giovedì 30 novembre 2023

I vini calabri di Acroneo: come 2.500 anni fa

 

I vini calabri di Acroneo: 

realizzati come 2.500 anni fa

I vini di Gabriele Bafaro dalla Calabria conquistano il globo grazie ai metodi di vinificazione antichi impiegati mediante l'utilizzo di anfore interrate. Degustiamo l'Arkon Igt Calabria 2021 e il Vino di Raffaele 2021

di Gianni Paternò

Un archeologo che invece di scavare reperti fa vini come si facevano oltre 2.500 anni fa nella Magna Grecia, Gabriele Bafaro, da Acri in Calabria, nel 2011 si laurea in Archeologia e poi si specializza con la tesi “La viticultura nell’antica Brettia e il progetto archeo-vino Acroneo”. Complici alcuni corsi di degustazione e la passione per Bacco che gli viene dal nonno materno si è quindi dedicato a scoprire il modo di fare il vino nell’antica Magna Grecia studiando le fonti letterarie, iconografiche, e archeologiche. Il progetto parte da uno studio paleobotanico dei vitigni calabresi, tuttora in fase di sviluppo, che vuole recuperare le viti autoctone e più vicine a quelle piantate dai greci nell’VIII secolo aC nell’odierna Calabria.

I vini calabri di Acroneo: realizzati come 2.500 anni fa

Raffaele Bafaro, Gabriele Bafaro e Maria Fusaro

Acroneo: Gabriele Bafaro e i vini "da archeologo"

Inoltre, ha approfondito lo studio delle anfore greche e romane, per recuperare così la forma del contenitore migliore per la vinificazione. Il design delle anfore usate è unico, non si trova in commercio, perché frutto di personali ricerche, che fondono le caratteristiche delle anfore del passato, al fine di creare una forma che dia il massimo risultato durate le fasi di fermentazione e affinamento del vino. Le anfore sono state realizzate da artigiani di fiducia e manualmente, senza aggiunte di smalti o altri materiali moderni, e sono interrate. Anche la chiusura delle stesse rispetta la tradizione antica, sono usati, infatti, materiali naturali come il legno e le pietre.


Lo studio delle anfore per recuperare la forma del contenitore migliore per la vinificazione

Per mettere in pratica questi concetti ha acquistato dei vecchi vigneti a quote tra i 350 e 550 metri, ha rinunciato a lavorare da archeologo e si è messo a coltivare viti con metodi biologici e seguendo le fasi lunari da biodinamico.Oggi sono 5 ettari con vitigni esclusivamente autoctoni della regione: Magliocco, detto anche Greco Nero, di oltre 60 anni in prevalenza, Greco bianco Castiglione varietà esclusiva e poco diffusa. Gabriele definisce i suoi vini “da archeologo” infatti in cantina opera come si faceva oltre 2.000 anni fa: pigiatura a mano senza diraspare, lieviti spontanei, lunghe o totali macerazioni, utilizzo delle anfore in terracotta come contenitori dalla fermentazione all’affinamento. I genitori gli danno una mano.

I vini "diversi" di Acroneo conquistano il mondo

Sono quindi vini diversi, di assoluta naturalità, senza prodotti chimici e addirittura fisici, con batonnage come si faceva una volta e permanenza del vino sulle fecce fini. Unica aggiunta pochissimo metabisolfito perché non può permettersi il lusso che vada a male. Fa 5 etichette di cui 3 in anfore: ArkonVino dell’ArcheologoElektron; una in barrique: Vino di Raffaele e una in acciaio: Katia. In questi ultimi due cambiano solo i contenitori, poi tutto il processo si svolge come gli altri.

I vini calabri di Acroneo: realizzati come 2.500 anni fa

Le anfore interrate durante la vinificazione

Particolari non solo i vini, anche la cantina, che sembra un negozio tanto è ordinata e pulita. Non potendo scavare il pavimento le anfore sono interrate in cassoni in legno. La fama dei vini di Acroneo ormai gira tutto il mondo, turisti di varie nazionalità visitano la cantina e degustano i vini e Bafaro è chiamato in convegni ed eventi per illustrare la sua attività di “archeologo del vino”.

I vini di Acroneo in Degustazione

Degustiamo il top Arkon 2021 Igt Calabria, puro Magliocco. Vendemmia in cassette, messo in anfore da 250 litri dove rimane per oltre 6 mesi, poi non chiarificato né filtrato in bottiglia fino alla vendita. Colore granato impenetrabile con vivaci bordi viola; già al naso rivela grande equilibrio e complessità fatta di frutta rossa, pepe nero, liquirizia, tabacco, ma ci puoi trovare tanto altro, un olfatto pulito, intenso, franco; anche in bocca si distingue per l’armonia, tannini dolci ed evidenti ma con discrezione che accompagnano una giusta acidità, bella struttura e un grado alcolico di 15,5 che non avverti. Vino da godere in salotto, tanto è buono. Sono mille bottiglie numerate che prezzano €60.

I vini calabri di Acroneo: realizzati come 2.500 anni fa

L'Arkon Igt Calabria 2021 e il Vino di Raffaele 2021

Abbiamo provato anche il Vino di Raffaele 2021 che non fa anfora bensì legno anche in fermentazione, sempre Magliocco. Nel calice colore rubino; olfatto fruttato dove spicca l’amarena su un sottofondo vegetale ricco di salvia, completa il cioccolato e un’ombra di cuoio, di fascino e francoin bocca arriva con uno stupefacente equilibrio, un coacervo armonico di tannini, acidità, corpo, fragranza, senza spigoli, 13,5 i gradi. Anche questo è così buono da essere sprecato a tavola. Sono 4.000 bottiglie a €30.

Si stenta a credere che facendo i vini come una volta si possano bere dei capolavori che hanno un solo difetto: sono poche bottiglie che non dovreste perdere.

Acroneo
Via Serricella 28 - 87041 Acri (Cs)
Tel 329 1646040

© Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento