il segreto di un successo
... annunciato
Nel pieno rispetto della loro più vocata inclinazione all'accoglienza e alla loro perizia nel divulgare i territori e la cultura vitivinicola che conoscono come pochi altri, sono stati Aldo Lorenzoni e Giovanni Ponchia, rispettivamente il direttore del Consorzio tutela del Soave e del Lessini Durello e il direttore comunicazione, marketing e vigilanza del Consorzio Colli Berici, ad accogliere il folto gruppo di giornalisti invitati a Soave, per cominciare,.
Poi, un breve ma intenso viaggio alla scoperta del Volcanic Wine Park. Un magnetico itinerario a partire proprio dal medievale
centro scaligero che con le sue mura e il suo castello, oggi come ieri, sembra presidiare l'impagabile ricchezza del territorio vitato su cui si erge.
Uno scenografico paesaggio che racchiude al suo interno i contrafforti
della Pedemontana Veronese e Vicentina e dove trovano collocazione i
comprensori produttivi del Lessini Durello, del Soave, del Breganze e dei
Colli Berici ma anche una dinamica rete di imprese che ha dato vita ad in
vero e proprio progetto di aggregazione in quel che viene definito “club
di prodotto”.
Ovvero una forma associativa di imprese, finalizzata alla creazione di un prodotto turistico destinato ad un mercato specifico.
Un “club di prodotto” il Volcaninc Wine Park, che prende il nome proprio dall'essenza geologica originaria di valli, colline e rilievi montuosi , nata dagli sconvolgimenti tellurici che trasformarono il fondale di quella parte
del mare di Tetide, che milioni di anni fa, separava il Nord Africa dal
continente Eurasia, terziario. Una placida distesa marina che a seguito della spinta orogenetica dovuta alla pressione delle faglie continentali,
che frantumò il rigido pack sedimentario presente nell'attuale area dei Lessini, fu sconvolta dall'effusione di magma basaltico presente negli
strati profondi della litosfera. Che da allora in avanti indirizzarono gli orientamenti dei movimenti tettonici della zona , i cui principali effetti deformativi culminarono nell'era compresa fra i 60 e i 6 milioni di anni fa.
Furono questi frequenti movimenti tettonici del fondale marino e le effusioni vulcaniche la ragione che rese assai vario l'ambiente dove prolificavano le forme di vita fissate nel tempo dalle rocce di Bolca.
Piccolo paese nel cuore dei Lessini che grazie al suo giacimento di fossili è
costiere di quello che oggi, invece, si presenta invece come un tipico paesaggio fatto di dolci coline che salgono fino a diventare ripidi
pendenze che svettano, infine, verso rilievi montuosi che preludono alle cime delle Alpi venete e trentine.
Uno scenario che a ripercorrerlo con la guida e il racconto di due profondi
conoscitori del territorio come Aldo Lorenzoni e Giovanni Ponchia,
diventa già da par suo, un affascinante viaggio nel tempo prima che
panoramico percorso, a bordo di un confortevole autovan. Da qui le
svolte, i dossi, o i brevi rettilinei prima di ripide curve ascendenti e le
rapide discese, diventano come tanti fotogrammi che sembrano restituire
le antiche anime del suolo. Ora placidamente coperti da fitte macchie di
vegetazione negli strati più in quota, ma soprattutto di ordinatissimi filari
di vigne che intrecciano le loro radici nello strato emergente dei suoli di
origine vulcano plastici.
Fatti ora di marna, ora di calcare marnoso, ora di
granitico fondo basaltico, ora di sedimenti friabili e quasi impalpabili. Se non fosse che la percepibile struttura microgranulare che pervade ogni particella del suolo, “pesante” milioni di anni e che non facesse trasparire
la tangibile e rilevante ricchezza di minerali e concrezioni fossili. Una terra che da da balza in balza di terreno vitato, su eroici muretti che
imprigionano la vitalità di ogni pianta coltivata, svela la sua natura vulcanica. Piena di fascino e mistero che lascia ogni uomo senza fiato ogni
volta che immagina la forza distruttrice e creatrice allo stesso tempo.
Morte e vita in continuo rincorrersi che tuttavia, agli occhi di chi può
guardare la meraviglia di questi paesaggi senza eguali , ha, come
vincitore, solo la vita e la sua bellezza .
Evidente che tanta magnetica e vulcanica bellezza non poteva che
essere messe a frutto dalle persone d'ingegno e innamorate della loro
terra che fanno parte delle organizzazioni che racchiudano una
componente trasversale di strutture dell’accoglienza turistica e della
promozione territoriale, per iniziare un percorso condiviso verso strategie
di promozione territoriali efficaci.
Sono attualmente 15 le realtà che aderiscono a questo club di prodotto
denominato Volcanic Wine Park : quattro consorzi di Tutela – Lessini
Durello, Soave, Gambellara, Colli Berici – e nove strutture ricettive –
Locanda ai Capitelli, Tenuta Coffele, Residenza ai Capitelli, Agriturismo,
Hotel Bareta, La Fracanzana, Hotel Turismo, Corte Quadri , Hotel Brusco. “
Il club di prodotto- spiega Aldo Lorenzoni diettore del consorzio Soave e
del Monte Lessini - intende focalizzare l’attenzione sul turismo enogastronomico esperienziale, sviluppando un’offerta completa e
distintiva, in grado di assicurare al turista una fruizione unitaria del territorio ed un appagamento personale profondo; una “total leisure experience” , basata su qualità dei servizi, professionalità nell’accoglienza,
attività/eventi esperienziali e rispetto dell’ambiente.
Un territorio dalle grandi potenzialità ancora tutte da sfruttare che in un una delle sue parti, il Soave, è finanche arrivato ad essere dichiarato
patrimonio rurale mondiale GIHAS – FAO . Questo in sintesi il risultato
dell’analisi di mercato che la Rete d’impresa Volcanic Wine Park, nata su
stimolo della Regione Veneto attraverso il programma POR-FESR, ha
redatto in questo primo anno di vita. “ All’hotel Bareta – spiega il
direttore del Consorzio Colli Berici Giovanni Ponchio - sono stati
presentati i dati sul turismo del comprensorio, che conta 56 comuni divisi
idealmente nei 4 consorzi vino che compongono la rete: Soave, Lessini
Durello, Gambellara e Colli Berici. Di questi i primi 8 ovvero San Bonifacio,
San Martino Buon Albergo, Soave, Altavilla Vicentina, Creazzo, Lonigo,
Montecchio Maggiore e Schio contano le maggiori presenze annue e sono
quelli dove hanno sede i partner della rete, le strutture ricettive che
hanno creduto in questo progetto – Locanda ai Capitelli, Tenuta Coffele,
Residenza ai Capitelli, Agriturismo Tamellini, Hotel Bareta, La Fracanzana,
Hotel Turismo, Hotel Brusco, Corte Quadri.”
“ Dall'avvio del progetto ad oggi – continua Aldo Lorenzoni - per la rete di
imprese è stato un periodo anno molto dinamico, dove il progetto ha
torvato attenzioni non solo in Italia, come al Merano Wine Festival, meta
di tanti winelovers italiani, ma soprattutto su palcoscenici internazionali
come il Prowein in Germania e soprattutto alla Volcanic Wine Conference
a New York. La prima del suo genere, dove si è potuto raccontare
attraverso immagini e vini un territorio capace di abbinare la sua origine
geologica a un turismo attrattivo ed evocativo” . Inoltre – aggiunge di
contro Giovanni Ponchia - l’anno appena passato e questi primi mesi del
2019 si sono eseguiti importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento
all’offerta enogastronomica che è il cuore del progetto. Sono stati infatti
realizzate sale degustazione all’interno delle strutture ricettive per
attirare e sviluppare un turismo che finora è sempre stato caratterizzato
dal cosiddetto “mordi e fuggi”. Se si guardano infatti i dati di permanenza
media, essi di rado superano i due giorni e uno degli scopi della rete è
quello di invertire questa tendenza. Dando modo al turista di trovare un
motivo in più per rimanere nelle strutture con l’obiettivo di scoprire la
zona e quanto essa può offrire.”
Vero è infatti che il turismo enogastronomico è considerato ormai un
prodotto importante nel pacchetto “Italia”, coprendo il 14% dell’intera
richiesta legata al turismo e un indotto totale di oltre 12 miliardi di euro.
Iniziative come quella di un club di prodotto incentrato su questo
movimento in un territorio la cui offerta è variegata non può che
soddisfare ogni possibile cliente che ricerca nuove esperienze, posti
incontaminati e sapori genuini.
Un territorio straordinario, dove il turista può visitare dalle ville
Palladiane, patrimonio dell’Unesco, ai fossili di Bolca e Roncà, candidati
allo stesso riconoscimento, fino alle Colline Vitate del Soave,
recentemente nominate Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale
secondo il GIAHS-FAO. Il tutto accompagnato dai sapori del territorio.
Gusti unici di formaggi, salumi, piatti tipici locali, fino al vino che ha reso
questo territorio famoso in tutto il mondo e lo ha portato all'attenzione di
migliaia e migliaia di turisti. Calamitati dalla forza vulcanica forza di una
sorta di micro mondo dalle cento e più sfaccettature che non ha eguali
nel mondo.
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