Simply The Best
Sette assaggi
degni di nota
Chi scrive, come noto, non fa mistero di annettere estrema importanza alla comparazione dei punteggi delle Guide come elemento di validazione dei vini meritevoli di attenzione.
Su questo presupposto mi sono approcciato con curiosità ad una degustazione basata su un criterio oggettivo che ha radunato 51 cantine caratterizzate dal conseguimento di almeno 3 giudizi di eccellenza dagli annuari di settore.
Stringo, a fatica e per esigenze di spazio, il mio personalissimo “The Best” di questi magnifici 7 assaggi. Parto, in rigoroso ordine alfabetico, con la B di Bertani Domains, protagonista con il suo Amarone della Valpolicella Classico 2010. Un vino esemplare per la sua capacità di essere deciso e suadente al tempo stesso, oltre che di inattesa agilità per la tipologia. Gianfranco Fino ha conquistato la scena con il Primitivo di Manduria Riserva Es 2014. Tiratura bonsai dai ceppi più vecchi che massimizza ricchezza e tensione rendendo possibile l’apparente conciliazione degli opposti.
Con Masi Agricola riprendiamo la via dell’Amarone della Valpolicella Classico (in questo caso riferita al Mazzano 2011). Anche in questo caso la solidità della struttura non lascia spazio a ridondanze grazie al bilanciamento dato dall’acidità che esalta la componente speziata del vino. È ora la volta di uno splendido bianco, il Fiano di Avellino Stilèma 2015 di Mastroberardino. La scia sapida, la corrente di sapore anche agrumato e ammandorlato che lo attraversa goccia a goccia, valgono l’assaggio rendendolo letteralmente irresistibile.
Si vira per Bolgheri con l’Ornellaia 2015 dell’omonima Tenuta. Annata delle meraviglie per un rosso a trama fitta e progressiva che introduce verso un finale poderoso eppur di estrema eleganza. Tasca d’Almerita ha presentato il suo vino-bandiera (Contea di Sclafani Rosso del Conte) nella versione 2014. Superando di slancio i pregiudizi sull’annata per intensità e raffinatezza, inebria il palato per la sua fresca balsamicità. Chiusura con il botto per Venica&Venica ed il suo trascinante Collio Sauvignon Ronco delle Mele 2017. Strepitoso per lunghezza ed armonia, sciorina il repertorio di analogie classiche del vitigno senza eccessi, all’insegna della continuità gustativa.
Per informazioni:
www.civiltadelbere.com
Simply the Best
Simply The Best è andata in scena lo scorso febbraio nella suggestiva cornice del Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Il Salone delle Cavallerizze ha ospitato il wine tasting organizzato impeccabilmente da Civiltà del Bere registrando il meritato apprezzamento da parte dell’esigente pubblico meneghino. Molti i produttori che si sono personalmente occupati della somministrazione dei vini (altro elemento che qualifica la riuscita di un evento) e numerose le etichette di spicco.Stringo, a fatica e per esigenze di spazio, il mio personalissimo “The Best” di questi magnifici 7 assaggi. Parto, in rigoroso ordine alfabetico, con la B di Bertani Domains, protagonista con il suo Amarone della Valpolicella Classico 2010. Un vino esemplare per la sua capacità di essere deciso e suadente al tempo stesso, oltre che di inattesa agilità per la tipologia. Gianfranco Fino ha conquistato la scena con il Primitivo di Manduria Riserva Es 2014. Tiratura bonsai dai ceppi più vecchi che massimizza ricchezza e tensione rendendo possibile l’apparente conciliazione degli opposti.
Con Masi Agricola riprendiamo la via dell’Amarone della Valpolicella Classico (in questo caso riferita al Mazzano 2011). Anche in questo caso la solidità della struttura non lascia spazio a ridondanze grazie al bilanciamento dato dall’acidità che esalta la componente speziata del vino. È ora la volta di uno splendido bianco, il Fiano di Avellino Stilèma 2015 di Mastroberardino. La scia sapida, la corrente di sapore anche agrumato e ammandorlato che lo attraversa goccia a goccia, valgono l’assaggio rendendolo letteralmente irresistibile.
Si vira per Bolgheri con l’Ornellaia 2015 dell’omonima Tenuta. Annata delle meraviglie per un rosso a trama fitta e progressiva che introduce verso un finale poderoso eppur di estrema eleganza. Tasca d’Almerita ha presentato il suo vino-bandiera (Contea di Sclafani Rosso del Conte) nella versione 2014. Superando di slancio i pregiudizi sull’annata per intensità e raffinatezza, inebria il palato per la sua fresca balsamicità. Chiusura con il botto per Venica&Venica ed il suo trascinante Collio Sauvignon Ronco delle Mele 2017. Strepitoso per lunghezza ed armonia, sciorina il repertorio di analogie classiche del vitigno senza eccessi, all’insegna della continuità gustativa.
di Guido Ricciarelli
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