Formaggi Dop, +5,5%
il fatturato estero
Usa e Canada
i principali mercati
Sale l’export dei prodotti caseari a denominazione. In testa Europa e Usa, in crescita anche l‘Oriente. Sul fronte italiano, i formaggi Dop rappresentano il 40% sul totale delle produzioni alimentari certificate. L’export dei prodotti caseari a denominazione si attesta su 1 miliardo e 400 milioni di euro, trend in graduale ascesa
I prodotti alimentari italiani di qualità sono sempre più apprezzati dai consumatori internazionali. Lo dimostra anche l'andamento delle vendite all’estero dei formaggi italiani Dop, che nel corso del 2014 hanno visto aumentare il fatturato del 5,5% rispetto all'anno precedente. L’export dei prodotti caseari a denominazione si attesta infatti a 1 miliardo e 400 milioni di euro, un trend in graduale ascesa che testimonia l’ampia capacità dei mercati esteri di recepire le nostre specialità.
Sul fronte nazionale, per i formaggi Dop il fatturato alla produzione ammonta a 3 miliardi e 900 milioni, mentre il fatturato al consumo supera i 5 miliardi di euro. Nel 2014 la produzione italiana di formaggi a denominazione ha raggiunto quota 498mila tonnellate, che corrispondono a circa il 40% del totale delle produzioni alimentari certificate.
I formaggi italiani Dop, che in base al Disciplinare di produzione possono essere fatti esclusivamente con latte fresco, rappresentano dunque una quota sempre più rilevante delle produzioni agroalimentari italiane. «L’analisi dei dati ci conferma l’importanza strategica del comparto sul fronte nazionale e ancor di più ci indica chiaramente nell’export la direzione da intraprendere per l’ulteriore sviluppo del settore, afferma Nicola Cesare Baldrighi, presidente di Afidop e delConsorzio Grana Padano. «Siamo di fronte ad uno scenario sempre più globale e quella dei mercati internazionali è la sfida che dobbiamo saper affrontare, forti dell’alta qualità e tipicità riconosciuta ai nostri formaggi, genuina espressione dei territori di produzione».
Non a caso Afidop è presente ad Expo. E non a caso i rappresentanti dell’Associazione hanno partecipato la settimana scorsa all’incontro di Bruxelles fra gli stakeholder Ue e Usa per i negoziati Ttip, volti al riconoscimento delle denominazioni di origine da parte degli Stati Uniti e a contrastare il fenomeno dell’italian sounding, l’uso ingannevole dei nostri marchi per promuovere prodotti non fatti in Italia.
«Le indicazioni geografiche comunitarie come la Dop dei formaggi offrono al consumatore una garanzia di tracciabilità e naturalezza - spiega Baldrighi - siamo certi che il loro riconoscimento da parte degli Usa porterà ad un proficuo ampliamento della collaborazione con un paese che è già uno dei principali sbocchi commerciali per i formaggi Dop».
Dopo l’Europa, infatti, sono Usa e Canada i principali mercati di destinazione dei formaggi italiani a denominazione. Nel vecchio continente, la Germania si conferma il primo paese, seguita da Francia e Inghilterra. Cresce anche l’Oriente, in primis Giappone, Cina e Corea.
I formaggi Dop italiani
Sul fronte nazionale, per i formaggi Dop il fatturato alla produzione ammonta a 3 miliardi e 900 milioni, mentre il fatturato al consumo supera i 5 miliardi di euro. Nel 2014 la produzione italiana di formaggi a denominazione ha raggiunto quota 498mila tonnellate, che corrispondono a circa il 40% del totale delle produzioni alimentari certificate.
I formaggi italiani Dop, che in base al Disciplinare di produzione possono essere fatti esclusivamente con latte fresco, rappresentano dunque una quota sempre più rilevante delle produzioni agroalimentari italiane. «L’analisi dei dati ci conferma l’importanza strategica del comparto sul fronte nazionale e ancor di più ci indica chiaramente nell’export la direzione da intraprendere per l’ulteriore sviluppo del settore, afferma Nicola Cesare Baldrighi, presidente di Afidop e delConsorzio Grana Padano. «Siamo di fronte ad uno scenario sempre più globale e quella dei mercati internazionali è la sfida che dobbiamo saper affrontare, forti dell’alta qualità e tipicità riconosciuta ai nostri formaggi, genuina espressione dei territori di produzione».
Non a caso Afidop è presente ad Expo. E non a caso i rappresentanti dell’Associazione hanno partecipato la settimana scorsa all’incontro di Bruxelles fra gli stakeholder Ue e Usa per i negoziati Ttip, volti al riconoscimento delle denominazioni di origine da parte degli Stati Uniti e a contrastare il fenomeno dell’italian sounding, l’uso ingannevole dei nostri marchi per promuovere prodotti non fatti in Italia.
«Le indicazioni geografiche comunitarie come la Dop dei formaggi offrono al consumatore una garanzia di tracciabilità e naturalezza - spiega Baldrighi - siamo certi che il loro riconoscimento da parte degli Usa porterà ad un proficuo ampliamento della collaborazione con un paese che è già uno dei principali sbocchi commerciali per i formaggi Dop».
Dopo l’Europa, infatti, sono Usa e Canada i principali mercati di destinazione dei formaggi italiani a denominazione. Nel vecchio continente, la Germania si conferma il primo paese, seguita da Francia e Inghilterra. Cresce anche l’Oriente, in primis Giappone, Cina e Corea.
I formaggi Dop italiani
- Asiago
- Bitto
- Bra
- Casatella Trevigiana
- Caciocavallo Silano
- Casciotta di Urbino
- Castelmagno, Fontina
- Gorgonzola
- Grana Padano
- Montasio
- Monte Veronese
- Mozzarella di Bufala Campana
- Parmigiano Reggiano
- Pecorino Romano
- Pecorino Sardo
- Pecorino Toscano
- Piave
- Provolone Valpadana
- Quartirolo Lombardo
- Raschera
- Stelvio o Stilfser
- Taleggio
- Toma Piemontese
- Valtellina Casera
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