domenica 30 giugno 2019

In sala con... Gabriele Naso «Sensibilità, psicologia ed empatia»

In sala con... 

Gabriele Naso 
«Sensibilità, 

psicologia 

ed empatia»


Gabriele Naso

Ha frequentato il liceo classico, ma tra Omero e Virgilio ha scelto il mondo del beverage. A collezionare bottiglie (di birra) ha iniziato a 15 anni, per gioco. Poi il vino si è aperto un varco nella sua vita. 

Gabriele Naso (nomen omen), 35 anni, di Roma, da inizio 2018 è il sommelier de La Rosetta, capostipite dei ristoranti di pesce nella Capitale, dal 1966 a un passo dal Pantheon. Naso è associato a Noi di Sala, l’associazione che dal 2012 è in prima linea per promuovere e valorizzare l’identità della sala e del servizio.
Una carriera che inizia con la frequenza di alcuni corsi di avvicinamento al mondo del vino, subito dopo il liceo. A 25 anni è sommelier professionista. Ma guarda avanti e frequenta per due anni un master per approfondire la materia. L’incontro con lo chef patron Massimo Riccioli, autorità in fatto di pescato, lo porta in sala a La Rosetta.

Gabriele, cosa rappresenta per lei la sala?
Nella ristorazione riveste un aspetto fondamentale di cui purtroppo si è parlato sempre troppo poco. La sala è un palcoscenico, è la prima linea che interagisce con l’ospite, a tu per tu. In alcuni momenti può anche essere un’ancora di salvezza. Un sorriso è in grado di stemperare la tensione dovuta a un’imperfezione in uscita dalla cucina. Far vivere una bella esperienza a chi ha scelto di venirti a trovare, farlo sentire a casa, a proprio agio, è l’essenza dell’ospitalità. Si deve però capire in un baleno chi si ha davanti. Sensibilità, psicologia ed empatia sono attitudini che il professionista deve saper coltivare ed esprimere con naturalezza.

Clientela e vino, mondi a confronto. La sua esperienza.
Non sempre il cliente bada all’abbinamento gastronomico. C’è chi sceglie prima il vino e poi pensa alla cucina. In linea di massima gli ospiti stranieri sono molto preparati, gli inglesi in particolare. Studiano e approfondiscono il vino, non lo danno per scontato come spesso si fa nel nostro Paese. La cantina de La Rosetta accoglie circa 600 etichette, bottiglie italiane e francesi, tra cui un’importante selezione di Champagne.

La Rosetta è vicina al Pantheon. Una calamita per i turisti?
Certo. Abbiamo ospiti di ogni nazionalità. Ci sono momenti in cui la sala accoglie tavoli neozelandesi, cinesi, statunitensi o di cittadini europei. Culture, stili, abitudini anche molto differenti che vanno sapute gestire in contemporanea. L’accoglienza è ad personam.

L'arte del servizio interpretata da Gabriele Naso (In sala con... Gabriele Naso «Sensibilità, psicologia ed empatia»)
L'arte del servizio interpretata da Gabriele Naso

Il lavoro di squadra risulta quindi fondamentale. Come si organizza?
Il team è composto da individualità e singole professionalità che devono però essere intercambiabili. Questo per avere una visione completa del servizio e, in caso di bisogno, per essere in grado di supportarci con competenza e autorevolezza. Il nostro è un lavoro che richiede impegno, concentrazione e abnegazione. Dobbiamo essere un gruppo affiatato.

Che consiglio si sente di dare ai futuri professionisti della sala?
Di studiare le lingue e di non dare nulla per scontato. Non si finisce mai di imparare. A maggior ragione se pensiamo al vino, in perenne evoluzione. L’aggiornamento deve essere costante. I gusti e le tendenze non sono statici. Vanno anticipati, intercettati, capiti e metabolizzati. In questo modo il servizio sarà sempre puntuale.

PER APPROFONDIRE
Non scivoliamo... sul ghiaccio
«Mi piace contribuire a soddisfare gli ospiti e rendere la loro esperienza unica. Ma bisogna stare attenti a non commettere errori che possono rovinare tutto», spiega il sommelier Gabriele Naso. «Dobbiamo mettere in gioco una sorta di umiltà professionale che ci renda disponibili e permeabili alle esigenze di chi ci viene a trovare. Un errore da non commettere, purtroppo frequente, è quello di non riempire a sufficienza il secchiello del ghiaccio: mezza bottiglia non sarà alla temperatura adeguata. Stop anche ai calici con gli aloni; basta asciugarli con precisione. Facilonerie invalidanti. I dettagli fanno davvero la differenza».
di Gabriele Ancona
vicedirettore
Gabriele Ancona
Per informazoni: www.larosettaristorante.it

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