Il Nobile
di Montepulciano
si svela
al Musia
Art Gallery
L'arte di fare vino insieme alle opere dei grandi maestri del '900. Alla galleria d’arte romana i "Vignaioli Montepulciano #quelliveriditoscana" hanno presentato le loro etichette.
Nell'evento-degustazione "Espressione Nobile" al Musia Art Gallery sono state presentate le interpretazioni del vino più rappresentativo del territorio di Montepulciano, prima Docg italiana dal 1980 e Doc fin dal 1966. Sono dieci i produttori che si sono uniti in associazione, condividendo un percorso organico verso l'obiettivo comune di produrre vini legati al territorio, onesti, senza artifici, e di qualità ancora superiore a quella attuale.
Rigidi i parametri che le aziende, tutte aderenti al Consorzio del Nobile di Montepulciano, si sono assegnate: conduzione agronomica senza prodotti di origine o di sintesi chimica, biologica o integrata e, in cantina, bandita ogni pratica di forzatura enologica. Il Manifesto che le aziende associate si impegnano a rispettare prevede anche che nel blend di Nobile entrino solo i vitigni tradizionali autoctoni: oltre al Sangiovese (che a Montepulciano si è sempre chiamato Prugnolo Gentile), il Colorino, il Canaiolo e il Mammolo. La degustazione guidata delle etichette degli otto produttori presenti - il Molinaccio, Fassati, Romeo, Talosa, Casanova, Croce di Febo, Tiberini e Montemercurio - si è svolta nello scenario delle opere d'arte del Musia, che raccoglie la collezione Jacorossi.
Il presidente dei "Vignaioli Montepulciano #quelliveriditoscana", Luca Tiberini, ha dato il benvenuto agli ospiti insieme ad Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Nobile, in carica da appena una settimana. «Una grande passione ci lega al nostro territorio - ha detto Tiberini - e a distanza di due anni dalla nascita della nostra associazione abbiamo fatto passi importanti. Un segnale importante è l'adesione sia di aziende molto grandi come Fassati che di quelle piccole. Già all'Anteprima del Nobile abbiamo presentato il nuovo logo (in precedenza era "Terra Nobile") ma la prima annata con cui entreremo ufficialmente in commercio con l'indicazione specifica sarà la 2018, con un contrassegno che garantisca la tracciabilità di ogni bottiglia».
Non c'è alcuna competitività con il Consorzio, di cui tra l'altro è vicepresidente Tiberini che ha anche auspicato che in futuro l'organismo possa accogliere al suo interno l'iniziativa e la filosofia dell'associazione. Andrea Rossi ha apprezzato l'iniziativa romana «perché quando si parla di valori identitari di un vino e del suo territorio è sempre una buona occasione». Ma ha anche esposto gli obiettivi del suo mandato, ottenuto dalla stragrande maggioranza degli associati. «È importante - ha detto - comunicare la nostra denominazione in modo moderno e incisivo per conquistare il mercato estero ma anche quello interno, e possiamo farlo solo insieme. Vogliamo essere capaci di portare i produttori ad essere parte attiva delle scelte del Consorzio, arrivando anche ad una certificazione di sostenibilità. Non ci sono antagonismi. Il futuro è l'unità e nell'unità le aziende faranno le loro scelte».
Alla degustazione ogni produttore presente ha parlato della propria espressione di Nobile, insieme all'enologo Emiliano Falzini, che ha sottolineato la grande eterogeneità della denominazione, che riguarda appena 1.200 ettari, un'area minima del panorama toscano. «Più che di Nobile - ha detto - si dovrebbe parlare di 'Nobili' per le tante particolarità delle microzone e dei diversi uvaggi. Ma tutte sono espressioni vere e diverse dei territori». Dagli interventi dei produttori durante la degustazione (annate 2015 e 2016) sono emerse le più diverse storie familiari e aziendali ma per tutti, al di là delle operazioni agronomiche e di cantina, il vino deve essere lasciato libero di esprimersi, di rappresentare il terroir, la sua unicità e anche le caratteristiche della sua vendemmia.
Per l'azienda Molinaccio è intervenuto Alessandro Sartini che ha raccontato come sia assoluto il rispetto per l'ambiente, la manualità di tutte le operazioni agronomiche e la cura del processo di vinificazione del Nobile che riposa in botti per almeno 12 mesi, il minimo obbligatorio prima di un lungo affinamento in bottiglia. Di Fassati, 110 ettari di cui 56 ettari destinati a Nobile, ha parlato Maddalena Mazzeschi. Inizialmente produttori di uve, i titolari Danilo e Gianni Della Camera rilevano l'azienda e tutto l'impianto produttivo nel 2015 rinnovandolo, ampliandone la cantina in modo funzionale e acquistando 2.000 hl di botti di rovere di Slavonia per produrre vini che valorizzino le caratteristiche che il terroir di Montepulciano dà alle uve senza sopraffarle con un’eccessiva presenza di legno. Non tutti gli ettari vitati sono stati finora condotti con le regole restrittive con cui è stato prodotto il Nobile presentato, il Gersemi, ma - ha assicurato Mazzeschi - il percorso per arrivarci è già cominciato.
Massimo Romeo, a cui è stato riconosciuto un ruolo di riferimento all'interno dell'associazione dei vignaioli, ha parlato della sua azienda di 6 ettari, di cui 4 a Nobile. La sua prima etichetta è datata 1982 e dal 2008 l’azienda è certificata bio. «Sono 25.000 le bottiglie prodotte e da me personalmente e firmate - ha detto - a conclusione di un percorso teso alla valorizzazione del terroir e alla salvaguardia dell’habitat stesso. L'azienda Talosa, tra le prime di Montepulciano ad aver intrapreso il percorso della qualità, è di Angelo Jacorossi, titolare del Musia, e quindi ha svolto all'evento il ruolo di "padrone di casa".
Sono 26 gli ettari a questa denominazione, condotti a lotta integrata e con attenzione maniacale al vigneto. Bassissima la resa, in vigne di 45-50 anni. Il Podere Casanova si estende invece in tre macroaree dalle caratteristiche diverse e con una forte escursione termica, come ha raccontato il titolare Isidoro Rebatto che con la moglie Susanna si è sempre impegnato nella salvaguardia del paesaggio e contro lo spreco di risorse con imprese orientate alla sostenibilità. Maurizio Comitini ha parlato della sua azienda Croce di Ferro, 4 ettari di cui 2,60 a Nobile, totalmente biodinamica. «È difficile parlare di se stessi», come ha detto Luca Tiberini parlando della sua azienda, 12 ettari a Nobile in cui è impegnato anche il figlio Niccolò, alla settima generazione. Il suo Nobile si rifà alla tradizione poliziana: Prugnolo Gentile, Canaiolo Nero e Mammolo. Breve, come avviene nelle altre aziende dell'associazione, la permanenza in legno che, ha detto Tiberini, «non è un mezzo per lo scopo finale ma solo un momento di passaggio. Il 2015 che presentiamo oggi non è il miglior risultato possibile ma abbiano voluto rispettare le caratteristiche dell'annata, non semplice per dei picchi di calore».
Infine Marco Anselmi ha presentato Montemercurio, azienda biologica nata 60 anni fa con il nonno Adamo. Cambio di gestione nel 2006 dopo la sua scomparsa con ampliamento della cantina e dei vigneti. 4 ettari sono dedicati al Nobile. Dopo la degustazione, è stato allestito un buffet di tipicità toscane, dalla pappa al pomodoro ai pici all'aglione, dai crostini di cacciagione alla tartare di chianina, preparato dalla chef Tiziana Tacchi de "Il Grillo è Buoncantore" di Chiusi (Si) in collaborazione con Ben Hirst, chef del ristorante del Musia. Presente anche la comunità di Slow Food con l'evo dell'Olivo Minuta di Chiusi.
Per informazioni:
www.vignaiolimontepulciano.com
www.consorziovinonobile.it
Rigidi i parametri che le aziende, tutte aderenti al Consorzio del Nobile di Montepulciano, si sono assegnate: conduzione agronomica senza prodotti di origine o di sintesi chimica, biologica o integrata e, in cantina, bandita ogni pratica di forzatura enologica. Il Manifesto che le aziende associate si impegnano a rispettare prevede anche che nel blend di Nobile entrino solo i vitigni tradizionali autoctoni: oltre al Sangiovese (che a Montepulciano si è sempre chiamato Prugnolo Gentile), il Colorino, il Canaiolo e il Mammolo. La degustazione guidata delle etichette degli otto produttori presenti - il Molinaccio, Fassati, Romeo, Talosa, Casanova, Croce di Febo, Tiberini e Montemercurio - si è svolta nello scenario delle opere d'arte del Musia, che raccoglie la collezione Jacorossi.
Le etichette di Nobile presenti a Roma
Il presidente dei "Vignaioli Montepulciano #quelliveriditoscana", Luca Tiberini, ha dato il benvenuto agli ospiti insieme ad Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Nobile, in carica da appena una settimana. «Una grande passione ci lega al nostro territorio - ha detto Tiberini - e a distanza di due anni dalla nascita della nostra associazione abbiamo fatto passi importanti. Un segnale importante è l'adesione sia di aziende molto grandi come Fassati che di quelle piccole. Già all'Anteprima del Nobile abbiamo presentato il nuovo logo (in precedenza era "Terra Nobile") ma la prima annata con cui entreremo ufficialmente in commercio con l'indicazione specifica sarà la 2018, con un contrassegno che garantisca la tracciabilità di ogni bottiglia».
Una degustazione a "Espressioni Nobile"
Non c'è alcuna competitività con il Consorzio, di cui tra l'altro è vicepresidente Tiberini che ha anche auspicato che in futuro l'organismo possa accogliere al suo interno l'iniziativa e la filosofia dell'associazione. Andrea Rossi ha apprezzato l'iniziativa romana «perché quando si parla di valori identitari di un vino e del suo territorio è sempre una buona occasione». Ma ha anche esposto gli obiettivi del suo mandato, ottenuto dalla stragrande maggioranza degli associati. «È importante - ha detto - comunicare la nostra denominazione in modo moderno e incisivo per conquistare il mercato estero ma anche quello interno, e possiamo farlo solo insieme. Vogliamo essere capaci di portare i produttori ad essere parte attiva delle scelte del Consorzio, arrivando anche ad una certificazione di sostenibilità. Non ci sono antagonismi. Il futuro è l'unità e nell'unità le aziende faranno le loro scelte».
Alla degustazione ogni produttore presente ha parlato della propria espressione di Nobile, insieme all'enologo Emiliano Falzini, che ha sottolineato la grande eterogeneità della denominazione, che riguarda appena 1.200 ettari, un'area minima del panorama toscano. «Più che di Nobile - ha detto - si dovrebbe parlare di 'Nobili' per le tante particolarità delle microzone e dei diversi uvaggi. Ma tutte sono espressioni vere e diverse dei territori». Dagli interventi dei produttori durante la degustazione (annate 2015 e 2016) sono emerse le più diverse storie familiari e aziendali ma per tutti, al di là delle operazioni agronomiche e di cantina, il vino deve essere lasciato libero di esprimersi, di rappresentare il terroir, la sua unicità e anche le caratteristiche della sua vendemmia.
Dieci produttori toscani hanno presentato i loro vini nella Capitale
Per l'azienda Molinaccio è intervenuto Alessandro Sartini che ha raccontato come sia assoluto il rispetto per l'ambiente, la manualità di tutte le operazioni agronomiche e la cura del processo di vinificazione del Nobile che riposa in botti per almeno 12 mesi, il minimo obbligatorio prima di un lungo affinamento in bottiglia. Di Fassati, 110 ettari di cui 56 ettari destinati a Nobile, ha parlato Maddalena Mazzeschi. Inizialmente produttori di uve, i titolari Danilo e Gianni Della Camera rilevano l'azienda e tutto l'impianto produttivo nel 2015 rinnovandolo, ampliandone la cantina in modo funzionale e acquistando 2.000 hl di botti di rovere di Slavonia per produrre vini che valorizzino le caratteristiche che il terroir di Montepulciano dà alle uve senza sopraffarle con un’eccessiva presenza di legno. Non tutti gli ettari vitati sono stati finora condotti con le regole restrittive con cui è stato prodotto il Nobile presentato, il Gersemi, ma - ha assicurato Mazzeschi - il percorso per arrivarci è già cominciato.
Massimo Romeo, a cui è stato riconosciuto un ruolo di riferimento all'interno dell'associazione dei vignaioli, ha parlato della sua azienda di 6 ettari, di cui 4 a Nobile. La sua prima etichetta è datata 1982 e dal 2008 l’azienda è certificata bio. «Sono 25.000 le bottiglie prodotte e da me personalmente e firmate - ha detto - a conclusione di un percorso teso alla valorizzazione del terroir e alla salvaguardia dell’habitat stesso. L'azienda Talosa, tra le prime di Montepulciano ad aver intrapreso il percorso della qualità, è di Angelo Jacorossi, titolare del Musia, e quindi ha svolto all'evento il ruolo di "padrone di casa".
Sono 26 gli ettari a questa denominazione, condotti a lotta integrata e con attenzione maniacale al vigneto. Bassissima la resa, in vigne di 45-50 anni. Il Podere Casanova si estende invece in tre macroaree dalle caratteristiche diverse e con una forte escursione termica, come ha raccontato il titolare Isidoro Rebatto che con la moglie Susanna si è sempre impegnato nella salvaguardia del paesaggio e contro lo spreco di risorse con imprese orientate alla sostenibilità. Maurizio Comitini ha parlato della sua azienda Croce di Ferro, 4 ettari di cui 2,60 a Nobile, totalmente biodinamica. «È difficile parlare di se stessi», come ha detto Luca Tiberini parlando della sua azienda, 12 ettari a Nobile in cui è impegnato anche il figlio Niccolò, alla settima generazione. Il suo Nobile si rifà alla tradizione poliziana: Prugnolo Gentile, Canaiolo Nero e Mammolo. Breve, come avviene nelle altre aziende dell'associazione, la permanenza in legno che, ha detto Tiberini, «non è un mezzo per lo scopo finale ma solo un momento di passaggio. Il 2015 che presentiamo oggi non è il miglior risultato possibile ma abbiano voluto rispettare le caratteristiche dell'annata, non semplice per dei picchi di calore».
I prodotti toscani in degustazione
Infine Marco Anselmi ha presentato Montemercurio, azienda biologica nata 60 anni fa con il nonno Adamo. Cambio di gestione nel 2006 dopo la sua scomparsa con ampliamento della cantina e dei vigneti. 4 ettari sono dedicati al Nobile. Dopo la degustazione, è stato allestito un buffet di tipicità toscane, dalla pappa al pomodoro ai pici all'aglione, dai crostini di cacciagione alla tartare di chianina, preparato dalla chef Tiziana Tacchi de "Il Grillo è Buoncantore" di Chiusi (Si) in collaborazione con Ben Hirst, chef del ristorante del Musia. Presente anche la comunità di Slow Food con l'evo dell'Olivo Minuta di Chiusi.
di Mariella Morosi
www.vignaiolimontepulciano.com
www.consorziovinonobile.it
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