C'era una volta il Novello...
dall'altare alla polvere
Dai 30 milioni di bottiglie degli anni Duemila quest'anno la produzione è scesa a meno di 3 milioni di bottiglie. Urge una regolamentazione più rigida. Sugli scaffali troppe bottiglie a bassissimo prezzo.
di Giuseppe Casagrande
C'era una volta il Novello. Lo ricordate? Negli anni Duemila, sulla scia del fenomeno Beaujolais Noveau, il Novello italiano, il vino-frutto ancora fresco di vendemmia, piacevole e profumato, aveva sfiorato quota 30 milioni di bottiglie. Erano i tempi d'oro del Salone vicentino di Pino Khail, direttore della rivista "Civiltà del Bere", con tanto di madrine "showgirl" che scandivano i secondi che mancavano all'apertura della prima bottiglia. Poi, di anno in anno, l'appeal e l'attesa dei consumatori è andata scemando fino a precipitare - i dati si riferiscono alla vendemmia 2023 - al di sotto dei 3 milioni di bottiglie. Il mercato si era leggermente ripreso l'anno scorso sfiorando i 6 milioni di bottiglie. Quest'anno il tonfo: dall'altare alla polvere, per molte ragioni. Vediamole.
Urge una revisione della legge
che regolamenta la produzione del Novello
Le cause principali sono la vendemmia scarsa dell'annata 2023, in particolare per colpa delle complicate condizioni climatiche e del flagello della peronospora, ma soprattutto - diciamolo francamente - per una certa percezione negativa da parte dei consumatori, dovuta alla presenza sugli scaffali di etichette di scarso valore qualitativo, vendute a basso prezzo, accanto a quelle dei produttori più seri e blasonati.
Ecco perché, da parte del nuovo Istituto Nazionale del Vino Novello, è stato intrapreso un percorso verso l’innalzamento della qualità, con la richiesta di revisione della legge che regolamenta la produzione del Novello.
Sugli scaffali purtroppo si trovano
bottiglie a bassissimo prezzo
Il miglior Novello 2023 è sardo:
il "Santa Caterina" da uve Cannonau
Per accendere i riflettori sulle cantine che investono su questa tipologia di vino, nei giorni a Roma si è celebrato torna il Concorso "Miglior Novello d’Italia" più volte vinto dal Novello di Teroldego della cantina Roberto Zeni di San Michele all'Adige. Il Concorso 2023, edizione n. 17, è stato promosso dal nuovo Istituto Nazionale del Vino Novello di Roma.
Miglior Novello d’Italia 2023 è stato proclamato il "Santa Caterina" prodotto con uve Cannonau dalla Cantina Dorgali, società cooperativa costituita da 200 produttori, nel Nuorese. Al secondo posto si è classificata un’etichetta siciliana, il "Cupido" dell'azienda Principe di Corleone e al terzo posto il "Trevenezie" della cantina Ornella Bellia, già premiato nel 2021.
Menzione speciale ad un Novello pugliese
dell'Istituto Agrario di Andria
La commissione, presieduta dal vicepresidente nazionale Assoenologi, Massimo Tripaldi, insieme al presidente del Consorzio di tutela dei Vini Roma Doc, Tullio Galassini e dal sommelier Ais e redattore della guida Vitae, Fabio Santini, hanno espresso un giudizio unanime sulla qualità dei primi novelli classificati, gli unici a superare la soglia degli 85/100.
Quattro le menzioni speciali assegnate: al Novello dei Viticoltori dei Colli Cimini (Viterbo), al Novello della Cantina Statti di Lamezia Terme, al Novello della Cantina Tizzano di Casalecchio di Reno e al Novello Pugliese (fuori concorso) prodotto dagli studenti dell’Istituto Agrario Lotti Umberto Primo di Andria.
Urge innalzare la percentuale di macerazione
carbonica al 100% come in Francia
Prosegue, intanto, l'impegno rivolto all'innalzamento complessivo della qualità del comparto da parte del nuovo Istituto Nazionale del Vino Novello diretto da Tommaso Caporale, con la richiesta di revisione, al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, del Decreto del 13 agosto 2012 che disciplina la produzione dei Novelli. La richiesta riguarda il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell’uva intera: l’obiettivo è portare l’attuale percentuale del 40% minimo al 100%, come in Francia. In questo modo si cerca di ovviare alla presenza sugli scaffali di etichette di scarso livello vendute a basso prezzo, che hanno portato non solo ad un calo costante nei consumi di Novello in Italia, ma anche ad una percezione di poca qualità da parte dei consumatori.
Il Novello può essere commercializzato
dalla mezzanotte del 31 ottobre
Il Novello è un vino ottenuto dalla macerazione carbonica dell’uva, che grazie a questo particolare procedimento si presenta fresco, fruttato e giovane, ed è disponibile sugli scaffali dalla mezzanotte del 31 ottobre (il Decreto del 2012 ne ha notevolmente semplificato la produzione e l’immissione in commercio). Il suo equivalente francese è il Beaujolais Nouveau, vino rosso prodotto nella regione del Beaujolais, realizzato esclusivamente con uve Gamay, che esce in commercio ogni anno per antica tradizione il terzo giovedì di novembre. La sua peculiarità risiede nella rapidità del processo di vinificazione, che consente al vino di essere imbottigliato e messo in commercio appena poche settimane dopo la vendemmia.
Il Beaujolais Noveau è prodotto esclusivamente con uve Gamay,
Noto per la sua freschezza e vitalità, il Beaujolais Noveau è un’anticipazione dell’annata successiva ed un’opportunità unica per gli amanti del vino di godere di un prodotto fresco e fruttato, in anticipo rispetto ai vini tradizionali. Gli estimatori del vino francese, “cugino” del Novello, possono ordinare in esclusiva su Tannico, uno dei principali indirizzi per l’acquisto di vino on line, il Beaujolais-Villages Rouge “Le Nouveau” 2023 di Domaine de la Madone, un Gamay in purezza, proveniente da vigne di 35 anni allevate su suolo granitico. Oppure sbirciare tra le offerte di Beaujolais di Enoteca Longo: le bottiglie possono essere ordinate sul sito, oppure assaggiate in esclusiva, il 19 novembre, a Legnano.
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