozione, si traduce in un deficit di comprensione sul fronte consumer e in una conseguente difficoltà di posizionamento per i nostri produttori, a vantaggio dei competitor».

(Cibo e vino italiani deboli in Cina Solo il 50% conosce prodotti del Belpaese)

Quasi 7 cinesi su 10, infatti, associano la categoria “vino” alla Francia, mentre sono solo 2 su 10 quelli che si orientano verso l’Italia. Un risultato che migliora solo leggermente quando si parla di cibo, con il Belpaese menzionato da un quarto del campione, dietro al Giappone (37%), ma prima di Francia (15%) e Usa (14%).

Secondo la survey condotta nelle due metropoli asiatiche, è la pasta la più conosciuta dai cinesi, nominata dal 31% di coloro che danno un’indicazione di prodotto e seguita dai brand Ferrero (10%) e Illy (4%). E mentre restano appena fuori dal podio la pizza (4%) e l’olio d’oliva (3%), a sorpresa il Tiramisù batte spaghetti, Barilla, formaggio e maccheroni. La classifica del vino vede premiati Barolo (13%), Amarone (7%) e Chianti (6%), seguiti però da risposte come “Piemonte”, “Docg”, “Italia”, “vino italiano”, “vino rosso” e “Toscana”, indicazioni che evidenziano una sostanziale confusione culturale rispetto al nostro prodotto enologico.

Il risultato evidenziato rappresenta un estratto di una più ampia indagine in corso di svolgimento relativa alla percezione del lifestyle italiano anche in rapporto ai propri competitor, ai gusti e alle abitudini di consumo dell’upper class cinese di Pechino, Shanghai, Canton e Hong Kong per un campione complessivo di 2mila intervistati. 
italiaatavola

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