giovedì 30 luglio 2015

GRASSI SATURI: GLI ITALIANI NE ASSUMONO SEMPRE PIù

Grassi saturi, 

aziende poco 

trasparenti 

Gli italiani ne assumono 

sempre di più

La quantità di grassi saturi che gli italiani assumono giornalmente
non corrisponde realmente ai 2,8 g indicata dalle aziende, ma è superiore del 20%. Se restringiamo l’indagine ai ragazzi, si arriva a 6 g al giorno

Seguendo dati obsoleti, come fa notare Il Fatto Alimentare, non si giunge alla vera conoscenza di quanti grassi saturi immettano quotidianamente gli italiani nel proprio organismo. Da anni ormai, infatti, il mercato ha subito l’invasione dell’olio di palma (che ha conquistato il 90% del mercato), principale di grassi saturi nella dieta degli italiani. L’Associazione delle industrie del dolce e della pasta, Aidepi sostiene che la quantità di grassi saturi giornaliera proveniente da dolci ammonta a 2,8 g.



Questo dato pare assai problematico. Infatti, prendendo due biscotti a caso, magari di quelli “semplici e naturali” o “come li faceva la nonna”, e sommandone le dosi, già si arriva a quel valore. Ma esistono analisi più accurate per dire che il dato è sbagliato: dalle ricerche sui consumi alimentari della popolazione italiana (indagine Inran-Scai 2005/2006) il consumo medio di grassi saturi da biscotti e dolci ammonta a 3,4 g/die, cioè il 20% in più considerando un consumo medio di 31 g/die per la popolazione totale da 0 a 99 anni. Restringendo il campo agli adolescenti maschi il consumo di acidi grassi da biscotti e dolci subisce un incremento del 110% e si arriva a 6 grammi al giorno (consumo medio di circa 57 g/die).




Nel calcolo sono compresi tutti i giovani, anche quelli che non consumano dolci industriali e preferiscono fare colazione con cereali o altri prodotti. È quindi logico ipotizzare per i ragazzi abituati a consumare biscotti e merendine industriali il raggiungimento di un valore giornaliero uguale o superiore ai 7 g e più, visto che l’olio di palma è usato in decine di altri alimenti e nella somma bisogna considerare gli acidi grassi presenti in latte, carne, salumi, formaggi…Nella popolazione italiana il valore soglia consigliato del 10% riferito all’assunzione di grassi saturi è già superato considerando l’insieme delle fonti (olio di palma, burro altri oli di semi). Nell’indagine Inran-Scai il dato percentuale dei grassi saturi varia da 10.8% a 11.9% (escludendo i bambini piccoli che hanno una alimentazione diversa), con un valore medio di 11.2%. Ad ogni modo sono dati rilevati negli anni 2005-06, bisogna dunque aspettare una nuova indagine per sapere se verranno modificati in peggio.
Italiaatavola

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